Storytelling su Lifestyle, Sport, Tech e Food

Telefonata anonima a “La Zanzara” conferma golpe Fini-Napolitano contro B.

Forse non ci voleva una telefonata anonima per farci capire che quella mossa di Fini contro Berlusconi fu premeditata da altri. Ma quello che sta venendo fuori in questi giorni è sconcertante: e dietro spunta sempre la longa manus di Napolitano, come riporta Liberoquotidiano.

 

La fitta rete di manovre che portò alla defenestrazione di Silvio Berlusconi, costretto ad abbandonare il suo ultimo governo per fare spazio a Mario Monti, si arricchisce di un nuovo capitolo. Una telefonata, nel dettaglio, rigorosamente anonima e ricevuta da Giuseppe Cruciani La Zanzara di Radio 24.

In diretta interviene un uomo che si presenta come Antonio da Roma, e si aggancia alle parole pronunciate dal Cavaliere nell’ospitata di giovedì sera a Porta a Porta (“Ho dodici testimoni che hanno sentito la voce di Napolitano messa in diretta da Fini per convincerlo che poteva fare la sua operazione politica perché aveva le spalle coperte”).

La Zanzara, l’ascoltatore sposta un po’ più indietro nel tempo l’attenzione rispetto all’ascesa di Monti, e conferma: “Berlusconi ha detto la verità sul primo colpo di Stato, quello di Fini…E’ una cosa reale…Era una riunione con Fini, c’erano la bellezza di 12 persone del Pdl. Fini ha messo in viva voce la telefonata di Napolitano, per far sentire a tutti che quello che voleva fare non era una cosa personale contro Berlusconi ma erano le alte sfere del potere a dirgli di farlo”.

Quel 14 dicembre… – Riavvolgiamo il nastro, torniamo dunque alla fine del 2010. Il “primo colpo di Stato” di cui parla l’ascoltatore è quello orchestrato da Gianfranco Fini, con lo strappo dal Pdl e la formazione di Futuro e Libertà, una mossa che sulla carta avrebbe dovuto dare il colpo di grazia al governo Berlusconi. Ma qualcosa andò storto: il 14 dicembre 2010, nel decisivo voto di fiducia, il Cavaliere la sfangò con una risicata maggioranza di tre voti. Ora stando a quanto affermato dall’uomo misterioso a La Zanzara – e non solo da lui, e ve ne daremo conto nel resto dell’articolo – si scopre che dietro la congiura di Fini potrebbe esserci stato lo zampino di Napolitano.

L’ascoltatore prosegue: “Ero uno dei presenti quando Napolitano chiamò Gianfranco Fini…gli altri nomi dei presenti non li posso fare, li deve fare Berlusconi. Fini mise in viva voce il telefono perché doveva convincere una parte del partito ad allontanarsi da Berlusconi e a far cadere il governo nel voto di fiducia. Napolitano chiese la disponibilità a Gianfranco Fini di formare un nuovo governo. Gli chiese se se la sentiva”.

Le testimonianze – Dunque, se la testimonianza corrispondesse al vero, nell’autunno 2010 – prima del voto di fiducia e ben prima dei sondaggi di Napolitano per Mario Monti al governo, avvenuti all’inizio della successiva estate) – Napolitano avrebbe brigato per trovare un nuovo inquilino a Palazzo Chigi. Una circostanza che viene confermata a Il Giornale da Amedeo Laboccetta, ex finiano: “Napolitano è della partita”. Fini, aggiunge, “non faceva mistero del suo rapporto con il presidente della Repubblica, anzi, se ne vantava e lo faceva sapere anche fuori dal suo entourage, per convincere le persone a seguirlo. Un’altra volta mi disse non sono certo uno sprovveduto, non farei quel che faccio se non avessi alle spalle chi mi dà le giuste coperture”.

Quindi la testimonianza di Fabio Granata, che ha spiegato che fu Re Giorgio a volere che Fini restasse presidente della Camera anche dopo la nascita di Fli: “C’è stata una regia di Napolitano”, ha dichiarato l’ex deputati di Fli al Fatto Quotidiano. Le testimonianze su un asse Colle-Fini, insomma, non sono estemporanee. E ci sarebbero anche, se tutto corrispondesse al vero, quei “dodici testimoni” che ascoltarono la telefonata tra Fini e Napolitano messa in vivavoce da Gianfranco. Tutto il resto, è storia.