Storytelling su Lifestyle, Sport, Tech e Food

ELEZIONI ISERNIA 2012/ Michele Iorio, la pacchia è finita

Una vittoria inaspettata. Soprattutto per come è arrivata. Per i numeri (57% per De Vivo contro il 43% di Rosa Iorio). E, forse, proprio per questo ancora più emozionante. Il nuovo sindaco di Isernia è il candidato di centrosinistra Ugo De Vivo. Con buona pace per la famiglia Iorio che, dopo la sentenza del Tar, colleziona un’altra batosta nella loro città. Per il satrapo molisano è la fine di un’era. La sua.

di Carmine Gazzanni

È finita un’epoca. Il risultato di Isernia parla chiaro: dopo ben dieci anni di strapotere in mano al Pdl, il vento cambia rotta. Ed è un vento piacevole, dolce. Che regala brividi. Già, perché la vittoria di Ugo De Vivo non è solo la vittoria di un sindaco. Dietro c’è molto di più. È il risveglio della società civile, di quell’intelligenza collettiva per troppo tempo sopita dinanzi ad un sistema – quello di Iorio – che asfissiava.

La sconfitta di Rosa Iorio, in effetti, è la sconfitta del fratello. Segna un punto. La fine di un’eraa, distinta da clientele, da favori ad amici e parenti, da condanne giudiziarie e servilismo spietato. In venti anni Michele Iorio ha sfasciato la regione, ha reso il Molise emblema dello spreco, dell’indecenza, del più gretto sultanato.

Ed è ancora più emblematica questa vittoria perché ottenuta nella sua città, Isernia. I suoi stessi concittadini l’hanno sconfessato, l’hanno sbugiardato nella maniera più violenta: negando la vittoria alla sorella, degna rappresentante del sistema clientelare ioriano (Rosa è, tuttora, direttore dell’Asl pentra). Perché – è bene che anche questo si dica – la vittoria di De Vivo, senza nulla togliere al candidato di centrosinistra, è stato un vero e proprio referendum. Iorio sì, Iorio no. Chi ha votato De Vivo, l’ha fatto innanzitutto per rompere un sistema di potere antidemocratico che vige, oramai, da troppo tempo. La vittoria di De Vivo, insomma, è la campana a morte per Michele Iorio, per quello che rappresenta, per tutta quelle rete clientelare legata a doppio filo al Governatore. È il requiem di tutto ciò che ha regnato in questi anni in Molise. In una parola, l’antidemocrazia.

Senza dimenticare, poi, che questa è la seconda batosta collezionata dagli Iorio’s nel giro di pochi giorni, dopo la sentenza del Tar che ha invalidato le elezioni regionali. Cosa farà ora Michele Iorio? Deciderà di ripresentarsi alla Regione, sfidando leggi che glielo proibirebbero, dimostrando, ancora una volta, di reputarsi supra legem?

Caro Governatore, le è stato permesso sino ad ora di potersi pavoneggiare a padrone di una regione. Quel tempo, però, è finito. Le cose stanno cambiando. La gente è stufa di ospedali realizzati senza ascensori. È stufa di trovare un posto di lavoro soltanto se figlio di. È stufa di doversi inchinare per aver lavoro. È stufa di comprendere che gli studi non valgono a niente perché qui funziona così.

È stufa di lei, signor Presidente.

Cosa accadrà ora? Ancora non è dato sapere. De Vivo si trova davanti belle ed importanti sfide. Ma il tempo dei programmi e delle domande ancora deve arrivare. Ne parleremo da domani. Ora è il tempo di festeggiare.

Perché, caro Michele Iorio, per lei è finita la pacchia. A Isernia, come in Molise.