EMANUELE INGLESE/ “Ho la grinta del primo giorno, perché la musica mi rende felice.”
Nei mitici anni ’90 ha fatto ballare, saltare, gioire, cantare e sudare intere schiere di amanti della notte. Che poi sono il suo popolo, la sua gente, quelli che “Inglese lo ami o lo odi”, quelli che ricordano il Mucca Assassina come una notte-evento dai risvolti socio-politici. Vladimir Luxuria? È nata proprio lì, al Qube di Roma, quando era la drag queen più famosa d’Italia e insieme ad Emanuele Inglese faceva impazzire il pubblico – sessualmente eterogeneo – della Mucca più famosa d’Italia.
di Tiziana Pinto
Cavalcare l’onda energetica del pubblico, sentire l’adrenalina che scorre in pista, assorbirne la forza e mettere dischi in consolle. Cercando di intuire i gusti della folla e di sperimentare, perché la gente va anche educata con nuove sonorità”. Ed è questo il motivo per cui questo Top-Dj è ancora sul pezzo, ancora a surfare sui ritmi d’Europa…
Sappiamo tutti come nasce l’Emanuele Inglese, versione dj.
E come nasce?
Nel 1992, al Qube di Roma, nelle notti-evento targate Mucca Assassina, quando Vladimir Luxuria era la Drag Queen più famosa d’Italia.
È un grande personaggio Vladimir, siamo molto amici.
Ancora oggi?
Ci sentiamo, facciamo delle serate artistiche insieme, in varie location private. È una persona squisita, mi ha dato una grandissima opportunità e quindi colgo l’occasione per salutarlo e ringraziarlo.
Finché lei era in Parlamento, come hai visto il suo modo di far politica?
Non voglio parlare di politica, non me ne frega un cazzo della politica, a me piace far divertire la gente, sorridere il più possibile. Pensa che, quand’era a Montecitorio, ho detto a Vladimir: “Cerchiamo di organizzare una festa con gli altri parlamentari”. Si è saputa difendere molto bene da un mondo che non era il suo, si è saputa gestire ed è riuscita a farsi stimare da tantissime persone.
Il Mucca Assassina, per chi non lo sapesse, è l’evento cult del mondo GLBT (gay, lesbian, bisexual, trangender), che in particolare adora le tue serate Scandalo e Diabolika. Hai mai provato disagio?
Mi sento sempre a disagio. Anche se dal di fuori sembro e sono una persona sicura di me, ogni qual volta mi trovo davanti ad un pubblico che ti trasmettono una certa energia, la mia forte sensibilità mi fa scattare la molla dell’imbarazzo. Che però riesco a superare nel momento in cui interagisco con il pubblico, che per un disc jokey è un aspetto fondamentale del lavoro. Devi essere un gran comunicatore, questa è una cosa molto importante, che non bisogna mai sottovalutare.
Che tenerone…
In alcuni frangenti si, perchè sono una persona abbastanza sensibile e quindi mi emoziono facilmente, ecco.
Qual è il pezzo che ti ha dato maggior soddisfazione come produttore?
Tengo a precisare che io nasco come Dj, sulle consolle. Sono stato resident in moltissimi posti, tra cui proprio il Mucca Assassina, che negli anni ‘90 era una situazione italiana molto molte forte. E lo è tutt’ora. Sono stato propulsore artistico di una One Night importante in Italia, come il Diabolika e ho fatto molte serate all’estero, dove lavoro ancora molto bene. Per quanto riguarda la discografia personale ho iniziato nel ’99-’00, senza puntare sulle vendite. Non ho mai fatto produzioni per il mercato ma solo per me stesso e soprattutto per i club. Per cui mi sono permesso di fare sempre pezzi molto ricercati, portando avanti le mie sonorità. Ho fatte molte di produzioni, tra album, singoli e remix e ho sempre fatto il vinile, di cui sono appassionato.
Uno dei pochi rimasti…
Ma sai, mi adeguo alle tecnologie perché è giusto che sia così, però avere un supporto in mano di una tua creazione, che sono i dischi in vinile, mi da l’idea di un cimelio che rimarrà.
Tu suoni molto anche fuori dall’Italia…
Guarda, in Italia – dal nord a sud – trovi gente calorosa, festaiola, a cui piace saltare. Quello che vorrei dire al popolo italiano è che non bisogna solo lamentarsi dei soldi e del lavoro, perché se andiamo in un paese come il Brasile troviamo veramente la fame vera. Ci lamentiamo troppo in e invece dovremmo cercare di andare di più nei locali perché ce ne sono di veramente belli e l’Italia non è seconda a nessuno quanto a location, strutture, sound system e feste. E infatti tanti stranieri vengono a ballare da noi.
Una sonorità che cambia e si evolve di settimana in settimana, secondo te migliora o peggiora la musica?
Oggi la musica è assolutamente migliorata, siamo tornati a sonorità più festaiole, siamo nel pieno dell’house. Anche se io ho la visione del Dj anni ’60, che faceva divertire il pubblico e lo accontentava, sperimentare è molto importante perché bisogna far conoscere la musica, educare la gente con nuove sonorità, non soltanto quelle radiofoniche.
Posso farti una domanda cattivella?
Vai.
Il popolo della notte, quando parla di te, dipinge un personaggio che o sia ama o si odia. Per alcuni sei un mito per altri una pippa. E scusa il francesismo.
Noi dj comunichiamo emozioni attraverso la musica e questo chiaramente comporta che non possiamo piacere a tutti, non c’è un dj al mondo che metta tutti d’accordo. Ma la critica costruttiva io l’ascolto sempre, perché mi permette di crescere e migliorare, soprattutto se viene fatta da chi mi ascolta e balla alle mie serate, altrimenti non puoi giudicare una cosa che non conosci. L’umiltà è importante perché solo grazie al pubblico raggiungi i risultati che vuoi ottenere. Ma tante persone offendono e basta, soprattutto sui blog o sui forum disprezzando non solo me ma anche altri miei colleghi professionisti che ci sono in Italia. Non mi piace la gente che parla solo male degli altri e infatti non ci vado sui blog.
Progetti per il futuro?
Tanti, perché sono ancora piccolo e sinceramente ho ancora tanto da dare. Sto investendo sulla discografia all’estero, con la stessa grinta del primo giorno e con la voglia di trasmettere divertimento con la musica, che resterà sempre una fonte di enorme felicità.