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SCUOLA FOSSALTO/ Ecco i documenti esclusivi sul giallo dei lavori non realizzati

La vicenda della scuola di Fossalto continua a tenere banco. Infiltrato.it è riuscito a reperire documenti in esclusiva che provano importanti responsabilità personali (da chi ha curato i lavori fino al responsabile del collaudo) ed anche pubbliche (la precedente amministrazione comunale). E non mancano gialli inquietanti: dai blocchi di cemento presenti solo e soltanto nei bilanci (assenti negli atti, né mai realizzati) , fino al giallo della firma-non firma del responsabile tecnico.

di Carmine Gazzanni

Il 31 ottobre 2002 in Molise morivano 27 bambini ed una maestra. Colpa del terremoto, si disse allora. Oggi sappiamo che dietro ci sono anche pesanti responsabilità umane: lo scorso 24 maggio la Cassazione ha confermato le condanne per i costruttori della scuola di San Giuliano di Puglia a cinque anni per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose.

Eppure pare che la lezione di San Giuliano sia servita a poco. Oggi, in Molise, si continuano a costruire scuole insicure. È il caso di Fossalto. Come Infiltrato.it ha ricostruito, infatti, nell’agosto 2006 la precedente amministrazione (guidata dal veterinario, oggi dirigente ASRem, Nicola Cornacchione) approva un progetto per “l’adeguamento sismico dell’edificio scolastico di proprietà comunale” . La struttura commissariale lo finanzia interamente per un costo di 280 mila euro (anche se poi, in totale, i soldi destinati alla scuola saranno 473 mila euro).

A settembre dello stesso anno i lavori sono ultimati: i ragazzi tornano regolarmente nelle loro scuole. Tre anni dopo, però, il nuovo sindaco di Fossalto Nicola Manocchio, che sin da subito si è occupato della questione conducendo una strenua battaglia civile prima ancora che politica, si accorge di qualcosa che non torna. I lavori non sono stati poi così regolari. Chiude allora l’edificio scolastico e chiede ben due relazioni tecniche. L’ultima (otto gennaio 2010) non lascia dubbi: l’ingegnere incaricato dal comune riferisce che “non sussistono le condizioni di sicurezza tali da poter modificare l’ordinanza di inagibilità”. Ma c’è di più. Leggendo la relazione, infatti, si evince che i lavori eseguiti non solo non hanno permesso di aumentare il grado di sicurezza dello stabile nei riguardi di un sisma di forte intensità, ma, addirittura, “hanno posto in essere condizioni di pericolosità maggiori rispetto alla situazione preesistente”. I lavori infatti “eseguiti e collaudati, risultano parziali e incompleti e non idonei a conseguire l’adeguamento sismico dell’edificio scolastico”. Insomma, i lavori hanno reso ancora più inagibile una struttura che, dopo il terremoto, già di per sé lo era. Potremmo dire: 280 mila euro per un in-adeguamento sismico.

I DOCUMENTI CHE PROVANO LE RESPONSABILITA’ – La domanda, a questo punto, sorge spontanea: a chi imputare le responsabilità? Saranno la Corte dei Conti e la Procura della Repubblica ad accertare rilievi penali e amministrativi. Qualcosa, però emerge già consultando un documento comunale di cui Infiltrato.it è venuto in possesso. Il 29 novembre 2007, infatti, viene stipulata una convenzione per “la disciplina dell’incarico professionale per la redazione della progettazione preliminare, esecutiva, direzione lavori, misure, contabilità e certificato di regolare esecuzione, relazione geologica, collaudo statico” proprio per il progetto di adeguamento sismico della scuola. Nel documento si legge, nero su bianco, chi si è occupato di tali incarichi.

Innanzitutto l’ingegnere che ha curato la direzione dei lavori, dalla progettazione preliminare fino a quella “definitiva ed esecutiva”, ovvero l’ingegnere Pasquale Tromba. Nella relazione tecnica si dice esplicitamente che “l’esecuzione dei lavori così realizzati […] non ha assolutamente migliorato la resistenza complessiva dell’edificio, ma l’ha senz’altro ridotta, aumentandone il rischio di collasso”. Il motivo? “Il modello di calcolo adottato non corrisponde alla reale situazione dei luoghi, in quanto non tiene in alcun conto delle strutture fondali esistenti e non investiga in alcun modo sull’effettivo loro comportamento in caso di sisma”.

Ma allora, se così stanno le cose, chiediamoci anche altro. Come abbiamo detto, a settembre 2006 i ragazzi tornano nella loro scuola dopo i lavori di adeguamento. C’è stato, dunque, un collaudo che ha permesso il riutilizzo della struttura. Chi ha curato il collaudo, poi rivelatosi – almeno stando alla relazione tecnica del 2010 – assolutamente superficiale? Nell’atto del 2007, a tal proposito, si legge: “la giunta comunale […] ha conferito all’Ingegner Vergalito Aldo da Fossalto, l’incarico di provvedere al collaudo statico dei sopra detti lavori”.

Ma c’è di più. Come Infiltrato.it ha già avuto modo di documentare, i lavori sono stati affidati alla Italscavi spa. Impresa, questa, che già ha vissuto vicende poco piacevoli legate a ritardi e a difformità esecutive rispetto alla progettazione dei lavori (il comune di Siena aveva affidato ala ditta un progetto pari ad un importo di 4 milioni di euro, poi revocato “per ragioni addebitabili a comportamento colposo dell’appaltatore – gravi ritardi, difformità tecniche del Progetto Esecutivo presentato – e violazione degli obblighi contrattuali”).

Né sarebbe scevra da responsabilità la passata amministrazione comunale, guidata da Nicola Cornacchione. Il decreto n.29 del 13 febbraio 2006, sulla questione, è chiaro: “resta nell’esclusiva responsabilità e competenza dell’amministrazione comunale di Fossalto […] l’applicazione delle normative tecnico-amministrative vigenti per la realizzazione dell’opera”.

LA RELAZIONE GEOLOGICA DI CUI NON SI HA TRACCIA – Ma torniamo ad Aldo Vergalito e Pasquale Tromba, i due tecnici che si sono occupati della direzione dei lavori l’uno e del collaudo l’altro. La negligenza (se così vogliamo chiamarla) dei due risulterebbe anche da un altro documento. Come molti sapranno ogni progettazione necessità anche di un rapporto geologico. Soprattutto se si sta parlando di un adeguamento sismico. Ebbene, nella relazione tecnica dell’otto gennaio 2010 si fa appunto cenno alle “indagini finalizzate alla certificazione di idoneità sismico-statica dell’edificio scolastico”, condotte dal dottor Paolo Petti. Ebbene il geologo parla di “uno strato di terreno dello spessore di 2,60 m con caratteristiche non pienamente affidabili”. Come dire: attenti a costruire. Tant’è che Petti sottolinea la  necessità di una “indagine geognostica estesa a tutta l’area circostante”. Sarà stata eseguita? Stando agli atti depositati in comune assolutamente no: “nella documentazione trasmessa ad oggi  dal comune di Fossalto allo scrivente – si legge ancora sulla relazione – non c’è traccia di detti studi di approfondimento geognostico”. Ma c’è di più: non sarebbe stato trasmesso nemmeno il fascicolo di deposito degli atti strutturali nel quale, tra l’altro, è obbligatoria la presenza dello specifico studio geognostico. Di cui, dunque, non si ha traccia.

L’attuale sindaco Nicola Manocchio ci conferma questa stranezza: “la progettazione depositata al comune non aveva la relazione geologica. Io poi l’ho richiesta e me l’hanno trasmessa nel 2010. Il geologo mi ha detto che l’aveva consegnata a mano al progettista. Però nel fascicolo depositato in comune non c’è traccia della relazione”. Domanda: che fine ha fatto questo documento?

I BLOCCHIDI CEMENTO ARMATO: PRESENTI SOLO NEL BILANCIO – Se qualcosa sparisce come per magia, qualche altra cosa, per lo stesso procedimento magico, compare. È il caso dei plinti (blocchi di cemento armato inseriti sui pilastri per garantire una maggiore stabilità) di cui c’è traccia solo e soltanto nel bilancio finale dei lavori. Ci dice ancora Manocchio: “i plinti nel progetto originario non erano previsti. Tuttavia nella contabilità finale dei lavori compaiono dodici plinti di dimensione di 1,10×1,10×1,40. Non c’è però negli atti alcuna verifica statica di questi blocchi di cemento armato. Non abbiamo trovato alcun disegno che ne definisse geometrie. Non abbiamo trovato alcun disegno delle armature. E tra l’altro non li abbiamo trovati nemmeno fisicamente”. Già, perché il sindaco ha dato ordine di rompere i muri dell’edificio per stabilire la presenza o meno dei plinti. Il risultato è davanti agli occhi di tutti: dei blocchi di cemento nemmeno l’ombra. Chi li ha inseriti, allora, nel bilancio? Perché, però, non c’è alcuna traccia di questi negli atti della progettazione? E infine: perché poi non sono stati realizzati?

IL GIALLO DELLA FIRMA – NON FIRMA DEL RESPONSABILE TECNICO – La vicenda di Fossalto è ben più intricata di quanto si possa credere. Secondo quanto Infiltrato.it è riuscito ad appurare, ci sarebbe anche una storia di firme false per la quale già è stata sporta regolare denuncia. Cerchiamo di capire cosa è successo. Una figura di notevole importanza nell’ambito della progettazione e realizzazione di opere di architettura civile è quella del RUP (Responsabile Unico del Procedimento). Per l’adeguamento sismico della scuola di Fossalto è stato nominato l’ingegner Carlo Tatti, il quale, in altre parole, ha vigilato sul rispetto delle norme contrattuali e sulla bontà delle opere. Ebbene, secondo quanto denunciato da Tatti ai Carabinieri di Torella le firme riportate sugli atti di contabilità finale non sono sue. Sarebbero, dunque, false.

Se la denuncia di Carlo Tatti venisse accertata, la questione diventerebbe certamente più sinistra di quanto già oggi non lo sia. Chi ha firmato al posto del RUP incaricato, tenendo conto che gli atti finali sono accessibili al direttore dei lavori (Pasquale Tromba) e all’amministrazione comunale (l’ex sindaco Nicola Cornacchione)? Punti di domanda grossi come una casa. Anzi, come una scuola.