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PRIVILEGI CASTA/ Dopo le pensioni d’oro, altra figuraccia del Pd: si astiene contro i doppi stipendi dei magistrati

Soltanto alcuni giorni fa, come Infiltrato.it ha documentato, il Pd votava contro l’emendamento, presentato dall’Idv in Senato, per tagliare le pensioni d’oro degli alti funzionari dello Stato. A nemmeno una settimana di distanza, il Governo ci riprova a reinserire la norma cancellata. E il Partito Democratico, intanto, continua a collezionare figuracce pro-casta: è l’unico partito ad astenersi su una norma che potrebbe tagliare i doppi stipendi ai magistrati. Curiosità: l’emendamento è stato presentato proprio da un parlamentare Pd.


Pier Luigi Bersani
ha parlato chiaro subito dopo le elezioni: “I nostri elettori hanno compreso la scelta di sostenere il governo Monti”. Eppure alcune scelte rimangono incomprensibili. Non c’è alibi che tenga. Monti o non Monti. Come quella di votare contro l’emendamento presentato il 2 maggio dai senatori Idv Belisario, Pardi, Lannutti e Bugnano che ha reso possibile un taglio alle stellari pensioni dei funzionari di Stato (a votare a favore, addirittura, anche la maggior parte dei senatori del Pdl): ben 69 senatori targati Pd (su 94 totali) hanno deciso di votare contro. Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, ha subito precisato: “Ce l’aveva chiesto il Governo”. Come se fosse una giustificazione più che valida. Ma il Governo non ci sta a tagliare lì dove si potrebbe tagliare. Ci mancherebbe. E infatti, in discussione alla Camera, ha proposto di reinserire la norma cancellata. Secca risposta del partito che ha presentato l’emendamento: “L’IdV non consentirà che alla Camera si riproponga una norma iniqua e vergognosa in un momento così drammatico per la nostra economia”, ha detto Antonio Di Pietro. Smascherando (politicamente) l’esecutivo.

Intanto, però, il Partito Democratico, proprio non ce la fa a dire di no al Governo e agli interessi della Casta che si nascondono dietro tante delle misure adottate dall’esecutivo (quello stesso esecutivo che a novembre blaterava parlando di equità). E infatti ne ha dato nuovamente dimostrazione. Ieri, durante i lavori, le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia hanno dato parere favorevole alla norma presentata dal deputato Pd Roberto Giachetti. Un emendamento inserito nel ddl anticorruzione che, in pratica, pone uno stop al cumulo di stipendi, pensioni e incarichi per i magistrati fuori ruolo. In pratica, se la norma dovesse passare, il servizio in posizione di fuori ruolo svolto da magistrati, avvocati e procuratori dello Stato “non può essere prestato per più di cinque anni consecutivi” e comunque in nessun caso “può superare complessivamente i dieci anni”. E, soprattutto, sarà vietato cumulare il doppio stipendio.

Norma più che mai condivisibile in un periodo di crisi. Eppure, mentre tutti gli altri partiti hanno votato a favore in Commissione, l’unico ad astenersi è stato il Partito Democratico (tranne Paola Concia e Rita Bernardini). Quello stesso Partito Democratico di cui fa parte il  relatore dell’emendamento, Roberto Giachetti. “Sono davvero amareggiato per il fatto che il mio partito non l’abbia votata – ha detto a caldo Giachetti – Si chiedono sacrifici a tutti, non è accettabile che ci siano degli intoccabili come, in questo caso, i magistrati”. Evidentemente il suo partito la pensa diversamente.

C’è, però, una possibile spiegazione. Come accaduto per l’emendamento Idv sulle pensioni d’oro, anche in questo caso il Partito Democratico ha seguito a ruota i diktat dell’esecutivo. Il Governo, infatti, ha subito mostrato di non gradire la norma anti-casta: il Guardasigilli Paola Severino, in linea col suo predecessore Francesco Nitto Palma, ha dato immediatamente parere contrario. Insomma, ancora una volta, il Pd si tiene legato a doppio filo a quello che detta Mario Monti. Ipse dixit. Anche a costo di andare contro un emendamento concepito da un proprio parlamentare. Non sia mai qualcuno osi contraddire il Professor Monti. Tanto oramai ci siamo abituati: una volta presi i voti (e le amministrative attestano una crescita del Pd), ora tocca solo perderli. Come sempre.