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Esercito shock, incidente mortale per un caporale del Col Moschin: da brividi l’ultimo saluto [FOTO]

 

L’Esercito Italiano è sotto shock per la morte di uno dei suoi uomini migliori, il caporal maggiore Alessandro Solimine, incursore del nono reggimento “Col Moschin” originario di Torino, marito e padre di due figli, morto durante un tragico incidente. L’ultimo saluto ad Alessandro è stato da brividi, con 800 persone sull’attenti ad omaggiarlo: guarda le foto.

 

Dopo tante battaglie in diverse missioni militari, tra cui quella in Afghanistan, Alessandro Solimine si era guadagnato la stima e il rispetto di tutti i suoi colleghi.

In caserma, alla Vannucci di Livorno, lo conoscevano tutti il caporal maggiore Alessandro Solimine, incursore del 9º Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”, un reparto di eccellenza tra le Forze speciali Italiane.

Ma un destino beffardo era pronto a strappare Alessandro dalle braccia della sua famiglia, dalla moglie e dai due figli: non è morto in battaglia ma su una strada di provincia alla fine del turno di lavoro in una base di addestramento.

Lungo il viale D’Annunzio, a Pisa, Alessandro era al volante della sua Panda blu quando una Renault Megane gli finisce addosso a tutta velocità: morto sul colpo.

Dopo aver schivato mine, bombe, agguati terroristici, proiettili e trappole varie, che nelle missioni militari sono sempre dietro l’angolo, Alessandro non ha potuto nulla contro per evitare l’ultimo impatto, quello fatale.

Il conducente della Renault, 45 anni, di Tirrenia, è ora indagato per omicidio colposo e su di lui si concentrano le attività investigative della Procura: resta da stabilire con esattezza la modalità dell’incidente e la reale andatura della Megane.

La famiglia di Alessandro è sotto shock, ovviamente, e tutto l’Esercito si unisce al suo dolore: gli amici e i colleghi, da quel maledetto 27 gennaio, le stanno vicino e cercano di offrire il maggior apporto possibile. Nulla, per la famiglia, sarà più come prima. Nessuno potrà più riempire il vuoto lasciato da Alessandro.

Ma la sua memoria riempirà le giornate della moglie e il suo esempio sarà da sprono per i figli: “Seguite l’esempio di vostro padre”, dicono amici e colleghi.

E il 29 gennaio, giorno del corteo funebre per Alessandro, don Marco Menin, cappellano della Folgore, ha espresso parole strappalacrime: “Fate il vostro dovere costi quel che costi. Esiste per ciascuno un compito che va svolto: tenete caro questo progetto. Il progetto è affidato a voi.Quelli che avevano la tempra di Alessandro si comportavano abbracciando un compito per farne una missione. Accanto a questo comandamento c’è un secondo ammonimento: non siamo super uomini ma uomini. Alla vanità bisogna aderire alla vita reale. Lui amava la campagna, ed è una una metafora di chi tiene i piedi per terra.

L’ultimo testamento spirituale racchiude una dose di saggezza. Si tratta di non prendersela. E come? Affrontando le disavventure con il sorriso, fermare la sofferenza e reagire per continuare a vivere. E ancora: porre un limite oltre il dolore, affinché il male non invada quel confine. Ecco perché è necessario che il bene sia la luce che piano piano darà un senso a questo dolore”.

Lui ha sfidato ogni giorno la vita per un mondo migliore”, ha concluso Don Marco.

Un eroe dell’Esercito Italiano ci ha lasciato per sempre. Ma la sua memoria rimarra dentro i nostri cuori.

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Il luogo dell’incidente

Il corteo funebre (photo credit Congedatidafolgore.com)

COME DIVENTARE INCURSORE DEL 9° COL MOSCHIN – GUARDA IL VIDEO