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SCANDALI ITALIANI/ 2- La Zuccheropoli molisana

di Pasquale Di Bello e Michele Mignogna

Prosegue, con la pubblicazione della seconda parte, l’inchiesta dell’Infiltrato sulla ZUCCHEROPOLI MOLISANA. Il Molise dei misteri, e quello dei meno misteriosi intrecci tra politico-affaristici, trova nella storia recente dello ZUCCERIFICIO DEL MOLISE uno dei suoi capitoli più inquietanti. Dietro la compravendita delle quote cedute dai vecchi proprietari, la famiglia bolognese dei Tesi, si snoda un dedalo societario al cui centro si trova la società G. & B. INVESTMENTS Spa, nuovo socio privato. Un labirinto che parte da Isernia, transita da Cipro e Lussemburgo, e ritorna secondo un percorso circolare nella città pentra. La roccaforte del governatore della Regione Molise, Michele Iorio. Nel cono d’ombra del presidente regionale c’è Remo Perna, imprenditore noto alle cronache per pregressi fallimenti e irragionevolmente accostato da Iorio a Sergio Marchionne, il supermanager di casa Agnelli. Quella che il capo della Regione, in un ardimentoso quanto grottesco esempio, paragona ad un’operazione di rilancio aziendale stile FIAT, è in realtà una delle più spericolate e oscure avventure finanziarie degli ultimi anni condotte con i quattrini dei contribuenti. Remo Perna non solo non è il Marchionne dello zucchero osannato da Iorio ma rappresenta, in realtà, lo snodo di intrecci finanziari e interessi politici che l’inchiesta condotta dall’Infiltrato si propone di portare alla luce. Un mistero molisano che ben si inserisce nel solco del malcostume italiano e dello scialacquio di denaro pubblico.

 

Il percorso dei soldi – la G. & B. INVESTMENTS

Campobasso, mattina del 4 marzo 2010. Qualcosa non quadra, ma nessuno sembra accorgersene, tranne il ConsigliereBefana 2010, Iorio allo Zuccherificio del Molise regionale Massimo Romano, abituato a scavare, scovare e leggere carte. E, soprattutto, a giocare brutti scherzi ai suoi coinquilini del Palazzo. Quel giorno Romano convoca una conferenza stampa proprio nel palazzo che ospita il Consiglio regionale del Molise. Ha già sollevato molti dubbi sull’operazione ZUCHERIFICIO DEL MOLISE, ma quel giorno cala l’asso: sbugiarda Iorio, il presidente della Regione, quello che appena dieci giorni addietro ha equiparato Perna a Marchionne, e che ha sempre negato la pista cipriota (guarda il video del 2 marzo 2010). Quella pista invece esiste, come esiste una domanda alla quale solo oggi è possibile rispondere: da dove arrivano i soldi utilizzati da Perna?

 Lo scenario si infittisce. Se da una parte sappiamo chi c’è dietro all’affaire Zuccherificio, cioè la famiglia Perna guidata dal patron Remo, dall’altra sappiamo che la G. & B. INVESTMENTS, l’acquirente privato, paga solo 850mila euro del milione e 150mila pattuiti come acconto. Il resto, 300mila euro, come abbiamo visto nella prima parte dell’inchiesta, li procura un’altra società, la C.P.M. Srl, che nulla ha a che fare con la vicenda.

 E’ qui che il nebbione si fa muro. A questo punto della storia, per tentare di uscire da un labirinto che si fa sempre più intricato, occorre porsi due domante e farle viaggiare a ritroso nel tempo: i soldi impiegati dalla G. & B. INVESTMENTS e dalla C.P.M. per pagare Tesi e quindi l’acquisto delle quote private dello ZUCHERIFICIO DEL MOLISE, attraverso quali strade sono entrati nelle casse delle rispettive società? Chi li ha procurati e, soprattutto, come? Le sfumature da tenere in conto sono molte, anche perché, come al solito, il diavolo si annida nei dettagli. Andiamo a ritroso cominciando dalla G. & B. INVESTMENTS.

 

Isernia (luogo probabile, ora incerta), 10 luglio 2009. Assemblea straordinaria della G. & B. INVESTMENTS, all’ordine del giorno c’è l’aumento del capitale sociale a 7milioni 890mila euro. La società proprietaria (al 100%) della G. & B. INVESTMENTS, la cipriota GB MANAGEMENT CYPRUS LIMITED, sottoscrive 30mila azioni ordinarie per complessivi 3milioni di euro. A rappresentare la società off-shore c’è quel giorno Remo Perna. Nuovamente lui, il Marchionne e socio occulto dello  ZUCHERIFICIO DEL MOLISE . In realtà la GB MANAGEMENT CYPRUS LIMITED non ci mette un soldo. I quattrini arrivano da altre strade, anche se la G. & B. INVESTMENTS li registra a bilancio come versamenti eseguiti dall’azionista unico cipriota.

 I 3milioni di euro, dai quali verranno fuori gli 850mila versati a Tesi, nascono da tre “provviste finanziarie” di taglio diverso che vengono appoggiate su altrettanti conti intestati alla G. & B. INVESTMENTS: 1milione e 500mila la prima, 950mila la seconda, 550mila la terza. I soldi arrivano, vengono formalmente registrati, ma dei ciprioti nessuna traccia: non è la GB MANAGEMENT CYPRUS LIMITED a pagare realmente i quattrini necessari all’aumento di capitale sociale della G. & B. INVESTMENTS.

 

Capitali sospetti e società “benefattrici” 

A pagare senza alcuna ragione di carattere economica o commerciale sono due insospettabili società che in comune hanno solo una cosa, l’amministratore unico: tale Vittorio Testa da Pesche, provincia di Isernia. I nomi delle due società benefattrici sono quelli della SOLBA Srl, con sede a Roma, e la MODA 2 Srl, con sede a Pesche (IS).

Sia la SOLBA che la MODA 2 effettuano versamenti alla G. & B. INVESTMENTS per complessivi 3milioni di euro. A testa, ciascuna, versa la cifra tonda di 1 milione e 500mila euro. Attenzione a questa cifra perché la ritroveremo più avanti.

I soldi provenienti dalla SOLBA e dalla MODA 2 vengono utilizzati in parte (in quota acconto) per comprare le azioni dello ZUCHERIFICIO DEL MOLISE, mentre un’altra parte (550mila euro) la G. & B. INVESTMENTS li utilizza per acquistare quote azionarie di due società di intermediazione finanziaria: le bolognesi INTERMEDIA FINANCE Spa e INTERMEDIA HOLDING Spa.

Appurato che solo formalmente l’aumento di capitale della G. & B. INVESTMENTS è iscritto a bilancio a nome della GB MANAGEMENT CYPRUS LIMITED, che in realtà non ci mette un centesimo, e stabilito che non sussiste ragione economica e commerciale valida a giustificare un così elevato trasferimento di denaro dalla SOLBA e dalla MODA 2 direttamente alla G. & B. INVESTMENTS, lo scavo può proseguire solo in una direzione. La domanda non è più solo sul perché le due società benefattrici pagano, ma anche da dove esse stesse prendono i soldi utilizzati. Come si alimentano SOLBA e MODA 2, con quali quattrini? E quale misterioso scenario si apre attorno alla cifra che torna, 1 milione e 500mila euro che esse mettono a disposizione e che esse, a loro volta, ricevono nella medesima misura a monte di questa pista del denaro?

 

I pagamenti “disinvolti” della Regione Molise 

La pista dei soldi porta dritta alla Regione Molise. In quegli stessi palazzi da cui era stato diramato il comunicato stampa che apre questa storia: Perna come Marchionne, ha detto Michele Iorio, governatore del Molise.

In due giorni, 30 e 31 luglio 2009 la G. & B. INVESTMENTS riceve la bellezza di 3milioni di euro, uno e mezzo cadauno tra SOLBA e MODA 2, che a loro volta, tutte e due lo stesso giorno, il 28 luglio 2009, ricevono 1milione e 500mila euro a testa dalla Regione Molise. Soldi che entrano, per ragioni che presto vedremo, e che immediatamente escono, nella medesima entità, a favore di una società, GB MANAGEMENT CYPRUS LIMITED, totalmente estranea alle due che ricevono i pagamenti dalla Regione Molise.

Campobasso, mattina del 28 luglio 2009. SOLBA e MODA 2 ricevono un milione e mezzo di euro che di lì a pochissimi giorni (30 e 31 luglio successivi) gireranno a interamente alla G. & B. INVESTMENTS. Andiamo ancora a ritroso, seguendo la pista del denaro, e poniamoci una domanda: perché paga la Regione Molise?

Ufficialmente le causali di pagamento sono le seguenti: per SOLBA, due mandati entrambi recati la dicitura “L. 598-94 Art. 11 RICERCA”; per MODA 2, tre mandati, di cui due recanti la dicitura “L. 598-94 Art. 11 RICERCA” e il terzo una causale dalla lettura indecifrabile se non criptata “INS NVRBIT2NXXX”.

 

La legge 598-94 art. 11

 Che dice la legge in causale? La legge 598-94, e precisamente l’art. 11 prevede finanziamenti agevolati per “Progetti di ricerca industriale e/o sviluppo precompetitivo” che, nel caso in esame, devono essere realizzati di imprese aventi unità produttive ubicate nella Regione Molise. La misura in questione risulta attivata con Delibera di Giunta Regionale n. 1573 del 14 febbraio 2002 nell’ambito del POR-MOLISE 2000-2006 – MISURA 4.1.2. LEGGE 598-94.

 Adesso usciamo per un pezzo di strada dalla pista del denaro, e prendiamone un’altra, quella dei riscontri tecnici. La SOLBA e la MODA 2 erano nelle condizioni di ricevere il cospicuo finanziamento? Parimenti, potevano dirsi soddisfacenti di tutti i requisiti tecnici che la Regione Molise, e più precisamente l’Assessorato alle Attività Produttive (allora retto dall’attuale europarlamentare del Pdl, Aldo Patriciello) era chiamata a verificare?

(fine seconda parte)

 L’inchiesta riprende lunedì 12 settembre con la pubblicazione della terza parte.


LEGGI LA PRIMA PARTE

SCANDALI ITALIANI/1-La Zuccheropoli molisana