PRIMARIE MOLISE 2011/ Il fango sul centrosinistra e gli interessi del centrodestra
di Alessandro Corroppoli
Gli schizzi di fango delle malelingue hanno raggiunto (e sporcato?) uno dei candidati alle Primarie del centrosinistra molisano, quel Michele Petraroia che nell’ultimo numero di Panorama viene dipinto come l’uomo che ha spaccato il Pd. Bersani, infatti, gli preferisce Paolo Di Laura Frattura, il cui pedigree politico non è propriamente di sinistra. E se Atene piange, Sparta non ride. I tumulti nazionali, che ogni giorno minano la sicurezza del Pdl berlusconiano, si ripercuotono – come i cerchi d’acqua nello stagno – a livello locale. E in Molise, unica regione dove ad Ottobre si voterà per la rielezione del Presidente, uno degli uomini “forti” del predellino – Gianfranco Vitagliano – lancia messaggi che potrebbero risultare ambigui…
Michele Petraroia, a sinistra, Gianfranco Vitagliano, a destra
Le primarie dovevano essere la panacea di tutti i mali del centrosinistra molisano ed invece a lungo andare si stanno dimostrando un elemento di ulteriore divisione all’interno dello stesso e, un po’ come successe a Napoli, rischiano di far implodere il centrosinistra. Nell’eventualità che questo scenario si dovesse avverare, gli oppositori di Michele Iorio riusciranno in breve tempo a trovare un loro Luigi De Magistris?
Sulla scia delle vittorie primaverili di Milano, Torino e Bologna anche in Molise il centrosinistra indice le primarie come scelta democratica per l’individuazione del proprio candidato presidente, in vista della “vera” competizione elettorale del prossimo ottobre.
I candidati son cinque ma le baruffe e gli scontri interni, vissuti al limite di azioni penali, sono molteplici.
Due i candidati più citati e più criticati: il piddino Michele Petraroia ( candidato da Sel e altri) e l’indipendente Paolo Di Laura Frattura (candidato dalla maggioranza del Pd, con un passato in Forza Italia).
Tante le prese di posizione e i distinguo, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e che rischia seriamente di farlo sbriciolare, sono state le accuse mosse a Petraroia – da parte di un non bene identificato membro di un social network – di accordi con il centrodestra.
Ora, pare difficile credere che – per vincere una competizione elettorale come le Primarie – Michele Petraroia abbia fatti patti con quel diavolo che combatte da oltre un decennio, e conseguentemente appare incomprensibile quindi l’accusa secondo cui si sarebbe associato in affari elettorali con i consiglieri di maggioranza, legati al Governatore uscente Iorio, Filoteo Di Sandro e Quintino Pallante.
Ed è ancora più incomprensibile che qualche buontempone del centrosinistra utilizzi tale “calunnia” per chiedere conto allo stesso Petraroia della sua integralità morale, perché evidentemente il problema – nella fattispecie – non è e non sarà del solo Petraroia ma di tutto il centrosinistra molisano.
Se due indizi fanno una prova, il secondo indizio che ha fatto scattare la prova ce l’ha consegnato ieri mattina l’assessore regionale alla programmazione Gianfranco Vitagliano – notoriamente vicino alle posizioni del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega al CIPE, Gianfranco Miccichè (leader di Forza del Sud) – il quale in una lettera inviata alla stampa invita i “suoi”, elettori ma soprattutto dirigenti locali del centrodestra, a restare a casa il 4 settembre prossimo per non favorire e sconvolgere la competizione elettorale tutta interna al centrosinistra.
Ovviamente poi, il buon assessore, ha aggiunto anche che il Pdl è bello e il centrosinistra è brutto, per tentare di mascherare la crisi che investe la maggioranza regionale.
Quindi la vera notizia non riguarda la pseudo combine politica di Michele Petraroia, ma piuttosto le paure che il centrodestra molisano dimostra di avere, cercando di scegliersi l’avversario più debole tra i candidati alle Primarie del centrosinistra.
Allora il problema, come dicevamo sopra, non è del solo Petraroia, vittima sì ma che non deve fare del vittimismo la sua arma elettorale, ma di tutto il centrosinistra: quanti ubbidiranno al richiamo di Vitagliano? Quanti invece andranno a votare per il candidato più debole?
Ed allora si pone seriamente il problema se queste primarie, già falsate sin dall’inizio per l’atteggiamento dell’Italia dei Valori – che non partecipa ma offre indicazioni di voto – saranno vere oppure taroccate.
Si porrà davvero il problema della legittimità elettorale ricevuta dal vincitore, che avrà sempre il dubbio se i suoi consensi siano veri o funzionali ad un gioco più grande di lui e se il fine ultimo è quello della conservazione dello stato attuale delle cose.
L’invito ai cinque candidati, in questi ultimi giorni, è quello di uscire dagli schemi preconfezionati che hanno avuto fino ad ora e riversarsi nelle strade e piazze molisane, in cerca di un consenso vero, non basato sul pettegolezzo ma sui programmi, sulle diversità, sul bene comune. Quel bene comune che solo qualche mese addietro, in occasione dei referendum su nucleare e acqua, ha portato oltre il 63% dei votanti solo nella provincia di Campobasso, facendo segnare un più 14%, sullo stesso campione di elettori, rispetto alle consultazioni provinciali, dove il centrodestra – unito e schierato – aveva stravinto la competizione elettorale.
E se due indizi fanno una prova, il terzo – l’affluenza massiccia alle urne – darà la legittimità non solo politica ma anche popolare al vincitore delle primarie.