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Rapporto Ue, città italiane gravemente malate di inquinamento. Aria irrespirabile, salute a rischio

Allarma il rapporto dell’agenzia europea per l’ambiente sulla qualità dell’aria nelle città del vecchio continente: una persona su 4 costretta a respirare inquinanti oltre i limiti fissati dall’Ue, 9 su 10 oltre i valori suggeriti dall’OMS. E si continua a morire.

 

Nelle città europee 1 persona su 4 è costretta a respirare un’aria con una quantità di inquinanti che supera i limiti fissati dalla Ue. E 9 persone su 10 sono costrette a respirare un’aria che supera i valori suggeriti dall’Organizzazione mondiale di sanità. Sono numeri che rendono inutili gli aggettivi. E’ una condanna senza appello alla gestione della mobilità urbana – principale responsabile dell’inquinamento in molte delle città – quella che viene all’Agenzia europea per l’ambiente con il rapporto Air quality in Europe 2013 reso noto questa mattina.

A voler essere ottimisti si può sottolineare che il trend di alcuni inquinanti (ad esempio l’anidride solforosa collegata soprattutto alla cattiva qualità dei riscaldamenti) è in miglioramento, ma la situazione generale è di una gravità che non giustifica le scelte che in molti paesi (Italia inclusa) continuano a premiare la macchina e a rendere difficile la vita a chi opta per soluzione alternative (trasporto pubblico, bici, piedi, car sharing). Le PM 2,5 cioè le polveri ultrasottili considerate l’inquinante più insidioso, sono sopra i limiti suggeriti dall’Oms in una percentuale che varia dal 91 al 96% dei casi. Le concentrazioni di ozono di bassa quota, quello pericoloso, superano le indicazioni Oms nel 97-98% dei casi.

E’ una situazione che, oltre a produrre effetti negativi sulla stabilità del clima, provoca un danno diretto alla salute. Il particolato penetra, attraverso gli alveoli polmonari, nel sangue modificandone, tra gli altri effetti, la viscosità. E mentre la frazione relativamente più grande delle polveri sottili provoca bronchiti, mal di gola e crisi asmatiche, le più piccole (le PM 2,5) producono un incremento della mortalità da malattie cardiovascolari e da tumori.

Proprio nel luglio scorso è arrivata la prima importante conferma della stretta relazione fra inquinamento atmosferico e tumori del polmone. Sulla rivista Lancet Oncology sono stati pubblicati i risultati di una ricerca condotta su oltre 300 mila persone residenti in 9 paesi europei. E’ stato misurato in particolare l’inquinamento da polveri sottili tossiche nell’aria dovute in gran parte alle emissioni di motori a scoppio, impianti di riscaldamento, attività industriali.  Per ogni incremento di 10 microgrammi di Pm 10 per metro cubo, il rischio di tumore al polmone aumenta di circa il 22%. E si sale al 51% per una particolare tipologia di tumore, l’adenocarcinoma, l’unico che si sviluppa in un significativo numero di non fumatori.

Il tumore del polmone rappresenta la prima causa di morte nei Paesi industrializzati. Solo in Italia nel 2010 si sono registrati 31.051 nuovi casi. La ricerca mostra che più alta è la concentrazione di inquinanti nell’aria maggiore è il rischio di sviluppare un tumore al polmone. Inoltre dalla misurazione delle polveri sottili, l’Italia è risultata essere tra i paesi europei più inquinati.