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Legge di stabilità, nessuna larga intesa. Caos in Parlamento e Sindacati in rivolta

 

Il Pdl vuole vendere le spiagge per evitare l’aumento delle tasse. Realacci: “Come un film di Totò”. In aula 1.200 emendamenti solo dai partiti della maggioranza. E si apre una settimana di scioperi.

 

Poi non si dica che il presidente del Consiglio non viene ascoltato dalla maggioranza che lo sostiene. Enrico Letta aveva detto che il testo della legge di Stabilità poteva essere migliorato in Parlamento e le Camere accolgono quanto approvato dal consiglio dei ministri con 3.093 emendamenti: oltre 1200 di questi sono firmati da parlamentari del Pd e del Pdl, colonne portanti della maggioranza delle larghe intese. Il provvedimento continua a essere difeso dal capo del governo, dal ministro dell’EconomiaFabrizio Saccomannie da altri suoi colleghi, ma parlamentari e sindacati sono ai blocchi di partenza. Il Pd vuole mettere mano al settore delle pensioni (compresa anche la questione degli esodati), il Pdl vuole una sanatoria sulle cartelle esattoriali vendere le spiagge, mentre CgilCisl Uil da lunedì cominciano la mobilitazione con uno sciopero generale di 4 ore che potrebbe essere solo l’inizio delle agitazioni. 

Le tensioni all’interno della maggioranza erano state temporaneamente messe da parte quando Letta e il suo vice Angelino Alfano avevano smentito rischi di un pagamento della seconda rata dell’Imu. Ma non basta. I tira e molla sono innanzitutto in Parlamento. Il Senato terrà sedute da lunedì prossimo a venerdì per consentire l’esame dei documenti finanziari da parte della Bilancio che concluderà il suo lavoro preparatorio entro il 15 per l’avvio della discussione in aula a partire da lunedì 18. Ma i litigi arrivano fin dentro il consiglio dei ministri. Ieri, per esempio, si è avuta notizia dello scontro tra il titolare dell’Ambiente Andrea Orlando e il collega dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato nientemeno che sulla green economy. E oggi i giornali registravano il resoconto del ministro degli Esteri Emma Bonino: “Lasciamo perdere, stamattina tirava un’ariuccia…”. Il ministro della Difesa Mario Mauro ci crede: “Da fanciullo gracile, il Governo si è trasformato in un giovane robusto e di belle speranze: speriamo che ce la faccia”.

Alla cascata di emendamenti si riferisce invece il titolare del Lavoro Enrico Giovannini quando dice che “forse ci sono troppe aspettative, come se non ci fossero più vincoli” dice. “Spero che in queste settimane si sciolgano i nodi politici per migliorare il ddl stabilità”, spiega l’ex presidente dell’Istat, riconoscendo “i vincoli di finanza pubblica ancora molto forti”. Quindi per il ministro occorre” ritrovare l’unità necessaria per dare una prospettiva di medio termine al Paese”. Senza però dimenticare, ha ribadito Giovannini, i vincoli che “l’appartenenza all’Unione Europea giustamente ci impone”. Lo stesso Giovannini cerca di superare lo scontro continuo tra i partiti (“chiacchiericcio” lo chiama) con una proposta che lui stesso definisce provocatoria: “Se 1,5 miliardi di euro sono troppo pochi” per il taglio del cuneo fiscale “allora mettiamoli su chi veramente è in uno stato di grave contrazione economica”. Infatti, spiega, come 1,5 miliardi di euro “consentirebbero di dimezzare, portandoli al 50%, tutti coloro che sono sotto la soglia di povertà”. Oppure, aggiunge, queste risorse potrebbero essere destinate, alle “famiglie con minori”.

Le tasse, naturalmente, restano il pallino del Pdl. Tanto che tra le proposte di modifica presentate da uno dei due relatori di maggioranza Antonio D’Alì c’è, appunto, l’ipotesi di vendere le spiagge. Testualmente dismettere “stabilimenti di carattere turistico” e allungare le concessioni dei “luoghi di ombreggiatura”. Se ne ricaverebbero entrate da 5 miliardi. L’obiettivo: non aumentare la pressione fiscale. ”La proposta di vendere le nostre spiagge è impresentabile e offende la dignità del Paese. Aspettiamo solo che qualche emulo di Totò proponga di vendere la Fontana di Trevi” commenta Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera. “Abusivismo, cementificazione, condoni – scrive su Twitter il presidente di Sinistra Ecologia e Libertà Nichi Vendola– Cosa altro vogliono fare alla nostra Italia? Non permetteremo in alcun modo un altro colossale scempio delle coste del nostro Paese, un “bene comune” di tutti gli italiani”. Non ha dubbi neanche il presidente dei Verdi Angelo Bonelli: “La vendita delle spiagge chiamata sdemanializzazione è una cosa semplicemente schifosa che va fermata perché sancirebbe la completa privatizzazione e la cementificazione delle nostre coste”. 

Fuori dal Parlamento, invece, le iniziative di protesta prenderanno il via con gli incontri tra i segretari Susanna CamussoRaffaele Bonanni Luigi Angeletti con i gruppi parlamentari. Già in calendario gli appuntamenti con Sel ,Pd Fratelli d’Italia. Le rivendicazioni alla base della mobilitazione di Cgil, Cisl Uil che si terrà nella settimana dall’11 al 15 novembre mirano a colpire sprechi e rendite per dare più risorse ai lavoratori e ai pensionati. I sindacati chiedono infatti misure per diminuire le tasse sui lavoratori e sui pensionati, così come risorse per rivalutare le pensioni, insieme all’adozione di iniziative per affrontare i nodi irrisolti nella Pubblica amministrazione e dare efficienza alla spesa pubblica. Per Susanna Camusso, il varo della legge di Stabilità è “il banco di prova delle politiche del governo”, ovvero “se si danno delle risposte positive oppure no”.