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RAPPORTO ECOMAFIE 2012/ Molise: secondo l’assessore regionale all’ambiente Velardi “non c’è pericolo”

Nonostante i dati relativi al Molise del Rapporto Ecomafia 2012, presentati ieri in esclusiva, parlino chiaro e confermino quanto già denunciato in passato, l’assessore regionale all’ambiente Luigi Velardi sembra appena sceso da Marte e attacca con la solita litania di chi vive nell’ignoranza e si trova su quella poltrona per caso: “Non c’è pericolo”, dice Velardi, “non ho alcun tipo di segnale di questo genere in Molise”. E se lo dice lui allora c’è davvero di che preoccuparsi.

di Viviana Pizzi

I dati del rapporto sulle Ecomafie in Molise nel 2012 sono chiari. Il piccolo lembo di terra da 320mila abitanti tutto è tranne che l’isola felice di cui si è parlato per tanto tempo. I reati ambientali aumentano del 30% e quelli relativi al traffico di rifiuti illegali se confrontati in base al numero di abitanti della Regione incidono più in Molise che in Campania.

In questa specifica classifica l’ex isola felice si piazza al secondo posto, solo in Calabria fanno peggio.

Ma i politici molisani ne sono a conoscenza? Si informano a dovere sulla realtà in cui vivono e che devono amministrare?

Alcuni come il consigliere regionale Michele Petraroia dimostrano di conoscere il problema a memoria. Citando inchieste di giornalisti nazionali e locali sull’argomento e dandoci una esauriente opinione che andremo a snocciolare più avanti.

Chi ci delude è l’assessore regionale all’Ambiente Luigi Velardi, che sottovaluta il problema in maniera incosciente e sconsiderata. Alla nostra domanda sui dati emersi dal rapporto ecomafie ha così risposto: “Non ho alcun tipo di segnale di questo genere in Molise. Non ho nessun dato allarmante sulle ecomafie (come se l’aumento dei reati del 30% fosse nulla ndr). Non mi sembra che ci siano queste cose che voi descrivete”.

Peccato che non siamo noi a descriverle, ma un report ufficiale cui collaborano anche le massime fonti investigative d’Italia. Ma noi abbiamo deciso di incalzarlo sottolineando l’aumento dei reati, la loro pericolosa incidenza sulla nostra regione e l’inadeguatezza delle numero dei carabinieri presenti per controllare il territorio (solo 4 in tutta la regione per quanto riguarda il Nucleo Ecologico e Ambientale)

Se i reati come dice lei ci sono – ha continuato Velardi – è compito della magistratura e della polizia combatterli. Non certo della politica”.

Potrebbe sembrare un avventore da bar e invece si tratta dell’assessore regionale all’ambiente. Se davvero il Presidente Iorio vuole concretizzare il cambiamento annunciato – a chiacchiere –  a Piana dei Mulini, farà bene a liberarsi di incompetenti e parrucconi cui del Molise frega poco o nulla. Vero, Velardi? 

E l’opposizione di centrosinistra che pensa di tutto questo? C’è sensibilità, almeno tra chi dice di essere sensibile alle questioni ambientali?

Il consigliere regionale del partito democratico Michele Petraroia, uno dei pochi che si è sempre speso in prima persona nella salvaguardia dell’ambiente e nel contrasto alla criminalità organizzata si dice “davvero molto preoccupato di quello che sta accadendo. Questa è una vicenda che va avanti da dieci anni. I riscontri ce li abbiamo tutti. Fortunatamente Legambiente e l’associazione Libera contro le mafie ci tengono costantemente aggiornati su quello che accade. Il primo episodio preoccupante che vado ricordando è l’interramento di rifiuti pericolosi a Campomarino risalente al 2002 che portò anche a un’inchiesta della Procura di Larino denominata Operazione Mosca. Ne ha parlato anche Roberto Saviano nel suo celebre libro “Gomorra”. A dieci anni da quanto è successo non è mai intervenuto nessuno per bonificare il territorio dalle scorie. Il Molise è divenuto territorio di speculazione su inceneritori”.

Petraroia si è soffermato a parlare anche di carenze organiche per combattere il fenomeno dell’ecomafia.

Certo che quattro carabinieri del Noe per presidiare il territorio sono davvero pochissimi – ha continuato – è scontato che ci dobbiamo preoccupare, le risorse sono insufficienti. Mi permetto di aggiungere che in altri territori italiani esiste una sezione speciale della procura per reati ambientali. In Molise questa struttura non c’è. Per cambiare le cose però dobbiamo trovare anche una regione che ha voglia di battersi per la legalità. Ce n’è la necessità perché le infiltrazioni mafiose sono una realtà. La ndrangheta con la vicenda di Lea Garofalo ha davvero dimostrato quanto siamo in pericolo”.

Anche Cristiano Di Pietro ha dimostrato di conoscere il problema di fondo.

Che il problema delle ecomafie e dei reati ambientali sia davvero un’emergenza molisana – ha sottolineato Di Pietro – era intuibile già da qualche anno. Le forze dell’ordine, anche se poche sul territorio molisano, fanno con dovizia di particolari il loro lavoro. Come impedire che il fenomeno ecomafia dilaghi? Di certo trovare i fondi giusti per permettere che le forze dell’ordine svolgano ancora meglio il loro lavoro”.

Un parere più politico quello del capo dell’opposizione Paolo Di Laura Frattura.

“Se si vuole combattere l’assalto delle ecomafie in Molise – insiste Frattura – bisogna affrontare seriamente, una volta per tutte, la questione. Quando si parla di appalti per la gestione del traffico dei rifiuti bisogna evitare che si possa verificare il fenomeno della speculazione. Per farlo bisogna definire chiaramente i contorni della vicenda, con normative regionali chiare, perché l’ecomafia si annida dove ci sono incertezza e vuoto normativo. Ma per fare tutto questo c’è bisogno di una classe dirigente seria che abbia voglia di affrontare queste tematiche”.

Insomma qualcosa di propositivo è scaturito dalle parole dei massimi rappresentanti del centrosinistra molisano. Più controlli, gente disposta a combattere le illegalità e colmare il vuoto legislativo regionale. Tre punti fermi dai quali partire per invertire la tendenza. Noi ne aggiungiamo un quarto: il dovere di informarsi su quanto accade nel territorio che si amministra. Il messaggio è rivolto a chi pensa che il Molise sia ancora l’eldorado ambientale di cui si andava fieri in passato. Svegliamoci, perché siamo ancora in tempo per difendere le bellezze della nostra terra.