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Parla il Generale Graziano: “L’Esercito Italiano cerca hacker da assumere”

Tante volte vi abbiamo parlato di cyber war e cyber security, due aspetti del mondo moderno la cui importanza viene spesso sottovalutata. Il Generale Claudio Graziano, Capo di Stato Maggiore della Difesa, ha rivelato alla stampa che l’Esercito Italiano è in cerca di hacker da assumere. Ecco i profili che verranno presi in considerazione.

Il Generale Claudio Graziano
Il Generale Claudio Graziano

La complessità del mondo moderno, con le sue continue minacce alla sicurezza dei cittadini, comporta una valutazione ad ampio raggio per quanto riguarda l’organizzazione difensiva della nazione.

E non basta il progetto del Soldato Futuro, in stile Robocop, a far dormire sonni tranquilli al Generale Claudio Graziano, capo di tutti i militari italiani.

Soldato Futuro Esercito Italiano, ecco il programma
Questo è il programma “Soldato Futuro” dell’Esercito Italiano

Il Capo di Stato Maggiore della Difesa coordina le forze armate italiane, in un flusso sinergico che – come rivelato a Gianluca Di Feo per Repubblica – ha imparato dagli errori del passato e si proietta nel futuro:

“I capitoli peggiori della nostra storia militare, soprattutto nell’ultimo conflitto mondiale, sono segnati dalla mancanza di coordinamento tra le singole forze armate: aerei che colpiscono nostre navi e viceversa. Un errore che ci fa capire l’importanza di costruire una Difesa completamente integrata.”

Al giorno d’oggi la minaccia più grave per la sicurezza nazionale si combatte su un campo invisibile, il cyber spazio. Migliaia di soldati, da dietro un computer, sono costantemente impegnati nella difesa delle infrastrutture strategiche del paese.

È la cyber war, bellezza, che sempre più spesso si combatte nel dark web. Leggi l’intervista a Fabio Ghioni per saperne di più.

Proprio qualche giorno fa ci siamo chiesti cosa succederebbe in caso di attacco informatico su larga scala all’Italia.

La risposta la trovate in questo video.

UNA RIFORMA RIVOLUZIONARIA

Il Generale Graziano, che comprende meglio di chiunque altro quanto sia importante proteggere il cyber spazio nazionale, ha deciso per una svolta strategica rivoluzionaria. Una sorta di riforma che prevede meno uomini e mezzi, ma più specializzati e sofisticati:

“Abbiamo creato il Cioc, Comando interforze operazioni cibernetiche, che è già in funzione e dal 2018 sarà a pieno regime, ma stiamo pensando anche a un reclutamento straordinario, e ho già dato direttive in tal senso, perché tra i giovani ci sono delle grandi capacità: basta un hacker per mettere in crisi un sistema di computer.”

Ad oggi la Difesa dispone, a Chiavari, in Liguria, della Scuola Telecomunicazioni delle Forze Armate, responsabile della formazione specialistica, della qualificazione, dell’aggiornamento ed dell’addestramento del personale civile e militare del Ministero della Difesa con particolare riferimento a:

1) Telecomunicazioni (con particolare attenzione alle attività di certificazione dei corsi S.I.C.R.AL. (Sistema Italiano per Comunicazioni Riservate ed Allarme) svolti presso il Centro di Vigna di Valle);

2) Telematica;

3) Sicurezza delle Informazioni (INFOSEC) e Custodia del materiale crittografico;

4) Informatica;

5) Cyber Defence;

6) Law & Forensics.

NUOVI CYBER SOLDATI

È evidente, secondo la visione del Generale, che bisogna fare molto di più per fronteggiare le cyber minacce:

Serviranno investimenti importanti, con ricadute però sullo sviluppo tecnologico del Paese. Quanto? Difficile dirlo ma credo che in futuro si arriverà al 10 per cento delle risorse della Difesa. Oggi tutto è già cyber: ogni nuova nave, aereo o mezzo terrestre è un sistema dove la componente digitale costituisce il 50-60 per cento dei costi e delle capacità.”

Il Generale spiega anche la procedura per individuare i nuovi cyber soldati:

“Già oggi nella scuola di Chiavari abbiamo una sala per simulare azioni cyber, gestita in collaborazione con l’Università di Genova, ma dobbiamo cercare all’esterno queste professionalità, soprattutto negli atenei.”

Proprio come hanno già fatto i servizi segreti italiani, che di recente hanno assunto giovani 007 esperti in ICT.

Perché la guerra è anche una questione di click.