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Scandalo Ior, in manette “Monsignor 500” e altri due funzionari: le pulizie di Francesco?

Lo scandalo a 48 ore dalla decisione di Papa Francesco di istituire una commissione pontificia sulle attività dello Ior: sarà un caso, ma sembra che le pulizie made in Bergoglio siano appena iniziate. In manette il vescovo di Salerno Nunzio Scarano, lo 007 Giovanni Maria Zito e il broker finanziario Giovanni Carenzio. “La Chiesa non sia un intreccio di interessi”, il monito papale di qualche giorno fa: e per chi non rispetta le regole il vento sembra davvero cambiato. Merito, questo è certo, del nuovo Papa “Che” argentino.

 

di Viviana Pizzi

Truffa, corruzione e calunnia. Sono le accuse che gravano sulla testa del vescovo di Salerno Nunzio Scarano, monsignore italiano responsabile del servizio di contabilità analitica all’Apsa, Giovanni Maria Zito, funzionario dell’Aisi e Giovanni Carenzio, broker finanziario italiano in servizio fuori dai nostri confini. Tutti e tre nella mattinata di oggi sono finiti in manette. Arrestati dai militari del Nucleo Speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza.

L’ordinanza è del gip di Roma Barbara Callari. Le indagini invece sono state portate avanti dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dai sostituti Stefano Rocco Fava e Stefano Pesci. Un vero terremoto giudiziario nell’ambito della Chiesa italiana perché i tre sono coinvolti nello scandalo dello Ior. E l’arresto avviene a poche ore dalla decisione di Papa Francesco di istituire una commissione speciale che controlli tutti i movimenti legati all’istituto bancario delle Opere religiose.

Le indagini sono nate dopo il controllo di un accordo tra Scarano e Zito. I due avevano pensato di far rientrare dalla Svizzera 20 milioni cash che si trovavano sui conti di alcuni amici del monsignore. L’operazione doveva avvenire a bordo di un jet privato. Secondo l’accusa Zito per aver portato a termine il piano avrebbe ricevuto una cospicua somma di denaro: 400 mila euro.

Per il Vescovo di Salerno non è la prima indagine in cui viene coinvolto. Infatti  due settimane fa era finito nel registro degli indagati con altre 56 persone per il reato di riciclaggio di ben 560mila euro. Nonostante lui avesse sostenuto che i soldi erano di provenienza lecita gli inquirenti ci hanno voluto vedere chiaro, E per questo motivo la procura campana sta cercando di capire da dove provenissero le liquidità già accertate.

Per lui non era certo difficile riuscire ad organizzare cose simili: infatti Scarano prima ci prendere i voti 26 anni fa ha un passato di funzionario di banca e proprio per questo motivo era stato destinato all’incarico dell’Apsa. Il suo soprannome è monsignor 500 per la sua grande disponibilità di denaro liquido e soprattutto delle preziose banconote da 500 euro.

Ora per Papa Francesco sarà ancora più facile  “conoscere meglio la posizione giuridica e le attività dello Ior per consentire una migliore armonizzazione del medesimo con la missione della Chiesa universale e della Sede apostolica”.

E non si può arrivare ad escludere che il risultato di queste indagini possa essere inserito nei documenti che la Commissione papale. Si tratta certamente di un passo avanti fondamentale in vista dell’operazione trasparenza auspicata dal Papa argentino.