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Redditometro, come difendersi dal Grande Fratello del Fisco

 

Da ieri è ufficialmente in funzione lo strumento tanto odiato dagli italiani, il Redditometro, che farà i conti in tasca a tutti noi per scoprire possibili evasori: ecco come difendersi.

 

Il tanto atteso software è in funzione. Da ieri la vita per gli evasori sarà più dura, almeno in apparenza. Le luci del redditometro saranno puntate sulle differenze significative tra reddito dichiarato e capacità di spesa manifestata, ma solo se il gap è di almeno il 20%. Per quanto riguarda i criteri di “selezione” dei contribuenti, l’amministrazione prenderà in considerazione solo dati certi, ossia quelli presenti all’anagrafe tributaria o nella dichiarazione dei redditi, mentre per quanto riguarda i dati Istat non verranno tenuti in conto.

L’Agenzia delle Entrate ha infatti, diffuso la circolare con le linee guida sulla metodologia relativa al nuovo accertamento. Il nuovo metodo di controllo del reddito si applica agli accertamenti relativi ai redditi dichiarati a partire dall’anno 2009, mentre per quelli precedenti valgono le vecchie regole che peraltro hanno già ampiamente dimostrato di non funzionare visto e considerato che, secondo il rapporto della Corte dei Conti l’anno scorso grazie al Redditometro sono stati recuperati 30 miliardi a fronte degli oltre 700 preventivati e dei 148 riscossi l’anno precedente.

Ma come avverrà il controllo? Nella fase iniziale diciamo, il nuovo redditometro mette a confronto la spesa complessiva ed effettiva del contribuente con il reddito dichiarato prendendo in considerazione le spese certe eseguite direttamente dal contribuente o dal familiare a carico in base a quanto dichiarato all’anagrafe tributario o presente nella dichiarazione dei redditi. Inoltre saranno controllate le spese per elementi certi, ottenute applicando la valorizzazione ai dati certi (le spese per mantenere i beni presenti in Anagrafe: abitazione, mezzi di trasporto, ecc); la quota relativa agli incrementi patrimoniali; la quota del risparmio formatasi nell’anno.

Qualora il contribuente non fornisca le necessarie documentazione per giustificare un eventuale anomalia in relazione alle voci elencate, il Redditometro prenderà in considerazione le spese quantificabili in base alla media Istat. In pratica il nuovo metodo raddoppia i controlli e le verifiche al cittadino. Già dal primo incontro il contribuente può fornire chiarimenti sul proprio reddito al fine di provare, come ci spiega il sito Huffington Post, che le spese sostenute nell’anno sono state finanziate con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta oppure con redditi legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile. Inoltre, può fornire elementi per la rettifica dei dati e per l’integrazione delle informazioni presenti nell’Anagrafe tributaria, dimostrare con prove dirette che le spese certe attribuite hanno un diverso ammontare o che sono state sostenute da terzi.

Se le sue indicazioni sono esaustive, l’attività di controllo si chiude già in questa prima fase. In caso contrario, il contribuente riceve un nuovo invito al contraddittorio, con la quantificazione del maggior reddito accertabile e delle maggiori imposte e la proposta di adesione ai contenuti dell’invito. Solo se Amministrazione e contribuente non riescono a trovare l’accordo, l’ufficio emette l’avviso di accertamento. E li si che ci sarà da sudare.