Clamorosa rissa all’assemblea Pd, volano schiaffi e spintoni: ecco il video
Nel Partito Democratico siamo al tutti contro tutti e in linea con quanto accade nel campionato di Serie A volano schiaffi e spintoni: ecco la clamorosa rissa all’assemblea Pd. Guarda il video.
Qualcuno dalle parti di Liberoquotidiano si chiede “se prima o poi finirà così anche a Roma, magari in aula o in qualche commissione parlamentare” visto che “finora, lì, la minoranza ha mandato giù i bocconi amari”, vedasi l’epurazione di dieci “dissidenti” dalla commissione Affari costituzionali.
Ma quanto è accaduto ad Avellino, dov’era in corso l’assemblea provinciale del Pd per la definizione delle candidature alle regionali campane, ha davvero dell’incredibile e racconta meglio di ogni altra ricostruzione come stiano davvero le cose all’interno del primo partito d’Italia.
Le elezioni regionali campane sono alle porte, l’incandidabile De Luca, sceriffo di Salerno, sfida l’uscente Caldoro. Le chances di vittoria sono poche ma nel Pd si litiga comunque per un posto al sole: una poltrona in consiglio farebbe comodo a molti.
Ed ecco che – al momento in cui si doveva votare sulla lista (di candidati, ndr) da presentare la settimana successiva all’assemblea regionale – “la discussione è presto degenerata nel caos più totale quando dal palco si è messa ai voti la proposta. Urla, accuse, cori e persino spintoni nelle retrovie della sala, mentre il segretario provinciale tentava, senza riuscirci di portare la calma”.
Anche Il Fatto Quotidiano si è occupato della clamorosa rissa, rivelando che “a incendiare gli animi, la lista dei quattro candidati irpini per le regionali del 31 maggio in Campania, proposta dal segretario provinciale del Pd, il renziano Carmine De Blasio”.
La lista bloccata e tutta di maggioranza rappresenterebbe, secondo la minoranza del partito, “un tentativo di epurazione della candidatura di Francesco Todisco, nonostante le preferenze raccolte”.
Oramai i renziani emulano in tutto e per tutto il dittatorello di Palazzo Chigi e dopo le epurazioni in Commissione, per far passare l’Italicum, si sentono in diritto di compiere qualsiasi forzatura.
“I delegati di minoranza – raccontano sul Fatto – hanno inveito contro la presidenza che tentava a tutti i costi di far votare la lista con i quattro nomi: Beniamino Palmieri, Enzo De Luca, Roberta Santaniello, tutti renziani, e Rosetta D’Amelio. Tentativo continuamente interrotto da urla e accuse pesanti: “Buffone, che cosa voti”, sbotta il delegato Giovanni Bove, segretario del Circolo Foa del Pd di Avellino e membro dell’assemblea regionale. Alla fine il segretario provinciale De Blasio deve cedere, e verificare il numero legale, che non c’è”.
Oramai la democrazia italiana è sempre più ridotta ad uno scontro tra bande. Il potere e la poltrona unico obiettivo. Anche dei gattopardeschi rottamatori.
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