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SEL BOJANO/ Il paese immaginario dei politicanti, il paese reale della gente!

C’è un paese immaginario e un paese reale. E quello immaginario è quello che dipingono, con pochissima credibilità, gli attuali esponenti dell’amministrazione comunale di Bojano. Quello che vedono solo loro, con gli occhi di chi è distante anni luce dalle reali condizioni e preoccupazioni della propria città.

Ma il paese reale è invece ben altra cosa.

E’ quello dei lavoratori Solagrital che non sanno cosa farsene delle speranze di ricapitalizzazione dell’Arena, e di un sindaco che si affida alla “bontà divina” che, secondo lui, risolverà tutti i problemi. Intanto gli operai continuano ad arrancare, a non percepire stipendio, a restare sempre sotto lo schiaffo di un padrone arrogante e irrispettoso della loro dignità e libertà e, nonostante tutto, si ha la spudoratezza di chieder lodo l’accettazione dei sacrifici e la comprensione del momento particolare. Mentre i dirigenti stanno tutti al sicuro!

Il paese reale è quello in cui non circola più moneta, dove chi non ha stipendio neanche nei giorni di Natale non può certo alimentare l’economia della città, e un commercio già abbastanza logorato e sconfitto.

E’ quello in cui si realizzano opere di arredo urbano nel totale svilimento di un’armonia paesaggistica, di un valore storico e culturale come quello che può essere rappresentato dall’obbrobrioso sagrato della cattedrale. Il paese reale è un paese dove, invece di tutelare il centro storico per poterlo sviluppare e renderlo attrattivo in senso turistico e commerciale, lo si congestiona con il traffico urbano. Ed è quello dove le strade sono mulattiere, dove gli asfalti sono corrosi, dove le buche imperano.

E’ quello dove il simbolo monumentale della nostra città, i platani, sono a serio rischio e nonostante si conoscano misure curative già da due anni, nessuno ha alzato un dito per medicarli. Questo nel totale disprezzo dell’identità cittadina.

Il paese reale è un paese dove le assunzioni pilotate e clientelari servono solo per alimentare consenso, non per dare stabilità e futuro alle persone. Ed è un paese dove la speranza non abita più, dove centinaia di giovani non vedono alternative, dove cresce l’intolleranza e lo sconforto.

Un paese dove si spendono circa 90.000 euro per una scuola di teatro con una manciata di iscritti e dove si pensa che scrivendo “Teatro comunale” su uno stabile che tutto è tranne che un teatro, questo lo diventi realmente. Idea positivissima quella della stagione teatrale, ma come al solito, realizzata “con i piedi”, cominciando la casa dal tetto: una presunta compagnia stabile senza neanche uno stabile idoneo a far teatro, o più in generale spettacolo.

Un paese dove, stando alle guide rosse del Touring Club, esiste un museo civico nel Palazzo Colagrosso. Ma dove in realtà le teche sono vuote, le stanze deserte e tutta la struttura è vilipesa dalla piccolezza di questi amministratori.

Un paese dove non esiste biblioteca, una qualsiasi struttura ricreativa, una programmazione culturale, una pro-loco che funzioni, dove manca il verde pubblico e la capacità di creare una coscienza civica per preservare il tutto.

E invece nel paese immaginario si lodano le consulenze, i posti ottenuti nei vari consigli di amministrazione (peraltro lautamente compensati) da questo o quel politicante. E soprattutto, il massimo che costoro possano fare è dar sfoggio di scuole ancora incomplete nonostante anni siano già passati e altri passeranno, mentre la piccola Auschwitz di Terre Longhe continua a mietere disagio.

Se questo è vanto, quanta piccolezza c’è a Bojano.

Auguri a tutti di un Nuovo anno!