Chi finanzia Renzi? Tra i nomi il “caymano” banchiere Serra e il ‘sultano degli appalti’ Alfredo Romeo
Il cavallo di battaglia renziano – rottamato da Grillo – è: trasparenza. E così trasparenza fu: sul sito della Fondazione BigBang di Matteo Renzi compare una lunga lista di finanziatori che hanno pagato di tasca propria la campagna politica del giovane Renzi per un totale di 814502,23 euro. Tra i più generosi compaiono: Davide Serra, il finanziere fondatore del Fondo Algebris Cayman Islands detto il “caymano” dopo aver battibeccato con Bersani, che ha sborsato 100 mila euro e Alfredo Romeo, il noto immobiliarista coinvolto nell’inchiesta ‘Appaltopoli’ della Procura di Napoli e condannato in Appello a 3 anni di carcere per corruzione, che ha pagato, per Renzi, 60 mila euro.
Detto, fatto: Matteo Renzi ha pubblicato sul web tutti i nomi di coloro che hanno finanziato – a mo’ di offerta – la sua campagna politica. In nome della trasparenza tanto sbandierata, sul sito della Fondazione BigBang è stata pubblicata la lunga pila dei finanziatori. Alla campagna politica di Renzi sono arrivati in totale 814.502,23 euro ma, tra i nomi resi pubblici, solo il 72% dei finanziatori ha dato l’ok alla trasparenza, il resto dei 300 mila euro sono stati donati da ‘misteriosi uomini’ che – secondo l’inchiesta de l’Espresso – nasconderebbe nomi come Diego Della Valle, l’imprenditore Oscar Farinetti e il multimiliardario francese François-Henri Pinault. Stando alla lista pubblicata sul sito della Fondazione, tra i finanziatori più generosi spuntano fuori i nomi di Davide Rossi, lo stesso finanziere che – in occasione delle primarie – ha avuto un acceso scontro con il leader del Pd, Bersani e la ISVAFIM Spa di Alfredo Romeo, lo stesso imprenditore che – coinvolto nell’inchiesta ‘Appaltopoli’ della Procura di Napoli – è stato condannato in Appello a 3 anni di carcere per corruzione ed interdetto dai pubblici uffici.
IL ‘CAYMANO’ DAVIDE SERRA E LO SCONTRO SUI PARADISI FISCALI – Il ‘banchiere di Renzi’ è Davide Serra che, insieme alla moglie Anna Barassi, è stato il più generoso donatore, supportando economicamente il rottamatore con ben 100 mila euro. Il debole politico del giovane fondatore del Fondo Algebris Cayman Islands era emerso già ai tempi dell’incontro segreto che i due avevano avuto durante la corsa alle primarie. La sera del 17 ottobre 2012 in un incontro buffet alla presenza di alcuni imprenditori e banchieri, Davide Serra aveva espresso tutto il suo appoggio politico a Renzi – diventato poi anche un supporto economico – e gli aveva dato dei “consigli” su come meglio gestire il sistema fiscale italiano, ispirandosi al modello sudcoreano.
Tra i vari ‘consigli’ di Serra quello più sentito era stato il metodo per sconfiggere l’evasione fiscale, la vera piaga dell’Italia, eliminando il contante. ‘Consigli’ che erano poco piaciuti a Pierluigi Bersani: “Noi italiani non dovremmo prendere consigli da uno che ha le basi in Cayman”, aveva dichiarato il leader del Pd. Il ‘caymano’ Serra non può permettersi di dare ‘consigli’ visto che – secondo Bersani – con il suo Fondo Algebris ha investito in uno dei paradisi fiscali del mondo: le isole di Cayman.
IL ‘SULTANO DEGLI APPALTI’ ALFREDO ROMEO E LA SUA CONDANNA – Anche Alfredo Romeo è un renziano che ha pagato ben 60 mila euro alla Fondazione BigBang attraverso la ISVAFIM Spa di cui è co-socio con la moglie Maria Vittoria Parisio Perrotti. L’azienda di Romeo ha 50 mila azioni di Nomisma, il centro studi fondato da Romano Prodi e la signora Parisio Perrotti è anche azionista della DLM Europa Srl, la società editrice del quotidiano Europa, il giornale della Margherita.
Proprio lui che – nell’ambiente napoletano ed oltre – viene definito “il sultano degli appalti” al punto che il suo era chiamato ‘sistema Romeo’. La matassa si sbroglia con il caso di Nino Bocchetti, ex segretario cittadino della Margherita, che fa riferimento alla sua nomina in una commissione del Ministero dell’Agricoltura, sulla quale avrebbe esercitato la sua influenza lo stesso Alfredo Romeo.
Questo ‘favoritismo’ emerge in varie intercettazioni in cui Bocchetti chiama Alfredo Romeo per “ringraziarlo” dicendo: “Ti devo far arrivare un tir carico di cioccolatino”. Viene a galla anche come il renziano Romeo avrebbe cercato di aggiudicarsi l’appalto di 400 milioni di euro per la sua società, la Global Service. In seguito, durante le interrogazioni compiute dalla Procura di Napoli, Bocchetti dichiara che: “A Napoli c’era la corsa degli assessori a farsi belli con Romeo”.
Insomma uno che conta nell’imprenditoria e nella politica. Condannato a due anni di carcere in Primo Appello per un assunzione concordata con l’ex provveditore delle Opere Pubbliche Mario Mautone, in sede di Cassazione Alfredo Romeo è stato assolto con formula piena da tutti i reati che gli erano stati contestati.
Rottama tutti anche a livello economico il giovane Matteo Renzi, dal finanziere del Cayman fino all’immobiliarista ‘appaltatore’.