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Che fine ha fatto Alfano? L’arrivo di Renzi lo mette all’angolo e se ritorna il mattarellum…

Mercoledì si incontreranno alla presentazione del libro di Vespa, ma l’arrivo Renzi ha già cancellato la “novità” di Alfano, che ora rischia grosso se il Banana farà votare Forza Italia per il Mattarellum…

 

Scintille garantite, imbarazzo a Palazzo Ghigi, goduria in Forza Italia. Sarà questo lo spettacolo messo in scena mercoledì nel faccia a faccia tra Renzi e Alfano. L’occasione del duello sarà la presentazione romana, a Palazzo Santa Chiara, del libro di Bruno Vespa «Sale, zucchero e caffè». Se non si vedranno prima per smussare gli angoli, i due giovani leader ingaggeranno uno scontro durissimo. E’ soprattutto la riforma della legge elettorale a dividerli. Una riforma che il presidente della Camera Boldrini considera ormai «una emergenza assoluta».

Oggi Renzi parlerà all’assemblea del Pd, ma non svelerà le carte sul modello elettorale. E’ chiaro comunque che non intende farsi legare nella camicia di forza di un accordo da fare dentro la maggioranza a qualunque costo. Non si farà «ricattare» dalle altre forze politiche minori, da Alfano, Casini, Mauro. Ieri Roberto Giachetti è stato molto chiaro. Entro gennaio bisognerà sapere su quale legge si marcia in Parlamento.

Basta «ricatti e melina da parte di chi minaccia una crisi di governo». Basta con «i giochini alla Quagliariello», che vuole prima la riforma del bicameralismo e poi quella elettorale. «Alla Camera i numeri per trovare un nuovo sistema di voto ci sono», con o senza il Nuovo Centrodestra ha detto Giachetti che ha interrotto lo sciopero della fame dopo 68 giorni consecutivi.

A mettere il timbro sulle parole del deputato del Pd è stato lo stesso Renzi che era presente alla conferenza stampa nella sede del partito. Il sindaco di Firenze ha abbracciato Giacchetti e si è seduto in prima fila. E Giachetti ha ribadito che gli accordi si possono fare con tutti. Anche con M5S e FI? «Faremo di tutto perché ci sia un accordo ampio».

Un colpo basso per Alfano che vuole sfidare Renzi anche su altro terreno, quello della riforma del lavoro, e aspetta di sentire cosa dirà sul tema all’assemblea di oggi. «Siamo tutti curiosi di sapere se dirà in inglese le tesi della Cgil o se dirà in inglese le tesi riformatrici», ha detto con sarcasmo il vicepremier. Una sfida anche sulla legge elettorale che Alfano vorrebbe in senso bipolare perché gli elettori devono sapere chi è il capo dell’esecutivo, devono conoscere prima la coalizione e chi la guida. «Per la scelta dei parlamentari siamo dell’idea del meccanismo del sindaco d’Italia».

In questo scontro si inserisce Berlusconi proponendo di tornare al Mattarellum. Per farlo «occorreranno pochi mesi», dice il Cavaliere che così spera di armare la mano di Renzi e tornare alle urne in primavera. Per Brunetta si tratta di una «mossa geniale» di Berlusconi con lo scopo di mettere d’accordo i tre partiti maggiori, Pd, Fi e M5S, e tagliare fuori il Nuovo Centrodestra. «Se c’è la volontà politica – spiega il capogruppo di Fi – si può fare tutto nell’arco di gennaio. Renzi non ha più alibi e credo che dall’assemblea Pd di Milano risponderà a Berlusconi in maniera altrettanto geniale».

Ma dentro Fi non tutti considerano geniale l’uscita dell’ex premier del centrodestra. Non la pensa così ad esempio Gasparri. L’ex capogruppo dice che di Mattarellum non si è mai discusso nel partito. «A me non piace. Immagino cosa potrebbe succedere quando si dovranno scegliere i candidati. Quella di Berlusconi mi sembra un espediente tattico».