Mentre il Governo pensa agli F35 l’esercito è senza soldi: e i militari sono alla fame
Gli stipendi medi dei militari di truppa si aggirano intorno ai 1300 euro, grazie alla riforma Fornero la prospettiva della pensione è ancora, se possibile, più funerea. Soldati e sottufficiali sono alla fame.
Stipendi bloccati da cinque anni per chi indossa una divisa, niente progressione economica, cioè le indennità, che un po’ di ossigeno lo fornivano.
L’unica soluzione politica prospettata, il taglio del personale per ridimensionare il numero degli effettivi, il “riordino delle carriere” un provvedimento descritto dai sindacati di categoria come “irricevibile”, i quali vorrebbero risolvere subito il problema delle retribuzioni ed eliminare il blocco degli stipendi.
Di altra natura le rivendicazioni dei generali, non solo indennità, ma anche maxi indennità e per i superbonus hanno mosso guerra allo Stato.
Si tratta di tre capi di Stato Maggiore, Mario Arpino, Andrea Fornasiero e Umberto Guarnirei.
I tre hanno impugnato il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 12 marzo 2001, con cui è stata loro attribuita l’indennità per la carica di capo di Stato Maggiore rivestita.
Il decreto, varato dall’allora premier Giuliano Amato, ha fissato la speciale indennità al 60% dello stipendio previsto per i dirigenti generali dello Stato.
Ai due generali e all’ammiraglio non è andato bene, visto che poco prima era stata fissata una somma superiore per il capo della Polizia e hanno fatto ricorso, chiedendo al Tar del Lazio di annullare quel provvedimento.
Il Tar ha dato loro torto, sostenendo che le speciali indennità vanno “ad incidere significativamente sugli emolumenti di coloro che ricoprono posizioni apicali nello Stato, con importanti conseguenze sul bilancio dello Stato e dunque sul rispetto degli impegni intrapresi a livello comunitario”
Ma qualcosa i generalissimi recuperano, il Tar del Lazio ha però ritenuto fondata la lamentela dei 3 graduati sul periodo da cui gli doveva essere corrisposta l’indennità.
Per legge tale bonus doveva scattare infatti dal 1998, ma con lo stesso decreto varato da Amato era stato dato ai tre soltanto dal 1 gennaio 2000. I giudici amministrativi hanno così stabilito che i due generali e l’ammiraglio dovranno essere risarciti per i due anni in cui non hanno ottenuto l’indennità a cui avevano diritto.
Non sarà il maxi bonus preteso, ma sempre meglio che niente.