TEATRO/ Cast, una stagione tra risate, originalità e coinvolgimento
Quando si dice un’intervista impossibile. Salvatore Mincione, Alessio Esposito e Giovanni Gazzanni – i tre della CAST – sembrano uno di quei trii che ti fanno ridere quasi più nel quotidiano che sulla scena. E questo è capitato anche a noi: ci sentiamo, con tanto di webcam, via skype, ma è come stare lì con loro, dal vivo. È come assistere ad un loro spettacolo: sei coinvolto, tirato dentro, ridi alle loro battute, alle loro prese in giro reciproche.
Ti accorgi che sono passate quasi due ore e hai snocciolato ancora poche delle domande che ti sei preparato. Ma è impossibile annoiarsi con loro: con Salvatore Mincione, anima artistica e non solo della compagnia teatrale che tanti affezionati si è guadagnata dopo un anno intero di spettacoli; con Giovanni Gazzanni, che tra una sigaretta e un caffè tenta sempre di riportare la discussione sulla giusta strada (per poi essere proprio lui a “deviare” con un “ma vi ricordate quando …” seguito da una delle sue fragorose risate); e con Alessio Esposito, il disturbatore del gruppo, l’imitatore, l’esilarante che, ora nei panni di un presunto frate, ora nei panni di qualche personaggio tipico della realtà molisana, ora nei panni di un etologo, colora l’intervista, la strapazza.
Ci ritroviamo (anche se tramite webcam) nel loro tempietto artistico – la “piccola bomboniera” come amano chiamarla – de “Il Proscenio” e lì, dopo aver bevuto un caffè, fumato una sigaretta, sempre tra una battuta e l’altra, comincia l’intervista. Certamente sui generis. Interminabile a tratti, ma mai noiosa. Come quelle commedie che, pur durando ore, non vorresti finissero. E quando cala il sipario ti rimane come un piccolo vuoto, come se quelle ore fossero state semplicemente attimi.
Appena comincia l’intervista, però, ci rendiamo subito conto che quei tre non sono soltanto colleghi, non dividono soltanto la stessa professione. Sono amici, fratelli quasi: si ride, si scherza, si lotta per ottenere quello che in una terra come il Molise – come loro stessi ci confermano – non solo è difficile, ma quasi impossibile se non chiedi, se non ti pieghi, se non ti arrendi ad una realtà che anche in queste attività mostra i suoi tentacoli clientelari. Eppure loro ci sono riusciti: non devono dire grazie a nessuno, se non a loro stessi e al gruppo che sono riusciti a creare, a formare, a cementare, a istruire. In teatro e fuori dal teatro. E i risultati sono visibili a tutti: quello trascorso è stato un anno all’insegna del successo con ben due rassegne teatrali nel Piccolo Spazio Libero “Il Proscenio” riscuotendo grossi consensi e grande affluenza di pubblico. Ed ora, visti i presupposti, la compagnia CAST si prepara a tornare alla ribalta dal primo ottobre con una nuova stagione. E, vista l’intervista che ci hanno rilasciato, c’è da scommettersi che “quei tre” non deluderanno le mille aspettative che oramai la città di Isernia (e non solo) nutre intorno a questa compagnia.
Da sinistra: Salvatore Mincione, Giovanni Gazzanni e Alessio EspositoIniziamo?
(ridono) Ok, ok …
Parliamo con il regista (Salvatore Mincione Guarino), altrimenti non finiamo più. Com’è andata questa stagione teatrale?
È andata strabene! Non ci aspettavamo tanta affluenza, anzi la gente è impaziente di tornare nella piccola bomboniera che è il Proscenio. Tutto il sacrificio che ha comportato preparare otto spettacoli di fila è stato ricompensato dall’affetto e dal calore del pubblico
Diciamoci la verità: in arte bisogna essere un po’ folli. Quanto lo siete stati nel pensare e, soprattutto, nel realizzare un progetto tanto complicato quanto geniale come quello del Proscenio?
(scoppiano, di nuovo, a ridere) Un po’ folli lo siamo stati e, probabilmente, ancora lo siamo. È tuttora una scommessa, soprattutto con noi stessi oltre che con la città. Anche perché alcuni degli spettacoli che proponiamo, rimanendo nel solo panorama dell’amatorialità cittadina, non si sarebbero mai visti!
Ed ora la nuova stagione teatrale. Quali sono i presupposti e quali i propositi?
Una rassegna così congegnata risponde all’esigenza della compagnia di confrontarsi con testi di diverso spessore artistico e culturale e, nello stesso tempo, dare allo spettatore la possibilità di fruire di opere diverse nel genere, ma accomunate dall’elemento comico
Entriamo nel merito. Perché avete scelto proprio questi spettacoli?
Gli spettacoli della nuova rassegna sono “Rumori fuori scena”, commedia inglese contemporanea (del 1982, ndr) di pirandelliana memoria: ‘teatro nel teatro’ che si veste di grande e originale comicità. L’aspettiamo tutti e tre con ansia perché sarà una vera e propria prova d’attore. Con “Nu brutto difetto”, commedia basata sull’equivoco, si potrà apprezzare la particolare caratterizzazione dei personaggi, una peculiarità del teatro scarpettiano. Poi abbiamo una commedia di Shakespeare, “Sogno di una notte di mezza estate”, che ho rivisitato nel linguaggio per renderla più attuale e certamente più comica. Infine un testo scritto da me, “Tressette… semmai con il morto!” ricco di spunti brillanti e colpi di scena esilaranti. Anche per questa non vediamo l’ora di metterla in scena, soprattutto perché è stata scritta a misura su noi tre
Esulando dalla stagione che sta per iniziare. Ma a cosa aspira questa CAST? A cosa vuole arrivare? C’è un traguardo che vorreste raggiungere?
Certamente ci proponiamo innanzitutto di creare un punto di riferimento culturale nella città di Isernia
Abbiamo avuto la possibilità di seguire da vicino la stagione estiva appena conclusa. Sempre grande successo. Ma quello che balza agli occhi è soprattutto l’affiatamento di un gruppo oramai rodato. Ci è parso di intuire che ci si diverte sul palco. Insomma, le amicizie ci sono anche dietro le quinte. Quanto conta questo per la buona riuscita di uno spettacolo?
Lo spettacolo è solo il prodotto finale di un lungo percorso artistico di ricerca, metodo, tecnica e improvvisazione. Al di là della messa in scena, esiste una parte invisibile allo spettatore che riguarda il lavoro personale di ciascun attore sul proprio personaggio, e collettivo nell’interazione tra gli attori. Come in un’orchestra è fondamentale costruire un’armonia all’interno del gruppo, che necessariamente si manifesta anche in rapporti di amicizia che vanno al di là del palcoscenico. E questo risulta visibile allo spettatore!!!
CAST oramai è attiva da diversi anni. Alle sue spalle la scuola di teatro che, negli anni, è stato un importante vivaio per la compagnia. Come si fa a conciliare il tutto? Mi spiego: questa dinamica di ricambio necessario come non può inficiare l’amalgama di cui abbiamo parlato?
Non la inficia affatto perché prima che un nuovo attore venga accolto nella compagnia ha già alle spalle una carriera di allievo all’interno della scuola di teatro… (interrompe Alessio, e con fare da illustre etologo, declama: “il branco si riunisce e annusa il nuovo elemento. Solo allora verrà accolto nella compagnia”. Giovanni e Salvatore subito lo zittiscono)
Tu hai avuto grosse esperienze anche in grandi città, a iniziare da Napoli. Quanto è difficile fare teatro e, in genere, attività culturale in Molise?
Non credo sia più difficile che altrove: si trovano le stesse difficoltà che esistono in una grande città. Il problema è sempre quello di confrontarsi con le realtà politiche!
Parliamone allora. Perché secondo voi la politica non capisce l’importanza e la necessità di cultura nel nostro Paese?
(lungo silenzio, qualche sguardo tra i tre)
Vi state censurando?
Mettiamola così: è stato sempre difficile per la cultura trovare spazio, sopratutto perché i risultati in questo ambito si riscontrano sempre con gli anni e non in maniera immediata come può succedere con altre manifestazioni
Cosa direste, oggi, alla politica molisana tutta?
Ma allora ci volete proprio male?!?!?!
Un po’ si! Che direste?
Che pensiamo… In questa fase pre-elezioni sono tutti disponibili e attenti alle esigenze del proscenio. Ne possiamo parlare a elezioni avvenute??
La cosa ci stuzzica. Non vogliamo sapere i nomi, ma avete ricevuto qualche proposta “indecente” da qualche politico viste le imminenti elezioni?
(altro silenzio. Poi risata fragorosa) … basti soltanto dire che prima eravamo noi a correre per avere ascolto o appuntamento presso qualche politico … ora sono loro a correre dietro di noi!!!
Meglio chiudere la parentesi. Torniamo al teatro e alla nuova stagione teatrale. Tre aggettivi per definirla e un invito affinché la gente si precipiti al Proscenio.
Iniziamo: comica, originale e … coinvolgente! Per questo invitiamo tutti gli interessati a venirci a trovare perché…
Perché?
(dopo un dibattito tra i tre, è Mincione a spuntarla) … perché noi ci impegniamo per fare arte e non artigianato!