Niente manovra in autunno ma una patrimoniale da 40 miliardi: cos’è peggio?
Nonostante le inutili smentite da parte dei renziani l’autunno 2014 sarà caldo come mai in passato. Manovra, prelievo forzoso da conti e pensioni o patrimoniale: la sostanza non cambia. Il Governo deve trovare 20/30 miliardi di euro altrimenti saranno guai. Riuscirà il premier a resistere alle richieste della Troika, che proprio in autunno si faranno più pressanti? Secondo Dagospia, che la sa sempre più lunga degli altri, Renzi dovrà cedere e a quel punto la mannaia calerà sugli italiani. Ecco tutti i dettagli.
È una grossa responsabilità collaborare all’unico sito che quest’anno ha azzeccato tutte le previsioni economiche, dal Pil alla manovra correttiva. Tuttavia non possiamo girarci dall’altra parte e ignorare l’intervista di Pittibimbo a Repubblica. Un’intervista che in alcuni passaggi dedicati alla finanza pubblica fa quasi tenerezza, perché si comprende che il premier non ha ancora capito che si sta stringendo intorno a lui il cappio dei mercati, della BCE e della Merkel.
“Non c’e’ bisogno di manovra correttiva” continua a dire lui, ma secondo i nostri calcoli (e della BCE) con un PIL che cresce solo dello 0,2% invece che dello 0,8% pronosticato dal governo, il rapporto deficit/pil è già intorno al 4,1%. Non appena questo dato sarà ufficializzato, i tromboni di regime alla Scalfari inizieranno ad urlare che i conti pubblici sono fuori controllo (lo stanno già preannunciando), che occorrono manovre correttive lacrime e sangue, mentre la BCE annuncerà che comprerà i titoli di Stato solo dei paesi che rientrano nei parametri creando così un’asimmetria di mercato che condannerà i nostri BTP.
Pittibimbo, impreparato alla tempesta che gli sta per arrivare sulla testa, cederà, come hanno fatto Berlusconi e Tremonti, e ci imporrà un salasso da record, probabilmente con una patrimoniale da 40 miliardi, per poter tirare a campare fino al 2016. Il Sistema ha deciso che anche il giovane Renzi è sacrificabile sull’altare della Germania e del Super Marco europeo chiamato Euro.
A bordo campo si sta scaldando Mario Draghi come salvatore della Patria e futuro Presidente della Repubblica con poteri semi dittatoriali. Sì perché Draghi, affiancato dalla Troika (invocata da Scalfari), garantirebbe al mondo un ordinato declino del benessere degli Italiani in nome del bene supremo della moneta unica.
Renzi ha ancora poco tempo davanti a se per rovesciare il tavolo e dimostrare che è un vero leader e non un bullo di periferia. Se vuole salvarsi dovrebbe:
a) dimissionare Padoan e sostituirlo con un politico non influenzato da Bruxelles;
b) abolire il Fiscal compact;
c) fare chiarezza sui conti dello Stato e pubblicare i contratti derivati che ci hanno consentito di entrare nell’Euro (e impiccato per gli anni a seguire)
d) combattere frontalmente l’establishment bancario/politico/giornalistico che ha svenduto il Paese e che ora fa la morale;
e) sostituire tutta la classe dirigente con una nuova leva di persone competenti ed interessate solo al bene pubblico.
Lo farà? Pensiamo di no. In realtà Renzi appare arrogante sulle cose che capisce o che pensa di capire, ma molto prudente con i poteri che veramente contano. E’ un Enrico Letta con un tono più alto, ma alla fine si piega a Napolitano, a Draghi e alla Merkel.
Assisteremo presto al declino di un altro leader schiacciato fra i mercati, la BCE e i vecchi soloni italiani e con la sua fine, purtroppo, assisteremo anche al commissariamento definitivo dell’Italia.