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PRIMARIE MOLISE 2011/ Il P-Day dei cinque candidati: emozioni, speranze e delusioni

di Andrea Succi

Come volevasi dimostrare. Le primarie del centrosinistra molisano, che Infiltrato.it sta propagandando come evento di portata nazionale, tale si stanno rivelando. E i candidati in corsa, che noi abbiamo seguito durante la giornata di ieri, dimostrano tutti (o quasi…) di avere il physique du rôle per guadagnarsi i titoloni che spetteranno al vincitore. Chi sarà il prescelto? Lo scopriremo solo alla fine, dopo una lunga diretta con i candidati, che abbiamo interpellato più volte nell’arco della giornata per intercettarne emozioni, speranze e delusioni.

Il primo a gettarsi tra le amichevoli braccia della tessera elettorale è quella giovane peste di Massimo Romano, che alle 9:30 aveva già pubblicato su Facebook la foto ricordo del voto espresso. “A Campobasso, dove ho votato, l’affluenza è alta”, ci dice a inizio giornata, “e questo è un successo di tutta la coalizione.”

Odore di brogli? “C’è stato qualche difetto di interpretazione, nel senso che qualcuno ha pensato di poter votare senza la tessera elettorale, ma dai seggi hanno dimostrato notevole fermezza.” Il primo impatto con l’avvocato bojanese ci sembra ottimo. Vedremo se riuscirà a mantenere questo profilo alto. Un aggettivo? Carico.

Nicola D’Ascanio, invece, alle 10:30 – ora del primo contatto con tutti e 5 i candidati – sta annusando l’aria che tira a Montenero di Bisaccia, suo comune di residenza, e ancora non ha messo la sua crocetta di preferenza. “Le sensazioni sono ottime e vedo tanta gente che sta andando a votare. Ma mi hanno segnalato diverse irregolarità.” Insistiamo per saperne di più, ma D’Ascanio si trincera dietro un “no comment”. Contiamo di strappargli ulteriori retroscena quando anche lui avrà un quadro della situazione più netto. Misterioso.

Nonostante si dichiari “fiducioso e sereno”, il termolese Antonio D’Ambrosio non può fare a meno di notare che “la partecipazione nel mio comune è molto bassa. Fa caldo e gli elettori, per ora, preferiscono godersi l’ultima giornata di mare. Di solito qui a Termoli l’affluenza sale verso sera.” Lei ha già votato? “Mi trovo di fronte al seggio, ma sto aspettando mia moglie. Vogliamo votare insieme.” Romantico.

Nemmeno Paolo Di Laura Frattura, che i sondaggi degli ultimi giorni volevano vincitore, ha votato. “Sono appena uscito di casa, ma vedo che la mia città, Campobasso, sta rispondendo alle aspettative. Ottima affluenza, ambiente tranquillo e positivo.” Sembra ottimista Frattura, che continua dichiarandosi “molto soddisfatto della mia campagna elettorale”. Abbottonato.

Il candidato della sinistra estrema, Michele Petraroia, colui che – sempre secondo i sondaggi – potrebbe mettere a rischio la vittoria di Frattura, ha già votato, “a Campodipietra, dove la partecipazione è buona e tutte le operazioni si stanno svolgendo in maniera trasparente.” Petraroia parla di vera e propria “festa popolare, l’obiettivo è raggiungere i 15/20 mila votanti. Se il centrosinistra rimane unito a ottobre vinciamo.” Coeso.

Una giornata importante per il Molise, dove un vento di cambiamento potrebbe spirare forte e soffiare sulle ceneri sopite del rinnovamento sociale e politico. Volente o nolente, Michele Iorio governa la regione da dieci anni (ufficialmente…) e qualunque scossone verrebbe preso come epocale. Un centrodestra impaurito e bagnato si allontana dalla quadratura del cerchio, come abbiamo sottolineato ieri, ma potrebbe ancora farcela contro un centrosinistra spaccato. E allora la domanda vera è questa e va posta soprattutto a Nicola D’Ascanio, sul quale si rincorrono voci poco rassicuranti per gli elettori della coalizione rossa: resteranno uniti attorno al vincitore?

“Ma non me la fate pure voi questa domanda”, risponde stizzito l’ex Presidente della Provincia di Campobasso a metà pomeriggio, quando ritorniamo alla carica con i 5 pretendenti allo scettro di Iorio. “Vi stimo perché state facendo un ottimo lavoro nel panorama dell’informazione non solo locale, però cercate di non omologarvi agli altri.” Proprio per non omologarci, in maniera garbata, insistiamo nel voler conoscere cosa farà D’Ascanio in caso di sconfitta. “Io ho firmato un patto, come tutti gli altri”, chiude l’uomo di Montenero. Che, non scordiamolo, ci aveva promesso ulteriori rivelazioni circa le presunte irregolarità da lui denunciate in mattinata: “Ci sono dei problemi, ad esempio a Fossalto non s’è fatto il seggio. Proprio in un comune dove io avrei sfondato. Adriana Izzi (la Professoressa che lo rappresenta nel Comitato Primarie, ndr) mi tiene informato su tutto. Insieme decideremo il da farsi.” Minaccioso.

Chi invece continua a cavalcare l’onda con smalto invidiabile è Massimo Romano, l’unico che gira come una trottola e pascola in mezzo al popolo delle Primarie, ricevendo, da tanti, sperticati complimenti. “Adesso (ore 15:30, ndr) sono a Bojano, dove l’affluenza è buona. Hanno votato circa 300 persone, ma ci auguriamo che il numero cresca.” Irregolarità? “C’è il solito problema della tessera elettorale: in alcuni comuni fanno votare anche senza.” Aspettative di giornata? “Non lo so, non farmi dire niente…”. Scaramantico.

Le difformità di comportamento rispetto alla presentazione o meno della tessera elettorale vengono confermate anche da Antonio D’Ambrosio: “In qualche seggio fanno votare anche senza, in altri sono più rigidi.” Un D’Ambrosio triste, che vede la sua Termoli più interessata a sguazzare tra le onde che a esprimere la partecipazione popolare di cui lui sente di avere bisogno: “Ho puntato molto sul voto d’opinione, ma la sorpresa può esserci solo se l’affluenza sale, come credo succederà in serata. Altrimenti vinceranno quelli supportati dai partiti.” Scoraggiato.

Qualcuno non ci crederà, ma chi mostra slanci di sfrenato ottimismo è Michele Petraroia, che di solito mantiene un low profile e stavolta alza l’asticella: “Abbiamo notizie di un’affluenza superiore alle previsioni, in tutta la regione c’è un buon flusso.” Azzardiamo e chiediamo un pronostico sul suo personale risultato: “La mia vittoria l’ho conseguita nel momento in cui mi sono candidato e ringrazio i compagni di sinistra che consentono, in maniera volontaria, l’apertura dei seggi.” Forse ci sbagliavamo, perché si è ritratto come una tartaruga quando annusa il pericolo. Eppure regala un ultimo slancio: “Dal berlusconismo bisogna uscire da sinistra, non da destra.” Messaggio per qualcuno dei candidati? Irriducibile.

Quel qualcuno cui, probabilmente, Petraroia indirizza il suo dardo è Paolo Di Laura Frattura, l’esponente più moderato dei 5 papabili al ruolo di Presidente di coalizione. Che però risulta irraggiungibile, per cui non partecipa a questo secondo turno, pomeridiano, di diretta elettorale. Sfuggente.

La giornata scorre via piacevole, tra colpi di scena sull’affluenza – clamorosi i flop di Termoli ed Isernia, ottimi exploit a Bojano e in diversi paesini, vedi Rocchetta al Volturno – e notizie più o meno scontate su elettori di centrodestra presenti ai seggi. Del resto le Primarie sono aperte a tutti, a differenza degli Stati Uniti dove possono votare solo gli iscritti al partito. Ma senza trascendere, è chiaro che tanti si pongono “la” domanda: per chi voteranno quelli dell’altra sponda? Per Michele Petraroia, su cui si erano accesi – ingiustamente – i riflettori di presunti inciuci con Filoteo Di Sandro, Assessore della Giunta Iorio? O per Paolo Di Laura Frattura, che a destra conserva ancora un certo fascino? Stupide illazioni che servono a portarci fino alla chiusura dei seggi. Ore 21.00, il più è fatto. Si passa ai conteggi.

E nel bel mezzo della conta, nel momento forse di massima tensione, quando l’attesa per conoscere il risultato finale si fa snervante, perché manca poco ma quel poco è fondamentale per decidere i destini della competizione, è proprio allora che torniamo alla carica. Non senza un pizzico di cinismo

Stavolta gli unici con cui riusciamo ad entrare in contatto sono Nicola D’Ascanio, che lascia trasparire una certa tensione e non vuole essere disturbato, “perché stiamo raccogliendo i dati, a dopo” e Paolo Di Laura Frattura, che saltato il giro pomeridiano stavolta si fa trovare pronto e pimpante. La dichiarazione è di chi sente di avere la vittoria in pugno, il tono è entusiasta, a tratti emozionato: “Sta andando benissimo. Penso che risposta migliore i molisani non potevano darla. Non farmi dire di più”. Un aggettivo per D’Ascanio? Tirato. Frattura? Sussultorio.

Il risultato pressocchè finale arriva poco prima della mezzanotte, con la vittoria (annunciata?) di Frattura. Un commento a caldo? “Abbiamo vinto tutti insieme, una bellissima esperienza, con un’affluenza significativa e un risultato personale altrettanto significativo.” E adesso toccherà sedervi tutti insieme al tavolo delle trattative… “Sentirò i partiti e credo che anche l’Italia dei Valori cercherà l’unità. Continueremo a lavorare con questo spirito di gruppo, portando avanti una proposta che si è rivelata dirompente, in barba a chi ha continuato a denigrarla.” In fondo c’era da aspettarselo che vinceva Frattura. “Mi sono proposto per vincere.”

Gli altri candidati? Tutti impossibilitati a rilasciare dichiarazioni. Tranne uno: il gladiatore Massimo Romano, cui va dato merito – nonostante la giovane età, 30 anni – di essersi gettato a capofitto in un’avventura complessa e sfiancante. “Faccio i complimenti e le congratulazioni a Paolo, anche se l’affluenza non mi sembra incoraggiante. Il mio risultato? Ancora non conosco il dato di Campobasso e Bojano ma mi ritengo molto soddisfatto. Cercheremo l’unione.”

E, forse, è proprio questa la parola chiave.