Sospendere la leva obbligatoria è stato un errore: parla il Generale Marco Bertolini
Nel 2016, dopo 44 anni di onorato servizio, si è congedato per sopraggiunti limiti di età, lasciandosi alle spalle una serie incredibile di traguardi militari.
Nel 1976 è stato assegnato a Livorno al 9° Battaglione d’Assalto paracadutisti “Col Moschin” della Brigata paracadutisti Folgore, l’unico reparto di Forze Speciali dell’Esercito Italiano.
Dal 1991 al 1993 ha comandato il 9° Battaglione d’Assalto paracadutisti “Col Moschin” e, dal 1994 al 1997, è stato impiegato quale Capo di Stato Maggiore della Brigata paracadutisti “Folgore”.
Dal 10 settembre 2002 al 28 luglio 2004 è stato Comandante della Brigata paracadutisti “Folgore”.
Infine, dal 29 luglio 2004 è stato il Comandante del Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali.

Quando apre bocca una persona autorevole e d’esperienza come il Generale Marco Bertolini è d’obbligo ascoltare in silenzio e riflettere su quanto dice. Perché le parole di un Uomo che ha fatto la storia delle Forze Armate Italiane non sono mai banali.
La lunga intervista, concessa nella primavera 2017 a Beppe Boni per Quotidiano.net, spazia tra diversi temi, tutti di capitale importanza per il futuro della Difesa italiana.
Di seguito riportiamo i passaggi più importanti, oggi più che mai di attualità nel dibattito politico nazionale.
La sospensione della Leva obbligatoria
È stato commesso un errore, buttando via il bambino e l’acqua sporca per imitare il servizio permanente come in polizia. Serviva professionalità, è vero, ma il soldato deve essere giovane. Il poliziotto può andare in pattuglia con l’auto, il soldato, in condizioni operative, deve correre con uno zaino di 30 chili sulle spalle.
Con la fine della leva si è puntato troppo sui volontari in servizio permanente. Pochi volevano fare il soldato allora ed è stata giocata la carta della professionalizzazione. Sono arrivati molti giovani anche perché fare il soldato oggi con le missioni all’estero è più attraente. Poi il sostanziale blocco degli arruolamenti ha alzato l’età. E si invecchia con la divisa.
La Francia, per esempio, mantiene i militari in servizio 12 anni poi escono con possibilità di altri impieghi.
Le donne nell’Esercito
Altro errore per come è concepito l’ingresso. Si usano standard più bassi rispetto ai maschi. Così l’esercito ha una eccessiva presenza femminile. È sbagliato. Il problema è stato affrontato ideologicamente.
Le riforme da fare
Bisogna ricollocare gli anziani in altre istituzioni dello Stato facendo uscire ogni anno numeri precisi e sostituendole con dei giovani. È uno degli aspetti del Libro bianco della Difesa che comunque prevede una contrazione delle unità. Tutti vogliono questa soluzione, ma i tempi sono lunghi e non possiamo aspettare perché il mondo sta cambiando in peggio.