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ESCLUSIVO/ Perché Elvio Carugno spediva denaro ad una venezuelana mai conosciuta prima?

I sospetti della procura sono di natura prettamente economica. Secondo gli inquirenti il funzionario dello Sprint Molise avrebbe inviato somme in Venezuela per poi fuggire lì e fare la bella vita. Cosa ci guadagnava quella donna? E la sua famiglia? Il tutto è oggetto delle indagini di questi giorni da parte della procura di Campobasso. Intanto sulla carcerazione preventiva di Elvio Carugno deciderà il tribunale del Riesame il 3 maggio prossimo. Il massimo termine (compreso di proroghe ulteriori) per chiudere le indagini è il settembre 2013.

di Viviana Pizzi

“Elvio Carugno non è mai andato in Venezuela. Per questo motivo i giudici di Campobasso sospettano che il suo rapporto con la famiglia latinoamericana alla quale inviava soldi fosse di altra natura e non di amore”. La dichiarazione è dell’avvocato difensore Antonello Veneziano. Il fatto nuovo emerge dall’inchiesta sul peculato che sta portando avanti la procura di Campobasso.

Riavvolgendo il nastro dei fatti dobbiamo ricordare che l’ex direttore dello sportello regionale “Sprint Molise” è recluso nel carcere di via Cavour del capoluogo molisano per aver sottratto allo sportello circa 300 mila euro dalle casse dell’ufficio dipendente dall’assessorato alle attività produttive e averne inviata una parte ad una famiglia venezuelana. “Lo dicono le indagini – ha dichiarato il legale – il mio cliente, di 64 anni, non ha mai visto in faccia la donna con la quale parlava di soldi a telefono. Si tratta di una persona regolarmente sposata che va d’accordo con il marito e ha due figli da campare. Da alcune intercettazioni viene fuori che Carugno invitava uno dei ragazzi a recarsi a messa tutte le domeniche. Mai nessuna conversazione hot. A questo punto sia io che gli inquirenti ci chiediamo quale sia la natura dei rapporti che legano il mio assistito con questa famiglia. Potrebbero essere anche strettamente economici”.

Ossia niente sesso ma solo soldi. Quelli che, secondo la procura, avrebbe sottratto alla Regione Molise per trasferirli sul conto di questa famiglia venezuelana. Gli stessi che, sempre secondo le indagini, Carugno avrebbe potuto recuperare una volta scappato alla volta di Caracas.

Una teoria investigativa tutta ancora da provare ma che prende piede ogni giorno di più. Soprattutto tenendo conto dei giri che il denaro sottratto faceva. “Carugno – ha aggiunto Veneziano – prendeva i soldi dal conto dell’agenzia Sprint Molise e li trasferiva a una famiglia di Avellino. Grazie alla quale il denaro arrivava poi in Venezuela”. Un meccanismo artificioso che avrebbe, secondo Carugno, sviato i sospetti dalla sua persona. Ma proprio i trasferimenti di capitale in America Latina hanno portato gli investigatori a chiedere l’ordinanza di custodia cautelare durante la prima fase delle indagini.

Nonostante Carugno sia già in carcere infatti la sua iscrizione nel registro degli indagati risale appena al marzo di quest’anno, anche se le indagini sono partite ufficiosamente nell’ottobre del 2011. Ma cosa ha fatto la procura? Per prendersi più tempo ha avviato un’indagine contro ignoti per poi formalizzare il nome di Carugno nel mese di marzo. Ora cosa dovrebbe succedere?

E’ presto detto. Le indagini continuano fino a settembre, prima data utile per concluderle. Se poi fino a quella data emergeranno altre ipotesi di reato le si potrebbe prorogare prima fino a marzo del 2013 e in ultima istanza fino al settembre del prossimo anno.

Entro quella data la procura deve terminare assolutamente il suo lavoro per non incappare nella scure dell’archiviazione. Nel frattempo Carugno deve restare in carcere nonostante le indagini non sono concluse? In via preliminare?

È facile rispondere anche a questo interrogativo. Elvio Carugno è in cella dal 3 aprile di quest’anno (arresto effettuato in un assolato martedì santo, alle 12, dal Gico della Guardia di Finanza direttamente davanti al suo ufficio).

Dopo il primo no alla sua scarcerazione, l’avvocato Antonello Veneziano ha presentato richiesta di Riesame, sostenendo che le esigenze cautelari non giustifichino la detenzione in carcere. Di questo il Tribunale delle libertà discuterà direttamente il 3 maggio prossimo alle 15, quando è stata fissata l’udienza per valutare l’eventuale scarcerazione di Carugno.

Se la risposta dei giudici sarà positiva il dirigente regionale potrebbe attendere ai domiciliari la conclusione delle indagini. In caso contrario al legale resterà la strada del ricorso in Cassazione. In ogni caso l’udienza preliminare nei suoi confronti potrebbe essere fissata direttamente nel 2013.

E nel frattempo crescono gli interrogativi di fronte a quello che sembra un vero e proprio intrigo internazionale.