Sin dall’avvio del suo mandato Mario Monti si è occupato di servizi segreti. A differenza dei suoi predecessori, il premier – caso unico fino ad ora – non ha nominato nessuna “autorità delegata” per il controllo dell’intelligence. Tutto nelle sue mani. Ed ora si scopre un altro piccolo particolare: il governo quest’estate ha firmato un accordo con gli Stati Uniti che prevede la possibilità di mettere in comunicazione le due banche dati per le tracce del dna e impronte digitali (senza alcuna gara d’appalto e sebbene l’Italia già abbia un servizio europeo di condivisione delle banche dati). Costo dell’operazione per le casse pubbliche nostrane: dieci milioni di euro. Alle spalle di tutti i movimenti, la paura che le potenze orientali possano entrare nell’economia occidentale e la possibilità di un nuovo blocco Usa-Europa.