Traffico illecito di armi, soldi facili per le mafie: il M5S chiede una Commissione d’inchiesta
La ‘ndrangheta, per dirne una, guadagna dal settore armi 2,4 miliardi di euro l’anno. Per sconfiggere la criminalità organizzata e recuperare i proventi che incassa, i senatori pentastellati hanno presentato un ddl per chiedere una Commissione parlamentare d’inchiesta, che lavori anche con la Commissione Europea.
Il dato è di qualche anno fa: la ndrangheta in Italia ha guadagnato 2,398 miliardi di euro in traffico illecito di armi . Lo ha stabilito una ricerca dell’Eurispes passata troppo spesso sotto silenzio per dare spazio ad altre notizie di certo più veloci e facili da seguire. Un problema sul quale il Movimento Cinque Stelle non ha voluto temporeggiare.
LA PROPOSTA DI LEGGE: ISTITUIRE UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITA’ ILLECITE CONNESSE AL COMMERCIO DEGLI ARMAMENTI
E nel tentativo di ridurre anche l’influenza delle mafie all’interno dello Stato italiano hanno pensato a un disegno di legge apposito. E’ stato presentato il 25 giugno al Senato dalla componente del Movimento Cinque Stelle Michela Montevecchi e dai cofirmatari Giuseppe Vacciano, Nicola Morra, Nunzia Catalfo, Ivana Simeoni, Gianni Pietro Girotto, Lorenzo Battista, Manuela Serra, Enrico Cappelletti, Rosetta Enza Blundo, Cristina De Pietro, Bartolomeo Pepe, Fabrizio Bocchino, Roberto Cotti, Gianluca Castaldi, Francesco Molinari, Francesco Campanella, tutti appartenenti al Movimento Cinque Stelle.
Per ora della proposta di legge che ancora non è stata assegnata a nessuna commissione perché presentata soltanto qualche giorno fa, si conosce soltanto il titolo: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al commercio degli armamenti.
Di certo l’obiettivo di questo testo, che potrebbe vedere impegnati venti deputati e senatori al pari delle altre istituzioni simili, è quello di ottenere quanto più materiale possibile per inquadrare il fenomeno, capirne al meglio la portata e acquisire documentazione per fronteggiarlo e impedire alle mafie di farci affari sopra. Combattendo a questo punto anche la loro influenza sul territorio nazionale. E’ un modo anche di adeguarsi a quanto ha previsto la Commissione Europea sulla lotta al traffico delle armi proponendo una ratifica dell’accordo Onu.
DALL’ITALIA AL MONDO: IL TRAFFICO D’ARMI È UN PROBLEMA DI CARATURA MONDIALE
Secondo i dati della Commissione europea il solo commercio di armi da fuoco di piccola caratura genera proventi di circa 180 milioni di euro all’anno per la criminalità organizzata mondiale. Meno della ndrangheta, calcolata anche per le armi grosse, ma comunque un fenomeno preoccupante di cui la Commissione Europea ha inteso occuparsi.
“Il traffico illecito di armi da fuoco – ha dichiarato la commissaria UE per gli Affari interni, Cecilia Malmström – rappresenta una minaccia crescente per la sicurezza dei cittadini europei e un’attività redditizia per i criminali. È necessario rafforzare i controlli sulle armi che entrano, circolano ed escono dal territorio dell’UE al fine di prevenirne un uso indebito. La conclusione del protocollo delle Nazioni Unite sulle armi da fuoco conferma l’impegno dell’Unione europea a proteggere i cittadini dal rischio della violenza delle armi nell’UE e nel resto del mondo”.
Il protocollo serve a cinque cose: conservare dati dettagliati sull’importazione e l’esportazione delle armi da fuoco; adottare un sistema internazionale di marcatura delle stesse; istituire un sistema di autorizzazioni armonizzato a disciplina dell’importazione, esportazione, transito e riesportazione delle armi da fuoco; prevenire il furto, la perdita o lo sviamento di armi da fuoco attraverso il rafforzamento dei controlli delle esportazioni, dei punti di esportazione e dei controlli alle frontiere; scambiare informazioni su produttori, distributori, importatori ed esportatori autorizzati, sulle rotte utilizzate dai trafficanti e sulle prassi migliori nella lotta al traffico al fine di accrescere la capacità degli Stati di prevenire, individuare e indagare sul traffico illecito di armi da fuoco.
Entro la fine del 2013 la Commissione presenterà una comunicazione su come arginare la minaccia posta dalle armi da fuoco alla sicurezza interna dell’Unione Europea.
Dati che in qualche modo potranno interessare l’organismo parlamentare di cui ha proposto la nascita il Movimento Cinque Stelle facendo un lavoro internazionale di collaborazione con la Commissione europea.