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Gli intrepidi Sturmtruppen. L’antimilitarismo a fumetti.

Sono i soldati più irriverenti e disordinati della storia militare; non amano le regole e sono sempre pronti ad infrangerle; amano l’ozio e, al momento opportuno, disertano senza troppi scrupoli di coscienza. Sono gli Sturmtruppen, il capolavoro del fumettista Bonvi, al secolo Franco Bonvicini.

 

Otto, Frantz, lo strano “mediken militaren”, il “cuoken” e tanti altri strambi personaggi popolano la galassia di Sturmtruppen. I soldatini di Bonvi parlano una strana lingua onomatopeica che richiama il tedesco. Amano l’ozio e la baldoria e sembrano presi da una strana follia che li porta a rifiutare le regole e la condizione di perenne guerra.

Sono “scrocconi”, apatici e presentano una casistica di vizi che farebbe imbarazzare qualsiasi graduato dell’esercito. Alle volte tuttavia qualche “soldaten”, animato da un improvviso patriottismo e da un insolito coraggio, si lancia contro l’anonimo nemico: è solo un attimo, un insano gesto, che termina con l’esplosione su una mina.

La guerra è la loro vita e senza di essa probabilmente non esisterebbero. La vivono quotidianamente come una condizione di normalità, spesso di nera rassegnazione. La fuga sembra impossibile e agli Sturmtruppen non rimane che accettare la pazzia del conflitto.

Il genio di Bonvi ci ha regalato un fumetto “anti-militarista”. La critica lo ha definito come un moderno manifesto dell’opposizione a qualsiasi conflitto. Attraverso queste personalità così alienate, nonostante l’ironia delle strisce, Bonvi mette in scena l’assurdità della guerra. Gli orrori e la sofferenza viene nel fumetto mitigata e resa in metafora da espedienti scherzosi.

In realtà gli Sturmtruppen sono soggetti depressi e folli, perché folle è la guerra. La pazzia tuttavia è l’unico veicolo per evadere dalla realtà. La fantasia e l’assurdo riescono a dare colore alla condizione di perenni soldati in guerra.