Silvio Berlusconi torna ricandidabile? La soffiata di Bisignani
Secondo quanto riferisce il sempre ben informato Luigi Bisignani, Silvio Berlusconi (che ieri sera era a San Siro) potrebbe tornare ricandidabile. E restare, quindi, sia come Presidente del Milan che come leader politico del centro destra italiano. Ecco i dettagli.
Ieri sera Silvio Berlusconi era in tribuna a San Siro, per assistere al derby della Madonnina tra il suo Milan giovane e italiano e l’Inter dei cinesi.
Una bella partita, con i rossoneri ripresi a 30 secondi dalla fine. Montella e i suoi restano secondi in classifica ma a pari merito con la Roma mentre l’Inter resta a meno 8 dalla zona Champions.
Poche parole nel prepartita ma decisive e rumorose:
“Il mio ultimo derby? Non credo. Potrei restare insieme a Galliani.”
SILVIO RESTA PRESIDENTE DEL MILAN?
Boom. Il closing con i cinesi, previsto per il 13 dicembre, si avvicina. Ma Berlusconi ha posto delle condizioni, come riferisce SportMediaset:
“I cinesi insistono con molta determinazione affinché io rimanga presidente del Milan. Ma restare presidente in una società di altri, era una cosa che non potevo tenere in considerazione. Devo avere possibilità di intervento, ad esempio dire sì o no su acquisti e cessioni e sullo schema da tenere in campo. Se questa cosa mi sarà attribuita, proverò di accettare la presidenza honoris causae. La permanenza di Galliani è un’altra delle condizioni che metterò per accettare.
Io sono molto conosciuto in Cina. Un’ultima indagine ha mostrato come tra i politici i tre più conosciuti siano Obama, Berlusconi e Putin. Come mai? Perché sono da 22 in campo nella politica, sono tantissimi, forse troppi; sono il presidente che nel calcio ha vinto di più e sono stato anche oggetto di un attentato che ha portato la mia faccia insanguinata in tutti i telegiornali e nelle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Ovunque vada sono riconosciuto. L’ho visto anche a New York, camminare per strada mi era difficile perché venivo fermato con la richiesta di fotografie. Questo mi succede ovunque vada.”
Primo colpo di teatro, in questo caso calcistico, di Silvio Berlusconi.
SILVIO TORNA IN POLITICA?
Il secondo colpo di teatro, stavolta politico, arriva tramite la penna di Luigi Bisignani per Il Tempo:
“Nei palazzi del potere sono in corso valutazioni che potrebbero incidere sui prossimi scenari e ruotano attorno alla Corte europea dei diritti umani che deve decidere le sorti di Silvio Berlusconi fatto decadere da Senatore della Repubblica con l’applicazione di una norma retroattiva della legge Severino.”
In buona sostanza si starebbe lavorando per far rientrare, finalmente, Silvio Berlusconi in politica attiva.
Sui disastri che ha commesso siamo tutti d’accordo ma non dobbiamo mai dimenticare che in Italia la democrazia è sospesa proprio dal giorno delle dimissioni (forzate) di Berlusconi nell’ormai lontano 2011.
La verità dei fatti è che i democratici italiani hanno preso il potere solo dopo aver eliminato l’avversario politico. Tanto per capirci, se questa è democrazia allora meglio la Russia di Putin.
I RETROSCENA DELLA SENTENZA
Bisignani spiega nei dettagli i retroscena della sentenza che tiene Berlusconi fuori dalle aule parlamentari:
“Tre anni per decidere solo sulla ammissibilità del ricorso di Silvio Berlusconi contro l’interpretazione della Legge Severino appaiono spropositati, anche perché ormai è chiaro che l’allontanamento forzoso e la conseguente non candidabilità di Berlusconi è un vulnus che si ripercuote su milioni di elettori che vedono ancora in lui l’unico leader capace di riunire il centrodestra.”
Su quest’ultimo punto abbiamo forti dubbi.
Il centro destra non esiste più, Berlusconi non è quello di una volta – del resto l’età passa per tutti – e gli scenari politici sono cambiati.
Al massimo potrebbe fare da ponte diplomatico tra Putin e Trump e divertirsi con la geopolitica.
UNA MANINA TEDESCA
Secondo Bisignani, riguardo alle ragioni per cui la Corte europea non si è ancora espressa:
“C’è anche chi vede una manina di alcuni paesi come Germania e Polonia che temono l’asse di un Cavaliere risorto con Putin.”
In Italia, purtroppo, non c’è ancora una alternativa seria a Renzi.
Persino i suoi avversari interni, Bersani su tutti, pensano che anche in caso di sconfitta al referendum il Premier toscano debba rimanere in carica:
“Se vince il No per me Renzi può anche restare a Palazzo Chigi, magari un po’ acciaccatino… Io non ho problemi, basta che stiamo meno chiusi, meno comandini, meno arroganti e meno inchinati. Se invece Renzi se ne vuole andare, sarà il presidente Mattarella a decidere il da farsi.”
Il centrodestra è smembrato in tante piccole bande, ognuna con il capetto di turno: Salvini, Meloni, Parisi e via dicendo. Il centrosinistra non ha alternative a Renzi. Il Movimento 5 Stelle non ha ancora fatto il salto di qualità.
Nonostante tutto questo, anche se Silvio Berlusconi tornasse in politica, lo status quo renziano non cambierebbe di una virgola. Al massimo si allargherebbe la maggioranza.