“Amianto negli elicotteri delle forze armate”. Il M5S chiede interrogazione
L’Inail lo conferma: l’amianto a bordo degli elicotteri delle nostre Forze Armate c’è, ed è evidentemente un problema tanto serio da venire esplicitamente menzionato nell’ultimo rapporto del Registro Nazionale Mesoteliomi, tenuto dal dipartimento di medicina del Lavoro dell’Inail : “Risulta che la scatola del rotore può essere coibentata con amianto […]. È segnalata inoltre la presenza di pannellature in amianto inserite nei pianali”. Il mesotelioma, come si sa, è il tumore legato all’amianto .
E l’Inail tutto questo lo verificava già prima che il Ministero della Difesa (dopo diciassette anni di cono d’ombra) prendesse anche solo in considerazione — a seguito dell’inchiesta targata HuffPost — la gravità del problema degli elicotteri definiti “inquinati” dalla stessa casa madre AgustaWestland.
La notizia spicca nel testo dell’interrogazione parlamentare depositata da una pattuglia di deputati pentastellati — Zolezzi, Artini, Busto, Daga, De Rosa, Mannino, Terzoni e Segoni — che l’Huffington Post presenta qui di seguito in esclusiva. Rivolgendosi coerentemente non più solo al Ministro della Difesa Mario Mauro (precedentemente sollecitato dai Cinque Stelle in materia), ma anche al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, i deputati si concentrano quindi sulle preoccupanti conseguenze sulla salute dei nostri lavoratori in divisa. E a disperdere ulteriormente ogni tipo di disinformazione sulla serietà dell’impatto dell’amianto sulla salute, il rapporto Inail — citato nell’interrogazione — parla molto chiaro: “Fra gli agenti cancerogeni, l’amianto si caratterizza per una serie di fattori di particolare pericolosità […] con conseguenze di rischi per la salute”. E un’incidenza riferita del 2,6% nel solo ambito della Difesa.
I parlamentari pentastellati ricordano altresì come — secondo quanto ripetutamente riportato dall’HuffPost — gli equipaggi degli elicotteri “inquinati” (militari, ma anche civili) non siano stati debitamente informati “dei notevole rischi cui erano giornalmente sottoposti durante l’orario di lavoro”. E questo, sostengono, violerebbe perciò “quanto stabilito dagli articoli 32 e 117 della Costituzione”.
Non finisce qui. I deputati tengono anche a sottolineare come per legge il datore di lavoro — cioè, ricordiamolo, in questo caso la Difesa — sia “tenuto a valutare i rischi […], affinché non venga superato il prescritto valore limite di esposizione, [con] l’obbligo di effettuare periodicamente la misurazione della concentrazione di fibre di amianto nell’aria del luogo di lavoro. [E i campionamenti] devono avvenire sempre previa consultazione dei lavoratori ovvero dei loro rappresentanti”. Ma così non è. In primis, infatti, sui doveri del datore di lavoro riguardanti i campionamenti si è già documentato un tentativo da parte della Difesa di scaricarne la responsabilità sull’Agusta Westland.
In secondo luogo, quanto all’informazione nei confronti dei rappresentanti dei lavoratori — come riporta in un’intervista un rappresentante del Cocer dell’Aeronautica Militare — ci sarebbe davvero molto da obiettare.
Infine, ecco le due — semplici ma pregne — domande poste ai ministri Mauro, Orlando e Lorenzin:
1) quali misure il ministro della Difesa abbia assunto a tutela dell’ambiente e del diritto alla salute del personale civile e militare della Difesa sia nella loro attività operativa che manutentiva, in relazione alla necessità di predisporre aggiuntive azioni e misure di protezione per il personale della Difesa così come annunciato dal Ministro competente il 20 ottobre 2013.
2) se risulti, ai ministri interrogati per le rispettive competenze, che per le attività lavorative che comportano per i lavoratori, un’esposizione da amianto, sia stato redatto un documento di valutazione dei rischi al fine di stabilire la natura e il grado dell’esposizione e le misure preventive e protettive da attuare nonché il controllo dell’esposizione.