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Bergoglio style: dopo i luterani, incontra gli ortodossi. Continuazione di un cambiamento storico

Continua l’operazione di unificazione delle Chiese. Papa Francesco invoca quindi la strategia del dialogo e della tolleranza iniziato però già ai tempi di Papa Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Dopo i luterani incontrerà anche i rappresentanti delle Chiese Orientali. La rivoluzione continua.

 

IL PAPA INCONTRA I RAPPRESENTANTI DELLE CHIESE ORIENTALI

Il confronto si terrà al Vaticano, come annunciato da Radio Vaticana, il 21 novembre prossimo.  Si tratta di un  vero e proprio vertice dei patriarchi e degli arcivescovi maggiori delle Chiese Orientali per la Siria, l’Irak e il Medio Oriente, alla presenza di Papa Francesco.

E’ stato il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, nella prolusione per l’apertura del nuovo Anno accademico del Pontificio Istituto Orientale a spiegare quanto avverrà tra tre settimane

 “L’incontro – ha sottolineato- è organizzato nel quadro della plenaria del dicastero che si terrà dal 19 al 22 novembre e avrà come tema generale per la discussione ‘Le Chiese Orientali cattoliche a 50 anni dal Concilio ecumenico Vaticano II’. Papa Francesco “ha accettato infatti di ripetere l’incontro avvenuto per la prima volta nel 2009” quando i capi delle Chiese Orientali “furono ascoltati da Benedetto XVI in una proficua mattinata di riflessione aperta e chiusa dalla preghiera” e ora potranno nuovamente intervenire “davanti al Papa sulla situazione dei cristiani orientali. La Siria e l’Iraq, come l’Egitto e la Terra Santa, e le altre aree della madrepatria come della diaspora orientali  saranno così nel pensiero di tutta la Chiesa“.

IL DIALOGO IN REALTA’ ERA INIZIATO GIA’ DURANTE L’EPOCA  DEL CONCILIO VATICANO II

Il dialogo in realtà era cominciato anche prima del concilio Vaticano Secondo. Quando nel 1965 Papa Paolo VI in nome dell’Ecumenismo aveva invitato come “delegati fraterni” membri autorevoli delle Chiese separate, vennero annullate le reciprocheepronunciate nelloedel 1054 tra laChiesa di Roma  e quella diCostantinopoli ; inoltre, uno dei nove decreti prodotti dal lavoro conciliare dei vescovi, assistiti dai consulenti teologici, è dedicato specificamente all’ecumenismo: Unitatis Redintegratio (Il ristabilimento dell’unità), del 21 novembre 1964.

Giovanni Paolo II nel post concilio ha  poi continuato nell’opera di unificazione trasformando il Segretariato per l’unità dei cristiani in Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani (oggi Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani), promuovendo inoltre la redazione di una serie di documenti comuni con laChiesa Anglicanae  luterana, nonché con diverse Chiese d’Oriente.

Papa Benedetto XVIlo ha dichiarato tra i fini principali del suo pontificato; tra le iniziative da lui volute si ricordano: la pubblicazione in russo del suo libroIntroduzione al cristianesimocon un’introduzione del metropolita ortodosso di Smolensk e Kaliningrad, Cirillo, la presentazione della traduzione russa dell’enciclica Spe salvi condotta dal prorettore dell’Accademia teologica ortodossa.

GLI INCONTRI POST CONCILIO

Dal 1999 fino al 2009 gli incontri tra Cattolici, protestanti e Chiese d’oriente sono continuati. Si sono svolti tutti in Italia. Il primo nel 1999 a Perugia intitolato “Il Padre Nostro”. Quattro anni dopo ci si sposta a Viterbo con “Le Beatitudini”. Nel 2006 si va a Terni con “La Carta Ecumenica” e nel 2009 l’incontro chiave voluto da Benedetto XVI “Guai a me se non annuncio il vangelo” con Cattolici, Ortodossi ed Evangelici davanti a Paolo. Nel 2011 ad Ancona  “Eucaristia e vita quotidiana” (svoltosi nell’ambito del Congresso Eucaristico della Chiesa Cattolica).

A livello locale sono numerose le diocesi che si sono dotate di strutture apposite intese a promuovere il dialogo con le altre confessioni cristiane. In alcune regioni ed in alcune diocesi, tra la Chiesa cattolica ed altre confessioni cristiane si sono creati organismi permanenti di collegamento chiamati in genere Consigli delle Chiese cristiane.

Il dialogo, come è possibile vedere, era già fortunatamente iniziato. Il merito di Papa Francesco resta quello di continuare nel solco già tracciato dalla Chiesa e di volere quindi una rivoluzione confessionale che passa anche per un confronto con le altre religioni. La rivoluzione continua quindi.