Storytelling su Lifestyle, Sport, Tech e Food

SAN STEFAR/ Il 4 marzo è il giorno fissato per la vendita all’asta

Nei giorni scorsi infatti è stato approvato il programma di liquidazione ed è stato deciso il disciplinare di gara: serviranno 7.980.000 milioni per acquisire il settore della riabilitazione che faceva capo ad Enzo Angelini.

Si tratta di una valutazione in linea con quello che era trapelato durante la perizia e che appare tale da suscitare l’interesse degli imprenditori del settore.

Come noto sono 420 i lavoratori impiegati nella riabilitazione: 90 nei 2 centri in Molise e 330 nei 16 centri in Abruzzo, con una presenza più forte in provincia di Teramo.

Si dovrebbe concludere così la tormentata vicenda dei lavoratori che sono riusciti a resistere senza stipendio per mesi e mesi, nel disinteresse quasi totale degli amministratori regionali abruzzesi, eccetto qualche fiammata durante le manifestazioni più accese. Strana anche la gestione delle notizie da parte di settori dell’informazione che hanno messo sotto accusa la curatela fallimentare come causa dei mancati pagamenti. Un bersaglio sbagliato perché sono stati proprio la lungimiranza del giudice delegato Adolfo Ceccarini e l’impegno del curatore fallimentare Giuseppina Ivone a far decollare l’esercizio provvisorio per salvare i posti di lavoro che un fallimento avrebbe definitivamente cancellato (altro che stipendi arretrati….). Ma soprattutto c’è stato l’impegno continuo dello staff del curatore (i commercialisti Roberto Falcone e Francesco Cancelli) per recuperare i crediti del SanStefar con cui sono stati pagati i primi stipendi, gli ultimi due proprio durante le festività natalizie.

Da ricordare in questa lunga, silenziosa battaglia lo scontro vittorioso con la Regione Molise, che aveva già pubblicato un bando di gara per la vendita dei due centri molisani. Ma decisivo è stato anche aver vinto il braccio di ferro con le Asl abruzzesi per farsi pagare le prestazioni e con la Regione, forse più orientata a cancellare il SanStefar che a farlo rinascere dalle ceneri del fallimento di Angelini. Ora la vendita già fissata, con qualche preoccupazione per l’esito positivo della gara. L’esperienza dell’asta per Villa Pini non depone per l’ottimismo: con più di una decina di manifestazioni di interesse e di sopralluoghi poi finiti nel nulla, al notaio Germano De Cinque ad agosto arrivò solo la busta con la proposta di affitto da parte di Nicola Petruzzi. Dei timori del sindacato di fa portavoce Domenico Rega, responsabile regionale SanStefar per la Uil.

«Se siamo arrivati a questo punto», dice Rega, «lo dobbiamo al grande lavoro del giudice e del curatore ed alla capacità di resistenza dei dipendenti. Il mio augurio è che questa scelta coraggiosa del Tribunale abbia un seguito con l’interesse di qualche imprenditore del settore o di qualche cordata di addetti ai lavori. Il sindacato non fa il tifo per questo o per quello, ma non vedrei male che ad investire in Abruzzo venissero società già dentro il settore della riabilitazione oppure che i locali – penso all’Aris – si consorziassero per far ripartire in corsa il SanStefar. Ai dipendenti chiedo un ulteriore prova di responsabilità e di consapevolezza della gravità del momento, sia sindacale che economico. Insomma il personale, che è il vero patrimonio del SanStefar, deve essere una risorsa e non un problema. E il sindacato è pronto, come sempre, a fare la sua parte per favorire il salvataggio di questi oltre 400 posti di lavoro».