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CORRADO PASSERA/ Simest, la società è dismessa ma il ministro nomina l’amico nel Cda il giorno prima dei tagli

La spending review non vale per tutti. O, perlomeno, non vale per il ministro Corrado Passera. Sebbene il testo, infatti, preveda norme stringenti per le società a partecipazione pubblica, il giorno prima dell’approvazione del decreto (non a caso) Passera ha nominato il nuovo cda della Simest (società italiana per le imprese all’estero), malgrado un decreto del 27 giugno preveda la sua soppressione al termine della acquisizione da parte di Cassa depositi e prestiti. E tra i nominati spicca Riccardo Monti, amico di famiglia di Passera e già presidente di Ice, componente del Consiglio di amministrazione Assocamerestero e consigliere di internazionalizzazione del Ministro dello sviluppo economico. Cumuli su cumuli di stipendi.

di Carmine Gazzanni

E non è nemmeno la prima volta che ci ritroviamo a commentare i clamorosi scivoloni di Passera, lo stesso che fino a qualche tempo fa voleva regalare – letteralmente – lo stabilimento di Termini Imerese a un’azienda, la Dr Motor, che secondo le accuse non paga gli stipendi ai suoi operai. Come mettere un malato in mano a Dracula, avrebbe detto Antonio Di Pietro, che infatti ha battagliato duro proprio con Passera, fino a farlo recedere dai suoi assurdi propositi e salvando di fatto il futuro di Termini. Ma l’ex Ceo di Intesa San Paolo è tipo che una ne pensa e cento ne fa, spesso sbagliate.

A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Il sei luglio, dopo un consiglio dei ministri fiume, viene approvato il tanto agognato testo sulla spending review. Tagli alla sanità, tagli alle università pubbliche, accorpamenti delle province. Ma anche un intervento deciso sulle società partecipate. Non c’è che dire: ottima cosa se ricordiamo che enti, consorzi e fondazioni controllate dalle amministrazioni pubbliche (spesso di dubbia utilità) costano allo Stato 7 miliardi di euro. Il testo, infatti, prevede una riduzione dei componenti dei consigli di amministrazione (non più di tre) delle società a partecipazione pubblica e norme stringenti per la nomina nelle stesse di dirigenti ministeriali senza cumulo di retribuzione. Bene. Ottimo.

Ma nel palazzo si aggira sempre qualche furbetto. Quello di turno risponde al nome di Corrado Passera. Già, proprio il ministro dello sviluppo economico. Il cinque luglio, proprio il giorno prima dell’approvazione del testo che avrebbe posto un serio freno alle partecipate, il ministro ha la brillante idea di nominare il consiglio di amministrazione della Simest (società italiana per le imprese all’estero), una società per azioni controllata per il 76% proprio dal ministero per lo Sviluppo Economico. Una casualità? Difficile pensarlo. Per diversi motivi.

Anche perché un decreto di soli pochi mesi prima (il n. 87 del 27 giugno), per giunta preso da questo stesso esecutivo, disponeva addirittura l’abrogazione del Consiglio di amministrazione Simest una volta completata l’acquisizione del capitale sociale dello Stato da parte della Cassa depositi e prestiti. Il motivo? Proprio per ridurre le spese. È scritto nero su bianco nel decreto del 27 giugno: “ai fini della razionalizzazione e del riassetto industriale nell’ambito delle partecipazioni detenute dallo Stato”.

Ma niente. Passera decide comunque di nominare un nuovo cda, nonostante quanto previsto dal citato decreto. E quale momento migliore per farlo se non il giorno prima dell’approvazione della spending review che prevede norme stringenti proprio sulle società partecipate.

Finita qui? Assolutamente no. Si potrebbe pensare (anche se comunque non reggerebbe dato che di qui a poco la società verrà dismessa): probabilmente il precedente cda era formato da un manico di incompetenti. I numeri parlano chiaro: a capo dell’amministrazione Simest, fino al 5 luglio, ritroviamo Giancarlo Lanna, il quale aveva portato la società ad un utile che si aggira intorno ai 18 milioni di euro. Una decisione, quella del ministro, che non trova alcuna giustificazione dunque.

E allora perché “defenestrare” Lanna e tutta l’amministrazione per un nuovo cda? Una possibile risposta arriva leggendo chi compare tra gli eletti. Se alla presidenza troviamo l’ex ambasciatore Riccardo Petrone, il nome che desta più di qualche dubbio è quello del vicepresidente. A sedere sulla seconda poltrona del cda, infatti, troviamo Riccardo Monti. Si badi bene: nessun rapporto di parentela con Mario. Ma con Corrado i rapporti sono ben saldi, dato che i due sembrerebbero siano amici di famiglia da lunga data.

Conflitto d’interesse? Chissà. Fatto sta che, dal 5 luglio, giorno della nomina a vicepresidente, a Monti non mancano gli incarichi di prestigio, essendo già presidente Ice, componente del Consiglio di amministrazione Assocamerestero e consigliere di internazionalizzazione del Ministro dello sviluppo economico. Piccolo particolare: tutti questi incarichi (fatta eccezione per Assocamerestero) avvengono, ancora una volta, per nomina diretta proprio del ministro Passera. Basti pensare alle presidenza dell’Ice, avvenuta solo pochi mesi fa (30 aprile). Insomma a distanza di poco più di due mesi, due nomine importanti per Monti, entrambe per volere di Corrado Passera.

Ma chiediamoci anche altro: di cosa si occupano tutte queste società? Sembrerebbe tutte della medesima cosa: sponsorizzazione delle imprese italiane all’estero. Assocamerestero, come si legge sul sito, “promuove e diffonde le attività delle Camere di Commercio nel mondo e sostegno del made in Italy e dell’internazionalizzazione delle PMI”. La Simest, come detto, è la “società italiana per le imprese all’estero”. L’Ice anche: “agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane”. Senza dimenticare, come detto, che Monti è anche consigliere “di internazionalizzazione del Ministro dello sviluppo economico”.

Non sembrerebbero anche questi doppioni? Fa niente. Sono sempre poltrone. Utili.