La Camorra e i camorristi in Molise: affari, clan e quella Ferrari a Pozzilli.
4 sono i clan che si spartiscono il territorio molisano, dai Casalesi ai Bellocco di Rosarno, dai Catanesi fino ai La Torre di Mondragone, finiti all’onore delle cronache ad inizio 2010.
Gomorra a Isernia.
È un titolo ad effetto che circola con sempre maggiore frequenza nella rarefatta aria molisana e solo chi non voleva sapere o far finta di niente può dirsi stupito. È una novità che i clan facciano affari in Molise? Certo che no, anzi è chiaro e lampante che una regione con una enorme quantità di sportelli bancari, una bassa densità demografica e quindi tanto verde dove inquinare – per citare Cristian Rossi, presidente dell’Adat – un turnover altissimo di negozi, zone industriali in perenne fallimento dove si possono acquistare facilmente società e capannoni, tutto questo unito a un mare di fondi europei piovuti sul Molise (più di un miliardo di € dal 2000 al 2007) rende “l’isola felice” il miglior posto d’Italia dove riciclare in religioso silenzio.
Nel febbraio 2010 l’Operazione Strike rivelò la presenza sul territorio molisano del clan La Torre; peccato che da anni, precisamente dal 2003, si hanno notizie ufficiali della presenza sul territorio locale del clan di Mondragone. Forse qualcuno pensava che venissero a svernare in vacanza – meglio un turista camorrista e pieno di denaro che un turista eco-sostenibile spiantato – e invece vengono semplicemente a fare il loro lavoro: riciclare denaro nel posto più vicino geograficamente e più ospitale, nel senso che “fatti i fatti tuoi che campi cent’anni”.
Eppure ci sono delle novità da sottolineare.
La prima: l’operazione non è partita da forze dell’ordine locali, e questo è un fatto che va sottolineato. La seconda riguarda il numero delle società coinvolte nell’Operazione Strike con sede in loco: una. Una? Ne esistono decine, per essere ottimisti, il consorzio industriale di Pozzilli è pieno di capannoni dove la camorra fa affari sporchi nel massimo riserbo e senza disturbi.
Comprano società e capannoni a prezzi stracciati, possono sempre servire.
Una notte di qualche tempo fa giunge a Pozzilli, dal casertano, una luccicante Ferrari testarossa, che entra in uno dei tanti capannoni semi-abbandonati del nucleo industriale. Scende un tizio piuttosto preoccupato e frettoloso, parlotta con il proprietario del capannone, il quale ordina immediatamente ad un suo operaio di spostare la macchina – immagino la gioia del ragazzo – portarla dentro, schiacciarla nella presa e fonderla. Et voilà, la Ferrari non c’è più.
Gomorra a Isernia, invece, è sempre lì.