Ribelli! Uomini e donne che hanno sacrificato tutto per un ideale
Un libro per scoprire i protagonisti dimenticati, in lotta contro ogni tirannia. La resistenza non va in vacanza.
Ribelli! è un libro scritto da Pino Cacucci, giornalista, traduttore e viaggiatore. Pubblicato nel 2001, a gennaio 2013 vede la sua settima edizione nella sezione Universale Economica Feltrinelli. Cacucci con grande passione, perizia storica e archivistica, ricostruisce le vite di personaggi, uomini e donne che si sono scontrati con ogni prevaricazione. Storie spesso dimenticate, cancellate, mistificate da governi. Verità e tragedie cadute nell’oblio.
Dall’Europa alla America Latina, è un viaggio per conoscere le esistenze – a tratti leggendarie – di partigiani/e, guerriglieri/e: Silvio Corbari il giovanissimo partigiano che non si allineò alle decisioni del CLN, trucidato dai nazifascisti insieme ai suoi compagni; Francisco Sabatè detto Quico, l’anarchico braccato in tutta la Spagna. E poi Irma Bandiera, “Tania la Guerrigliera”, ovvero Tamara Bunke, soldatessa in prima linea a fianco di Che Guevara e Castro. Jacinto Canek, l’indio che nel 1761 si oppose al colonialismo spagnolo; Camilo Cienfuegos dalla limpida e dissacrante risata, Sacco e Vanzetti e altri. Chiude il cerchio Jim Morrison, icona del rock non pienamente compresa dai suoi contemporanei, il quale affidò alla morte la sua disubbidienza alla spirale soffocante del sistema che lo aveva avvolto.
Lo scrittore non risparmia i dettagli crudi, le immagini violente, ma non è certo un romanzetto estivo. No. Queste storie – ignote soprattutto alle nuove generazioni – costringono a riflettere e a porsi delle domande. In un’epoca dagli ideali pallidi ed effimeri, dominata dal caos, da democrazie e stati in crisi (come dimostrato dalle proteste intercontinentali degli Indignados e le rivolte dei paesi arabi), l’attualità dei motivi -condivisibili o meno- moventi le azioni dei ribelli, appare a volte disarmante.
Povertà, fame, ingiustizie, guerre, diritti, statalismo oppressivo, dittature, pregiudizi.
Nessuno di loro ha ceduto al pactum subiectionis. Nessuno di loro ha tradito amici, fratelli, compagni. Nessuno di loro si è venduto. La forza delle loro idee li ha guidati anche nei momenti più critici, più duri, truci, quando tutto stava per finire, per crollare. Dei folli, direbbero i benpensanti. Dei sognatori, direbbero gli utopisti. Le categorizzazioni, però, sono restrittive.
Il voler andare sempre contro, la rivoluzione che gli scorreva nelle vene, un istinto più potente di qualsiasi altra giustificazione. Un grido di libertà scuotente dal torpore le coscienze messe al riparo da qualsiasi disturbo, in comodi involucri.
Volontà di spostare i confini, alla ricerca di un mondo migliore (non IL migliore!), sbeffeggiando i poteri, irridendo al conformismo, urlando la dignità degli ultimi, del proletariato e della sua comparsa nella storia. I protagonisti affrontano le varie schiavitù dell’uomo, sfidando la sorte, il buon senso, eserciti e proiettili, contro qualunque subdola legalizzazione del sopruso e dello sfruttamento. Sprazzi di Storia che graffiano il cuore, spingendo il lettore a rimettersi in questione; secoli e anni ripresi dal buco nero della memoria. Le loro gesta segnano un passo decisivo verso il cammino di libertà dell’umanità.
Non è il tipico best sellerone da ombrellone. Non tutti potranno capire o si sforzeranno di farlo, apprezzare o condividere. Una cosa è certa: le loro azioni, la passione viscerale pervadente questi Ribelli, nonostante l’abbandono e la dimenticanza, sembrano aver lasciato tracce indelebili in chi ogni giorno combatte in nuovi modi, unendo teoria e prassi, in qualsivoglia angolo della terra, a tutte le latitudini. Il coraggio dell’indignazione. Perché la Resistenza non è morta.