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Missione militare per fermare i migranti: Wikileaks svela documenti riservati UE

Missione militare per fermare i migranti, ecco il piano segreto UE
Missione militare per fermare i migranti, ecco il piano segreto UE

Una missione militare per fermare i migranti? Nei giorni in cui Maroni minaccia i sindaci lombardi di tagliare i fondi per chi accoglie i rifugiati, ecco i documenti riservati dell’Unione Europea svelati da Wikileaks e il piano (armato?) contro gli sbarchi dei clandestini.

Da un lato abbiamo il Presidente della Regione Lombardia, Maroni, ex ministro dell’Interno, che minaccia i sindaci: “Taglieremo i fondi a chi accoglierà i rifugiati”, ha dichiarato Bobo.

Dall’altro lato ci sono migliaia di migranti pronti a salpare per le coste italiane e cercare rifugio nell’Europa.

In mezzo tra i due litiganti ci sono i burocrati di Bruxelles, che hanno messo a punto un piano (armato?) per fermare i migranti e porre fine agli sbarchi dei clandestini nel Vecchio Continente.

Wikileaks ha svelato i documenti riservati UE, in cui sono esposti i dettagli di questo piano, presentati in Italia dall’Espresso.

MISSIONE MILITARE IN LIBIA

Il piano europeo è chiarissimo e parla di “una missione militare in Libia a tutti gli effetti e non un’operazione di polizia per salvare migranti, come invece raccontano il ministro Angelino Alfano e il governo Renzi”.

Questo viene fuori dai due protocolli riservati dell’Unione Europea pubblicati da Wikileaks: il soldato Assange, pur nella sua condizione di recluso, continua a fare il suo lavoro, e cioè portare a conoscenza del grande pubblico le macchinazioni politiche delle istituzioni che ci governano.

E la natura militare della “missione” viene fuori in maniera cruenta nel “dossier scritto dai ministri della Difesa dei ventotto paesi europei”: “l’Unione Europea” – commenta Wikileaks – schiererà la forza militare contro infrastrutture civili in Libia per fermare il flusso di migranti. Dati i passati attacchi in Libia da parte di varie paesi europei appartenenti alla Nato e date le provate riserve di petrolio della Libia, il piano può portare ad altro impegno militare in Libia”.

LA GUERRA ALLE PORTE

La guerra in Libia è solo questione di tempo, quindi, e di mettere a punto il piano militare in tutti i suoi dettagli. Anche gli Stati Uniti spingono per questa soluzione, secondo la solita strategia del caos e del divide et impera.

I potenti di Bruxelles, però, stanno pensando a tutto, persino a come preparare l’opinione pubblica – contraria, ovviamente, al conflitto – da un punto di vista della comunicazione: “Il Comitato Militare dell’Unione Europea” – si legge nel dossier – “conosce il rischio che ne può derivare alla reputazione dell’Unione Europea, rischio collegato a qualsiasi trasgressione percepita dall’opinione pubblica in seguito alla cattiva comprensione dei compiti e degli obiettivi, o il potenziale impatto negativo nel caso in cui la perdita di vite umane fosse attribuita , correttamente o scorrettamente, all’azione o all’inazione della missione europea. Quindi il Consiglio Militare dell’Unione Europea considera essenziale fin dall’inizio una strategia mediatica per enfatizzare gli scopi dell’operazione e per facilitare la gestione delle aspettative. Operazioni di informazione militare dovrebbero essere parte integrante di questa missione europea.

LE 3 FASI DELL’OPERAZIONE MILITARE

Tre fasi e durata iniziale (prevista) di un anno. Obiettivo della “missione”: ridurre significativamente “il flusso di migranti e l’attività dei trafficanti”, attraverso “l’uso della forza”, che è “ammesso, specialmente durante le attività come l’imbarco, e quando si opera sulla terra o in prossimità di coste non sicure o durante l’interazione con imbarcazioni non adatte alla navigazione”.

I signori della guerra hanno messo in moto la loro macchina infernale. Prima hanno creato l’emergenza libica, distruggendo il regime di Gheddafi e gettando un intero paese nel caos, e ora propongono la soluzione finale. Che prevede, ça va sans dire, l’uso della forza militare.