Perché in Svezia torna il servizio militare obbligatorio
Dopo le tensioni dei mesi scorsi con la Russia, il governo svedese ha preso la clamorosa decisione di reintrodurre la leva obbligatoria e di aumentare le spese per gli armamenti. Ecco quello che sta succedendo in Svezia.
Il Nord Europa è attraversato da un vento di Guerra Fredda che non lascia presagire niente di buono.
La muscolosa Russia di Putin fa paura e, dopo il caso della Finlandia che aveva richiamato migliaia di riservisti, ora anche la Svezia ha deciso di reintrodurre la leva obbligatoria.
Il servizio militare, abolito sette anni fa, chiamerà alle armi uomini e donne, così come stabilito dal premier Stefan Loefvén, che guida un governo di centro-sinistra.
A dare l’annuncio, riferisce l’Ansa, ci ha pensato il ministro della Difesa svedese, Peter Hultgvist, citando il deterioramento della sicurezza nella regione:
“Circa 4000 diciottenni dovrebbero essere reclutati ogni anno, a partire dal primo gennaio 2018”.
Questo vuol dire che tutti i cittadini nati dal 1999 in poi saranno chiamati a prestare servizio nelle forze armate, in nome della sicurezza del paese, messa a rischio – secondo il governo svedese – dalle provocazioni militari della Russia di Putin, il cui elenco è stato riportato da Repubblica:
“Continue violazioni delle acque territoriali da parte di sottomarini-spia della Voyenno-Morskoj Flot, frequenti sconfinamenti di caccia e bombardieri atomici della Voyenno-Vozhdushnye Silij Rossii, persino con grandi aerei strategici vettori di armi nucleari che a transponder spento si mettono a volare sulla rotta d’atterraggio di Arlanda (il più grande dei 4 aeroporti della capitale svedese) con rischi di collisioni e stragi nei cieli. E ancora: propaganda ostile, fake news, spionaggio, cyberwar.”
Maggiori spese per gli armamenti
Un esercito più grande ha bisogno anche di più armi. Per questo motivo lo stato maggiore svedese ha chiesto un consistente aumento delle spese militari.
L’obiettivo è dotare le forze armate svedesi di Supercaccia Saab JAS 39 Gripen, nuovi sottomarini invisibili e carri armati pesanti da schierare, in caso di conflitto, contro il T-14 Armata, il temibile panzer della Russia.
Da un primo e approssimativo calcolo, le spese militari della Svezia subiranno un aumento del 15%.
Il problema vero sarà trovare migliaia di riservisti in una popolazione di 10 milioni di abitanti. Secondo il ministro della Difesa Hultqvist occorrerà chiamare alle armi ogni anno almeno tredicimila giovani e ragazze, e selezionarne almeno quattromila per il servizio attivo, visto che allo stato attuale l’esercito svedese conta appena 20mila soldati.
Un numero davvero esiguo se si vuol sperare di fronteggiare l’Armata Rossa di Putin. E anche con il ripristino della leva obbligatoria la Svezia non avrebbe alcune chance di resistere alla poderosa forza militare russa.
Ecco perché gli svedesi farebbero meglio a seguire la strada della diplomazia anziché ascoltare i cattivi consigli della Nato per iniziare un braccio di ferro che farà male solo alla Svezia.
Vichingo avvisato, mezzo salvato.