Niente soldi per partite Iva e pensionati: ma spunta l’ennesimo regalo di Renzi alle banche
La denuncia sulla reintroduzione dell’ anatocismo, riportata da Lamiapartitaiva.it , avrebbe dovuto occupare le prime pagine di tutti i giornali. E invece, come spesso accada da quando c’è Renzi al governo, il conformismo incline a lisciare il pelo al nuovo potere ha preferito censurare. Nonostante le promesse sbandierate dal Premier in campagna elettorale, quando prometteva aiuti a partite iva e pensionati, e minacciava di colpire lo strapotere delle banche.
Anatocismo, nonostante le rassicurazioni e le promesse sia di Renzi sia del senatore Ichino nulla sembra accadere sul fronte di provvedimenti a favore dei titolari di partite IVA. Incassate le lodi per gli 80 euro in busta paga ai dipendenti che guadagnano meno di 25 mila euro l’anno, il Presidente del Consiglio è andato avanti senza curarsi dei nostri problemi.
Si dirà che lui con il suo staff sono stati molto presi dalle elezioni europee e dalla preparazione del semestre di presidenza italiana al Consiglio dell’Unione Europea.
Tutto questo gran da fare non ha impedito al governo di pensare alle banche e di far loro un gran regalo consentendo di reintrodurre l’odiosa pratica dell’ anatocismo. Questa pratica delle banche consiste nel calcolare gli interessi sugli interessi a debito dei clienti. In altre parole gli interessi su i soldi prestati venivano a loro volta sommati ogni tre mesi al capitale come base di calcolo dei nuovi interessi. In questo modo il tasso effettivo aumentava in modo molto consistente.
Le associazioni dei consumatori, con la Adusbef in testa, avevano combattuto una battaglia ventennale per ottenere la cancellazione di questa orrenda pratica. Ci erano riusciti sino ad ottenere nel 2012 una sentenza della Consulta che sanciva la definitiva morte dell’anatocismo.
Sembrava che non ci fosse più nulla da fare per le banche che lo volevano reintrodurre.
Con un colpo di coda, del quale pochi si sono accorti, il governo Renzi ha reintrodotto l’ anatocismo con un decreto pubblicato il 25 di Giugno (il n. 91/14). Non ci crederete ma il decreto che fa rinascere l’ anatocismo è stato chiamato “Disposizioni urgenti per il rilancio e lo sviluppo delle imprese”.
Il tutto è stato ripristinato per legge da un emendamento di Sergio Boccadutri approvato giovedì scorso alla Camera.
Al danno si aggiunge la beffa e resta davvero incomprensibile una mossa di questo tipo da parte di un governo che si è presentato con ben altre credenziali.
Reintrodurre un meccanismo così odioso, più volte condannato dalle massime istituzioni giudiziarie del Paese, non ha davvero senso.
Si diceva che il governo Monti era il governo delle banche e dei poteri forti.
Speriamo che Renzi capisca che figura barbina sta facendo con i lavoratori e le imprese che vuole rilanciare e corra subito ai ripari prima che le associazioni dei consumatori riprendano le loro battaglie giudiziarie che già tanti soldi sono costate al nostro Paese.