SLOW CITY/ Il futuro è sostenibile, il passato è in Molise. La colpa? “Il provincialismo”
Paesi del Nord Europa, della Spagna ed anche molte città italiane si stanno adeguando al modello ‘Slow City’: niente automobili – solo se strettamente necessarie – spazi verdi e soprattutto aree pedonali. Camminare è la nuova riscoperta economica, salutare e moderna. In Italia comincia a prendere piede questa nuova cultura ma, come sempre, Campobasso è un gambero che retrocede: niente ztl e tanto meno percorsi ciclabili, rare le isole pedonali. «Dal verde non si guadagna nulla, dal cemento tanto, tantissimo» ci dice Simone Cretella, esponente di Fare Verde Molise.
di Maria Cristina Giovannitti
Quanto è anacronistica sul tema ambientale Campobasso? Quella che per tutti era la ‘città giardino’ oggi è un lontano ricordo, con piccoli miraggi di verde come Villa De Capua o una tentata riqualificazione urbana e ambientale(?!?) con il progetto ‘Adotta un’aiuola’ del 2010 proposta dall’Amministrazione comunale attuale. Roba da ridere se lo sapessero a Venezia o a Firenze, le più ‘slow’ d’Italia. Il futuro delle città è verde: s’investe nella politica della pedonalizzazione –che costa meno e lascia spazio solo a guadagni- l’urbanistica è progettata in base alla natura e pensata per salvaguardare la salute del cittadino. Il passato è grigio: cemento e smog in cui Campobasso ancora sguazza, tra speculazioni e sprechi pubblici.
Sfogliando il dossier ‘Ecosistema Urbano XVIII’ di Legambiente, per il capoluogo molisano, annoverato come “Piccola città” con 50916 abitanti, non c’è molto da vantarsi, visti gli ultimi posti dove spesso si colloca: nella classifica sulla qualità dell’aria per monitorare la presenza di polveri sottili, Campobasso è al quinto posto (20,2) e Isernia è al quindicesimo (25,3). Nella graduatoria ‘Tasso di Motorizzazione’ (ogni 100 abitanti) è al trentesimo posto (68). Poco meritevole è anche il sondaggio sulle ‘Isole pedonali’ dove Campobasso è in coda al trentaseiesimo posto, seguita da Teramo, Caserta, Enna e Trapani. Reggio Emilia e Padova, città all’avanguardia si distinguono per il maggior numero di piste ciclabili e ciclisti, a discapito di una Campobasso che si guadagna un misero ventunesimo posto. A peggiorare le cose, la totale mancanza di zone a traffico limitato.
Non è confortante neanche il dossier ‘Mal’aria 2012’ dove, monitorando la qualità dell’aria, per Campobasso è stata monitorata la presenza di polveri sottili di 95,06, una cifra non eccessiva se non fosse che il 37,74 per cento di queste polveri è prodotto dalle automobili. Lo stesso discorso vale per la presenza di ossidi di Azoto al 670,72 e di cui, addirittura, l’84,05 per cento è causato dallo scarico delle vetture. Ciò è la dimostrazione di un abuso eccesivo e ridicolo che i campobassani fanno delle automobili in una città così piccola, contro la loro stessa salute. Camminare è salutare, una riscoperta degli angoli della propria città, un momento di identità con il territorio ed un risparmio economico non indifferente, riducendo inquinamento ambientale e acustico.
Mentre le amministrazioni italiane più lungimiranti si adeguano alle ‘città trekking’ e ‘slow city’ il sindaco Di Bartolomeo che fa? Grazie ad un periodo di prova che dura da ben quattro mesi ha portato Campobasso sul podio della ‘città parcheggio’. Dal 3 marzo, Piazza Prefettura è diventato un incivile e selvaggio parcheggio. Ce ne parla Simone Cretella di FareVerdeMolise
«Innanzi tutto soffriamo di un tremendo provincialismo. Sentire, nel 2012, un sindaco di un capoluogo di Regione vantarsi di non essersi mai allontanato dalla sua città e, quindi, di disconoscere altre realtà certamente più virtuose, la dice lunga sul livello di arretratezza culturale in cui viviamo»
E’ sconcertante leggere come la presenza di polveri sottili e azoto a Campobasso sia causata, per un abbondante 80 per cento, dalle automobili …
Con il comitato FareVerde abbiamo analizzato dei dati dell’ISDE sulla presenza impressionante di polveri sottilissime (quelle che i misuratori dell’ARPA non rilevano neppure poiché molto più piccole, le cosiddette Black Carbon) che abbiamo in città. Dovrebbero leggerli tutti quei dati … Ovviamente a livello di scarico, cioè di bambini e passeggini, la concentrazione aumenta vertiginosamente.
Campobasso non ha piste ciclabili, zone a traffico limitato, aree pedonali, insomma un disastro per una città così piccola.
Campobasso potrebbe essere un vero e proprio laboratorio urbano dal punto di vista ambientale, ma restiamo ostaggi della pessima cultura e delle pessime abitudini che nessuna amministrazione ha il coraggio di mettere in discussione. D’altronde basta vedere cosa succede in città urbanisticamente non troppo diverse da Campobasso, come Viterbo, Perugia, Siena, lì le cose funzionano ecologicamente. Per la nostra città immagina strade vuote, una corsia per le navette di piccole dimensioni a metano, che passano ogni 5 minuti, è chi la prenderebbe più l’auto? Per fortuna che l’aumento della benzina ci darà una mano…
Vogliamo parlare, per esempio di Piazza Prefettura? Doveva essere una sperimentazione a detta del sindaco.
Appunto! E’ noto a tutti che in fase pre-elettorale, la riapertura al traffico della piazza è stata una vera e propria merce di scambio. Adesso l’amministrazione si è incartata e non riesce a venirne fuori in maniera decente, anche grazie all’azione che stiamo portando avanti con il comitato. Come al solito anziché educare il cittadino a lasciare l’auto e camminare, lo si accontenta nelle sue cattive abitudini, ad arrivare con il suv davanti alla boutique. Nessuno ha avuto il coraggio di svelare “il vertiginoso aumento degli affari dei commercianti”. In realtà basta fermarsi qualche ora in Piazza Pepe per capirlo: quei parcheggi a tutti servono tranne che ai clienti.
E a chi servono allora?
In primis ai commercianti stessi, poi agli inquilini vip del neo ristrutturato stabile del Teatro Savoia e poi automobilisti in cerca di parcheggio gratuito in pieno centro che ovviamente fanno due, tre giri fino a quanto trovano il posto, alimentando il traffico in città. La stragrande maggioranza delle auto in circolazione, è alla ricerca di posteggio!!! Assurdo, se solo ci fossero parcheggi decentrati – e ce ne sono di inutilizzati – con un sistema di navette, Campobasso tornerebbe a vivere atmosfere d’altri tempi…..
Dell’attuale amministrazione ricorda qualche scelta fatta in favore dell’ambiente?
Tante chiacchiere.
E il progetto ‘Adotta un’aiuola’? Che fa anche sorridere…
Infatti, le aiuole e le rotonde sono arredo urbano, l’ambiente è un’altra cosa. L’unica cosa interessante è stata la sperimentazione di un tratto di illuminazione pubblica a led, in via Principe di Piemonte ma è stato solo un esperimento. D’altronde, non ci sono i soldi nemmeno per un gelato. La cementificazione di oggi è figlia di Massa e Di Fabio, quella di Big Gino la vedremo tra qualche mese/anno.
Insomma scelte politiche anacronistiche perché, in realtà, manca una forma mentis politica all’avanguardia …
E’ mancata un’amministrazione coraggiosa ed innovatrice capace di apportare novità al passo con i tempi. Da noi vige la regola del “lass’ ‘u munn’ com’ ‘s trova!”, si salvi chi può!
Come immagini Campobasso?
Le proposte, almeno dal mondo dell’associazionismo e del volontariato, non sono mancate ma non c’è mai stata ne volontà, né capacità di ricezione Si è proposta una grande area pedonale in tutto il centro, servita da un sistema di mobilità sostenibile, un grande parco pubblico sull’ex Romagnoli, una grande attenzione per il centro storico e per l’estetica in generale con degli interventi di bonifica urbanistica ed abbattimenti di brutture ed inestetismi, senza più un grammo di cemento. Bisogna creare una città dove poter uscire per fare una passeggiata, la spesa o altro sia un piacere e non una condanna.
Ma la vera domanda è: quanto ci si riguadagna e si specula sul verde? E quanto sul cemento?
Dal verde nulla. Dal cemento tanto, tantissimo. Ecco perché il verde non ha padrini. Vitagliano qualche giorno fa mi ha detto che con la nuova sede della Regione al centro della città, tutta Campobasso rifiorirà. Disarmante! Accettando anche la buona fede di simili dichiarazioni (???), siamo di fronte ad una visione del mondo decisamente opposta.
Una sede regionale come può far rifiorire a livello ambientale una città, non capisco?
Chiedilo a lui. Mi ha risposto che un parco già c’è –Villa De Capua – ed è pure chiusa. A cosa serve fare un altro spazio verde? Forse per lui un palazzone di vetro è un biglietto da visita. Per me lo è un parco alberato. Ovviamente il vero motivo sono i 200 milioni di euro che questo scempio dovrebbe muovere ma io faccio sempre il tifo per la crisi!