Tar Molise, Di Pietro e i clientes: Michele Iorio sotto scacco
Michele Iorio sotto scacco: facciamo il punto dopo la sospensiva del Tar Molise, l’attacco di Di Pietro e la ribalta di quei clientes di cui Iorio tiene conto.
di Carmine Gazzanni
Al centro della politica molisana ancora una volta la sanità. Mentre, infatti, nel centrosinistra non sanno più che pesci prendere ed assistiamo a lotte interne sconcertanti che spesso scadono in vere e proprie comiche (vedi Pd, vedi Idv, vedi Sel), nel centrodestra non se la passano di certo meglio. E la spada di Damocle, come detto, è rappresentata dall’annoso problema della sanità che sta mettendo sempre di più Michele Iorio con le spalle al muro.
Come molti già sapranno, dopo il no di Cattolica e Neuromed che non si sono piegate al volere di Iorio (il Piano prevedeva una decurtazione di 6 milioni di euro per la Neuromed e di 21 per la Cattolica), il Governatore deve infatti incassare un’altra pesante sconfitta in questo face-to-face con i due istituti. Infatti il Tar ha concesso la sospensiva a Cattolica e Neuromed, che erano ricorsi al Tribunale Amministrativo dopo che, prima della pausa estiva, la Regione aveva deciso di stabilire un tetto ai finanziamenti regionali in loro favore. Con la seguente motivazione: i centri di ricerca della Cattolica e di Neuromed non possono avere tetti di spesa perchè istituti riconducibili “a natura pubblica” e dunque i tagli sono illegittimi. Ora si attende di discutere il merito, anche se Iorio sembra essere intenzionato a rivolgersi direttamente al Consiglio Di Stato per annullare la sospensiva. Scelta certamente coraggiosa perché, se non dovesse andare in porto, Iorio ne uscirebbe pienamente sconfitto. E senza attenuanti (che già, in realtà, mancano).
Ma le grane per Iorio non finiscono qui. Due giorni fa, in un’interrogazione parlamentare, Antonio Di Pietro, insieme ad Anita Di Giuseppe, Silvana Mura ed Antonio Palangiano ha presentato nuovamente al Ministro della Salute Fazio quella che è la mala sanità molisana. Michele Iorio, alcuni giorni fa, in occasione di un incontro tenuto a Roma alla presenza dello stesso Ministro, aveva affermato che “in Molise il deficit sanitario non è frutto di anni di cattiva gestione o di depauperamento della professione sanitaria”, ma è stato prodotto “dalla modernizzazione del sistema”. L’interrogazione di Di Pietro, anche se indirettamente, sbugiarda proprio quanto dichiarato dal Governatore.
Nel suo intervento, infatti, l’ex pm ha mostrato la fitta rete clientelare che avvolge e strangola la sanità molisana: “Emblematica è la vicenda del Veneziale di Isernia e della sua unità operativa di coordinamento, l’unità di neuro fisiopatologia. La struttura ha praticamente più personale sanitario che malati e non avrebbe motivo di esistere data la specificità del reparto […] Il primario di detta UOC di neurofisiopatologia è Nicola Iorio, fratello del presidente Michele Iorio. Altri familiari del presidente, già commissario ad acta, sono inseriti nelle strutture del servizio sanitario regionale”. Insomma, per Di Pietro (e non solo per lui) l’impressionante debito sanitario è da imputare al clientelismo e non ad un presunto tentativo di “modernizzazione”. D’altronde è impossibile anche ai più “ioriani” ammettere che la “modernizzazione” sia stata causa di debiti che sono saliti con una media annua di indebitamento dal 2003 al 2009 di oltre 70 milioni (dati riportati dal Sole 24 Ore), di un deficit che nel 2009 è stato pari a circa 60 milioni di euro e che, per il 2010, si attesterebbe intorno agli 80 milioni di euro.
E non è finita qui. L’elenco di amici, familiari, parenti e compagni di merenda, infatti, è molto più lungo dell’esempio (comunque molto eloquente) riportato da Di Pietro nell’interrogazione. Oltre, infatti, al già citato Nicola Iorio, fratello di Michele, i nomi sono tanti. A iniziare dalla sorella del Governatore, Rosa Iorio, direttrice del distretto sanitario regionale di Isernia, sebbene i dubbi sulle sue credenziali siano più che legittimi dato che ha una laurea in giurisprudenza. E prima di Rosa Iorio chi era direttore? Il cugino del presidente, Vincenzo Bizzarro, attuale consigliere regionale di maggioranza. E andiamo avanti. Nel corso degli anni, infatti, molte sono state le persone che hanno trovato sistemazione per i loro legami politico-familiari.
Il governatore Michele Iorio, inoltre, ha 3 figli: Luca è chirurgo al Veneziale di Isernia (e sul quale ritorneremo più avanti). Raffaele dirige un centro medico privato (Hyppocrates) che riceve finanziamenti dalla Regione stessa. Davide lavora invece presso una multinazionale (Bain&Comapny) che ha fatto due consulenze alla regione per un ammontare di circa 100.000 euro. Ed infatti è tuttora in corso un processo che vede tra gli imputati proprio papà Michele, che tuttavia smentisce voci di favoritismi, dichiarando subito che la scelta sulla Bain e C. fu condizionata soltanto dall’equità dei costi e dalla garanzia di qualità che la multinazionale era in grado di offrire. Staremo a vedere come evolverà il processo.
Ma ad essere coinvolti anche gli uomini del suo staff: dal figlio del portavoce, assunto tempo fa negli uffici del distretto sanitario di Termoli con l’incarico di “correttore di bozze” del giornalino dell’ente, al figlio dell’autista, in quanto anche lui, dicono in molti, ha trovato una giusta ed adeguata sistemazione. E poi si passa anche ad “amici di partito” sistemati perché “non si sa mai”: è il caso di Gianfranca Testa che, candidata alle elezioni comunali di Isernia con la lista civica (voluta da Michele Iorio) “Progetto Molise”, è stata poco dopo nominata direttrice del distretto sanitario di Venafro.
Sempre in questi giorni, poi, è tornato d’attualità anche il caso Huscher. L’ex primario del reparto di Chirurgia di Isernia, infatti, ha scritto una lettera aperta all’assessore Passarelli raccontando la sua vicenda. Nella stessa le accuse sono molto pesanti: “Il motivo scatenante del mio licenziamento sarebbe stato fatto risalire ad un acceso diverbio che avevo avuto nel 2007 con il figlio del Presidente Iorio (Luca, ndr)”. Perché? Stando a quanto sostenuto dal medico, si stava facendo di tutto per aprire un servizio di Chirurgia Vascolare “per consentire al figlio del Presidente della Regione di consolidare la sua presenza ad Isernia”. Ma Huscher si oppose per la “completa inutilità di quel reparto per le spese proibitive per crearlo”, senza contare che, sempre a detta del primario, il servizio era dannoso per i pazienti stessi “in quanto il chirurgo che di fatto interveniva ,il dott. Bianchi ,esaurita l’attività di sala operatoria se ne tornava a Roma non garantendo continuità assistenziale”. Insomma, licenziato per “lesa maestà”.
La questione è molto scottante e fa riflettere che ancora nessuno ha smentito in maniera forte le parole dell’ex primario, dimostrando che non solo esiste, ma si sta cercando di allargare ulteriormente questa rete di favori e di clientes. Fa niente se di mezzo ci andranno i cittadini molisani ai quali, checché se ne dica, difficilmente potrà essere garantito lo stesso servizio sanitario.
E, stando a quanto rivelato da Michele Petraroia, ora pare che si prospettano tempi bui non solo per gli Ospedali di Venafro, Agnone, Isernia, Larino e Termoli, ma anche per quello di Campobasso: “E’ notizia di queste ore – afferma il consigliere regionale – che in Molise decine di Medici e di Primari del Presidio Ospedaliero di Campobasso vanno in pensione e difficilmente potranno essere sostituiti con indubbie ricadute negative sull’assetto della sanità pubblica molisana già alle prese con una difficile riorganizzazione degli Ospedali di Venafro, Agnone, Isernia, Larino e Termoli”.
Quando probabilmente ci accorgeremo dei cambiamenti apportati alla sanità per ripianare questo spaventoso deficit, forse allora ci ritornerà in mente la lista dei clientes di Iorio & co.