Immunità per i (nuovi) senatori: così consiglieri regionali e presidenti potranno rubare indisturbati
Con la porcata dell’immunità ai nuovi senatori – che in realtà saranno consiglieri regionali e presidenti di regioni nominati dai partiti – ci ritroveremo l’ennesimo esercito di impuniti pronti a rubare ancora di più rispetto a quanto fatto fino ad oggi. Ecco cosa prevede il regalo di Renzi&Co.
Tutti i partiti, ad eccezione del M5S, hanno votato a favore dell’emendamento presentato da Calderoli (Lega) e Finocchiaro (Pd) che reintroduce l’immunità parlamentare per i nuovi senatori, immunità che nel testo del Governo non era presente. Nonostante questo, la Casta si è ritrovata d’accordo nel regalarsi l’ennesimo scudo giudiziario: renziani e berlusconiani, leghisti e bersaniani, tutti insieme appassionatamente. Unico astenuto della maggioranza è stato Augusto Minzolini di Forza Italia, secondo cui “è assurdo che un sindaco possa rifugiarsi in Senato per sfuggire alla Giustizia.”
Come scrive Dagospia, “vanno tutti d’accordo, quando c’è da pararsi reciprocamente il culetto. Avremo sindaci che trafficano con municipalizzate e piani regolatori che si proteggono con l’immunità da senatore. avremo presidenti di regione che faranno lo stesso per continuare a smazzare appalti nella sanità e nomine di primari.”
Anna Finocchiaro, che in passato era stata beccata a fare la spesa all’Ikea con la scorta e che si è espressa favorevolmente contro il taglio delle pensioni d’oro – insomma: una che conosce bene il peso e il valore di “essere Casta” – ha giudicato l’immunità come un “presidio della libertà di esercizio delle funzioni, tant’è che è prevista anche per i giudici costituzionali e per i nostri ambasciatori quando si trovano all’estero”, senza prendere minimamente in considerazione le obiezioni sul “legame” con l’elettività dei membri.
Complimenti, dunque, al Governo Renzi: ecco a voi la prima vera riforma.