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Questa è la crescita del debito pubblico italiano negli ultimi 25 anni

Sono settimane difficili per l’Italia. L’Unione Europea ipotizza l’apertura di una procedura di infrazione per debito eccessivo e si rischia di andare incontro all’ennesima manovra lacrime e sangue. Ma come si è arrivati a questo punto? Il grafico che vi mostriamo rivela la crescita del debito pubblico italiano negli ultimi 25 anni e inchioda alle loro responsabilità tanto i governi di centro-sinistra quanto quelli di centro-destra. Sono loro ad aver trasformato il Paese in un enorme buco nero.

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Secondo questa vignetta dell’Economist, l’Italia – a causa del suo debito pubblico – è sull’orlo del precipizio

Per valutare la tendenza di ogni governo all’aumento del debito pubblico italiano, scrive Elio Lannutti per La Voce delle Voci, abbiamo preso in considerazione il livello del debito alla data delle dimissioni del governo considerato e lo abbiamo sottratto al livello di debito alla data del suo insediamento.

Dividiamo quindi questa differenza per la durata del governo espressa in mesi.

Il grafico, elaborato da Mauro Novelli, è inquietante e rivela – inequivocabilmente – come la politica italiana negli ultimi 25 anni sia diventata una vera e propria mangiatoia ai danni dei contribuenti.

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La crescita del debito pubblico italiano negli ultimi 25 anni: grafico di Mauro Novelli (Adusbef)

Nel dettaglio andiamo a vedere l’aumento del debito causato dagli ultimi 5 governi.

GOVERNO PRODI II

Ne deriva che l’ultimo governo Prodi, durato in carica 24 mesi dall’aprile 2006 all’aprile 2008, ha generato un aumento del debito di 92,587 miliardi (da 1.576,688 a 1.669,275 miliardi), pari a 3,857 miliardi di aumento medio mensile.

Con Prodi, il debito pro capite a fine mandato era pari a 28.008 euro.

GOVERNO BERLUSCONI IV

L’ultimo governo Berlusconi, durato in carica 42 mesi dal maggio 2008 all’ottobre 2011, ha generato un aumento del debito di 261,665 miliardi (da 1.654,737 a 1916,402 miliardi), pari a 6,230 miliardi aumento medio mensile.

Con Berlusconi, il debito pro capite a fine mandato era pari a 32.154 euro.

GOVERNO MONTI

Il governo Monti, in carica da metà novembre 2011, conclude il suo mandato a fine aprile 2013.

La sua azione ha generato un aumento di 128,904 miliardi in 17 mesi, da fine novembre 2011 (1.912,389 miliardi) ad aprile di quest’anno (2.041,293 miliardi, ultimo dato fornito da Bankitalia sull’ammontare del debito pubblico), pari a circa 7,5 miliardi di aumento medio mensile, il peggior risultato rispetto a tutti i governi che l’hanno preceduto dal 1996.

Il calcolo preciso imputabile a Mario Monti è di difficile esecuzione perché non abbiamo il valore del debito a metà novembre 2011.

Con Monti, il debito pro capite a fine mandato era pari a 34.250 euro.

GOVERNO LETTA

Il governo Letta, partito a fine aprile 2013 con un debito di 2.041,293 miliardi di euro, conclude il suo governo, a fine febbraio 2014, con un debito pubblico salito di a 2.107,157, con un aumento in 10 mesi di oltre 65 miliardi.

Con Letta il debito pro capite a fine mandato era pari a 35.354 euro.

GOVERNO RENZI

Il governo Renzi, partito a fine febbraio 2014 con un debito di oltre 2.107 miliardi di euro, arriva a fine novembre 2016 (praticamente a fine mandato), trentatreesimo mese di governo, con il debito a 2.229, 412 miliardi (+122,225 miliardi), in aumento ( + 6 miliardi) rispetto al dato di ottobre 2016, ma diminuito di 26 miliardi rispetto al picco massimo di luglio (2.255.610 miliardi).

Con Renzi, il debito pro capite a fine settembre è passato a 36.670 euro; era di 37.101 a luglio, picco massimo.

Nel 2016, da inizio gennaio a fine novembre, il debito pubblico è aumentato dell’1,6%, passando da 2.193,383 a 2.229,412 miliardi (+ 36,029 miliardi).

POST SCRIPTUM: UNA SOLUZIONE CI SAREBBE

Fermo restando che gli unici che ci guadagnano dalla crescita del debito sono i banchieri, sarebbe opportuno prendere in considerazione una semplice manovra scaccia-crisi: 370 miliardi di euro all’anno di risparmi, che non intaccherebbero le tasche dei cittadini.

Ma forse è proprio questo il problema. Perché tenere la popolazione sotto scacco serve a controllarla meglio?