Polizia shock, contro l’Isis armi vecchie e auto a pezzi [VIDEO]
La sicurezza in Italia? A guardare queste immagini c’è da avere i brividi: per contrastare eventuali attentati dell’Isis nel Paese le forze di polizia hanno a disposizione armi vecchie e auto a pezzi. Ecco il video shock.
La polizia non ha automobili, armi e dotazioni di sicurezza adeguate per contrastare eventuali attentati dell’Isis in Italia. Questo accade quando l’allerta terrorismo nel Paese è al livello 2 – prima c’è solo un attacco in corso – e a pochi giorni dall’inizio del Giubileo, fissato per l’8 dicembre.
Siamo sicuri che i tagli alle forze dell’ordine, perpetuati negli anni scorsi dai governi Monti-Letta-Renzi, stiano dando i risultati sperati? Il debito pubblico italiano continua a crescere, con l’aggravante che ora siamo tutti meno sicuri.
Tutti i sindacati di polizia – Coisp, Ugl, Siap – concordano su un punto: “Per difendere l’Italia dai terroristi servono più agenti e mezzi”. E ancora: “Bisogna rinnovare il parco auto, dotare gli agenti sul territorio di armi nuove e più sofisticate e comprare nuovi giubbotti antiproiettile”.
Perché, sembra assurdo ma è così, i nostri agenti, coloro che ci difendono a costo della vita stessa, sono costretti a lavorare con protezioni vecchie e mal funzionanti. In buona sostanza i giubbotti che indossano sono talmente vecchi da non essere più antiproiettile.
E purtroppo l’attuale governo non sta facendo meglio di quelli passati: “Sono scarsi ed inadeguati gli stanziamenti per il rinnovo dei contratti del comparto Sicurezza, fino ad oggi previsti nella bozza di legge di stabilità per il 2016“, sostengono i segretari generali di Siap e Associazione nazionale funzionari polizia, Giuseppe Tiani e Lorena La Spina, che hanno chiesto un incontro con tutti i gruppi parlamentari.
“Alla luce dei recenti tragici accadimenti di Parigi – spiegano Tiani e La Spina – coglieremo l’occasione per ricordare che la sicurezza ha un costo, che oggi più che mai è evidente come essa costituisca la precondizione per la nostra stessa libertà e per il vivere civile. Non si pensi di risolvere la prevenzione esclusivamente con l’invio dei militari. La vigilanza degli obiettivi sensibili è solo uno degli elementi da considerare, come i fatti accaduti tristemente confermano. Ma servono ulteriori assunzioni straordinarie, risorse per la formazione, per l’intelligence, per le strutture finalizzate alla prevenzione ed all’investigazione, a livello centrale e sul territorio. Investire in sicurezza – sottolineano – significa investire sulla democrazia e sul sereno e pacifico godimento dei diritti da parte di tutta la collettività“.
Invitiamo i nostri lettori a guardare questo scioccante video, che dimostra come le nostre forze di polizia siano costrette a fronteggiare il “nemico” con armi vecchie e auto a pezzi.