Federalismo fiscale? La Regione Molise taglia le auto blu…
La Regione Molise taglia le auto blu. Questa la risposta dei politici spreconi al federalismo fiscale.
Li hanno definiti “duri” (Gianni Letta), “necessari” (Giorgio Napolitano) addirittura “indispensabili” (Silvio Berlusconi). Insomma, in periodo di crisi i sacrifici sono richiesti a tutti, anche alle Regioni.
E allora ecco pochi giorni fa la decisione di Michele Picciano: “Vogliamo contribuire fattivamente e concretamente alla riduzione dei costi per quel che attiene l’attività istituzionale del consiglio”. In che maniera? Tagliando del 50% le spese per le auto blu. Punto. Può bastare questo per risollevare la critica condizione economica del Molise? Certo che no, soprattutto se teniamo conto che, come afferma Massimo Romano nel suo sito, “il Consiglio ha in dotazione due auto blu, di cui una che utilizza lui (Picciano, ndr) e una di scorta che non esce mai”.
Sarebbe allora più giusto parlare di un “contentino”. Proviamo, per esempio, ad analizzare i costi della politica molisana. L’indennità annua va da 144.000 euro, di cui godono Presidenti di Giunta e di Regione, a 132.000 euro per gli assessori, fino a 123.000 euro per i consiglieri. Gli stipendi regionali sono molto alti: un “semplice” consigliere regionale arriva a guadagnare 10.255 euro mensili. Situazione che ha dell’incredibile se, per assurdo, la rapportassimo con gli stipendi di alcuni grandi uomini di Stato europei: Sarkozy, ad esempio, giunge ad un guadagno mensile di 6.712 euro.
Si dirà: ma questo è un paradosso tutto italiano. Verissimo. Ma nel Molise questo paradosso si rende ancora più evidente. Poniamo in rapporto numero dei consiglieri e numero degli abitanti: in Molise abbiamo un totale di 30 membri del Consiglio regionale e circa 320.000 abitanti, un rapporto assoluto di un consigliere ogni diecimila abitanti. Andiamo ad esaminare altre regioni: nel Lazio ne abbiamo 74 (poco più del doppio) su 5.6 milioni di abitanti, un rapporto assoluto di uno a 75.675 abitanti circa; rapporto che si mantiene costante per il Piemonte: 59 consiglieri su 4.4 milioni; in Umbria, invece – una regione non molto estesa come il Molise – abbiamo 31 consiglieri (uno solo in più rispetto al Consiglio di Palazzo San Giorgio), ma quasi un milione di abitanti: anche qui meno consiglieri in proporzione rispetto al Molise, uno su 3.225 abitanti.
D’altronde gli alti costi della politica molisana sono evidenti anche se analizziamo la classifica elaborata dalla Commissione tecnica sul federalismo fiscale e consegnata al Parlamento alcuni giorni fa: ad ogni cittadino il dipendente regionale costa mediamente 44 euro al giorno. In Lombardia, regione virtuosa su questo fronte, costa appena 21 euro l’anno ad ogni abitante. In Molise, invece, regione non virtuosa nemmeno su questo fronte, arriva a costare 187 euro annuali (seconda soltanto alla Sicilia: qui 349 euro pro capite).
Interessante, poi, è anche lo spreco derivante dalle varie Commissioni. In Molise ne abbiamo ben 13, quattro statutarie e nove “temporanee”. Queste ultime sono: Commissione per la verifica delle condizioni di eleggibilità dei consiglieri regionali; Commissione per la cooperazione internazionale dell’area adriatica; Commissione per gli affari comunitari; Commissione di studio e inchiesta sul dissesto idrogeologico; Commissione d’inchiesta per il disagio familiare; Commissione di studio per l’attuazione del piano di rientro sanitario; Commissione sugli insediamenti di produzione energetica; Commissione sugli effetti occupazionali ed economici del federalismo fiscale (in Molise?). E l’ultima è la più affascinante: Commissione d’inchiesta sulla influenza suina.
Soltanto una di queste risulterebbe più che utile, quella sul “piano di rientro sanitario”, visto il “buco nero” che bisognerebbe risanare. Non è un caso che questa è stata l’unica commissione votata e voluta sia da maggioranza, sia da opposizione. Ma attenzione: presidente della Commissione è stato nominato Vincenzo Bizzarro, cugino di Michele Iorio. Insomma, difficilmente cambierà qualcosa.
Ora, oltre al fatto che i nomi stessi di alcune commissioni possono farci immaginare il loro grado di utilità, oltre al fatto che i Presidenti delle commissioni (tutti di maggioranza) aggiungeranno al loro stipendio un’indennità di circa 1.300 euro lordi, anche qui è alquanto interessante fare alcuni raffronti. Prendiamo ad esempio la Lombardia. Si potrebbe pensare: la regione lombarda conterà certamente più commissioni se in Molise ne abbiamo tredici tra ordinarie e straordinarie. E invece no. Se andiamo sul sito della Regione Lombardia ne troviamo solo otto: Programmazione e Bilancio; Affari istituzionali; Sanità e Assistenza; Attività produttive e Occupazione; Territorio; Ambiente e Protezione civile; Cultura, Istruzione, Formazione professionale, Sport e informazione; Agricoltura, Parchi e Risorse idriche.
Il discorso non cambia – anzi migliora e, per il Molise, peggiora – se ci spostiamo in Piemonte: due Consulte (per l’immigrazione e per la difesa e tutela del consumatore) e soltanto una Commissione (per la realizzazione per le pari opportunità tra uomo e donna). E, se ancora non bastasse, ecco altri sprechi: oltre alla sede a Campobasso la Regione Molise ha due sedi di proprietà a Roma, oltre ad aver comprato negli anni passati un ex albergo e uno stabile dell’Enel per un totale di 18 milioni di euro. Insomma, spese su spese.
E c’è andata anche bene. In Molise, infatti, vigeva una legge: “Norme in materia di organizzazione dell’amministrazione regionale e del personale con qualifica dirigenziale”. In pratica una legge che ristabiliva le norme per affidare gli incarichi dirigenziali ai dipendenti della Regione Molise. Ma qui si stabiliva qualcosina in più: un aumento di stipendio per i dirigenti pubblici a discrezione della giunta regionale, anche se questo prevedeva un ulteriore spreco di denaro pubblico (tanto per cambiare) a dispetto di norme nazionali che lo impedirebbero. In pratica un dirigente molisano poteva arrivare a prendere più di dirigenti pubblici di altre regioni.
Pochi ci crederanno, ma anche Raffaele Fitto (ministro per i Rapporti con le Regioni) s’è accorto della crisi e ha bocciato tale provvedimento impugnando la legge regionale.
Insomma, tanti soldi buttati. Beh, meno male che ora una delle due auto blu della Regione rimarrà chiusa in garage. I nostri problemi sono finiti.