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NUCLEARE/Si o no? Inchiesta sull’energia dal passato inquietante

Nonostante la tragedia giapponese (e quella di Chernobyl), nonostante il referendum del 1987, nonostante il parere contrario di numerosi studiosi, il Governo italiano continua per la sua strada. Cosa c’è dietro, allora? Andiamo a fondo, ricostruendo la storia del nucleare in Italia, i suoi danni – economici, ambientali e salutari – la presenza delle scorie radioattive mai smaltite e, soprattutto, gli interessi di quelle grandi aziende alle quali, pare, non si può proprio dire di no.

di Carmine Gazzanni

Il terremoto giapponese è stato sicuramente uno dei più violenti che si sia mai verificato. Le conseguenze, anche e soprattutto per lo tsunami che ne è seguito, sono state devastanti. Sull’isola nipponica ci sono ben 18 centrali nucleari, ma il terremoto, nonostante sia stato circa trenta mila volte superiore a quello de L’Aquila, non ne ha distrutta nemmeno una. Lo tsunami, invece, sì: quella gigantesca marea d’acqua è stata letale per la centrale di Fukushima, la centrale nucleare più vecchia del Giappone (costruita nel 1970).

 

E mentre sembra alzarsi giornalmente il livello di gravità, in Italia si apre il dibattito: nucleare sì o nucleare no? Molti dei Paesi che hanno investito sul nucleare stanno facendo un passo indietro sull’onda  dell’immane tragedia (ad iniziare dalla Germania), ma il Governo italiano continua per la sua strada. Nonostante il referendum del 1987. Nonostante il parere contrario di numerosi studiosi e delle organizzazioni ambientali. Nonostante la tragedia. Cosa c’è dietro, allora? Cerchiamo di andare a fondo, ricostruendo la storia del nucleare in Italia, i suoi danni – economici, ambientali e salutari – la presenza ancora di scorie radioattive mai smaltite (gola per gli interessi delle criminalità) e, soprattutto, gli interessi di quelle macroaziende alle quali, pare, non si può proprio dire di no.