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PDL/ In Molise la liquefazione è totale: il caso Venafro. Crolla la roccaforte di Aldo Patriciello

Nicandro Cotugno, sindaco Pdl disarcionato a pochi mesi dalla naturale scadenza del mandato, era stato messo a capo della giunta comunale dallo stesso Michele Iorio, Presidente uscente, che con alleanze trasversali era riuscito a mettere alla porta Patriciello. Ma ora un nutrito gruppo di pidiellini, fedeli all’assessore Di Sandro, hanno seguito i consigli del centrosinistra e hanno staccato la spina a Nicandro Cotugno (e a Michele Iorio). Dopo aver espugnato il regno della famiglia Iorio, quell’Isernia dove la sorella è stata sonoramente battuta da Ugo De Vivo, anche la roccaforte della famiglia Patriciello (sodale di Iorio) è stata espugnata dai dissidenti..

di Viviana Pizzi

Dopo Isernia crolla un’altra roccaforte di Michele Iorio: è Venafro, comandata dal 2008 al 2012 dal suo fido scudiero Nicandro Cotugno. Facciamo un breve excursus storico per chi non conosce gli antefatti. Venafro, cittadina con poco meno di diecimila abitanti è il quarto centro del Molise. Dopo Campobasso, Isernia e Termoli è questa la città più importante della regione. Madre di un consorzio industriale con fabbriche in crisi è stata sempre il regno della famiglia Patriciello. Che per quasi un decennio ha dominato incontrastata prima col sindaco e medico Enzo Bianchi e poi con uno dei cognati, Vincenzo Cotugno.

Ma la popolazione era stanca e il presidente della Regione Michele Iorio ha deciso di disarcionare quello che nel 2008 era il suo nemico storico anche se facevano parte della stessa coalizione: proprio l’eurodeputato Aldo Patriciello. Costruendo alleanze politiche poi definite minestroni decise che a candidarsi a primo cittadino dovesse essere Nicandro Cotugno, assessore nelle giunte patricielliane ma da sempre amico del presidente della Regione. Con l’appoggio anche di una parte del centrosinistra vince le comunali del 2008. Ma ben presto l’amministrazione si mostra inconsistente.

Nulla mette in campo per anni sull’edilizia scolastica, sul centro storico, sui rifiuti e cosa più grave mette a rischio l’esistenza dell’ospedale Santissimo Rosario. Di questo i cittadini si accorgono e protestano. Ma nel frattempo al disappunto dei venafrani si unisce anche il cambiamento di molte alleanze politiche. Di recente Iorio e Patriciello sanciscono la pace mentre le ambizioni di Filoteo Di Sandro aumentano. Con questa situazione si arriva alle regionali del 2011. Quelle in cui l’assessore alla sanità avrebbe gradito l’appoggio di tutto il Pdl venafrano al completo. Ma così non avviene perchè anche Nicandro Cotugno rivendica la candidatura nelle liste del popolo della Libertà in provincia di Isernia.

Una scelta che provoca un grosso mal di pancia a Di Sandro. Il 17 ottobre però accade questo: Di Sandro risulta primo eletto mentre Cotugno, imposto ancora una volta da Michele Iorio in persona, racimola poco più di 450 voti risultando ultimo anche alle spalle di candidati meno importanti come Angela Crolla ed Enzo Pontarelli. E’ proprio in quel momento che la scissione tra la corrente Iorio- Patriciello con quella di Di Sandro nel Pdl si fa più acuta. Gli esponenti Marco Valvona, Benedetto Iannacone a Adriano Iannacone (tutti sostenitori doc dell’assessore regionale) hanno chiesto una verifica interna alla maggioranza. Tutto questo è accaduto tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Il sindaco nulla rispose alle domande dei tre assessori che successivamente si sono dimessi dalle loro cariche. Intanto il centrosinistra guidato da Antonio Sorbo aveva già sollecitato le dimissioni di massa dall’incarico di consigliere. Ma i pidiellini disandriani hanno temporeggiato. Fino ad arrivare all’altro ieri quando tutti insieme hanno trovato l’accordo e si sono recati dal notaio per protocollare la fine del governo Cotugno.

Ma chi non si è dimesso? Proprio gli ex primi cittadini Vincenzo Cotugno e Enzo Bianchi. Dopo aver ricevuto ordini da Aldo Patriciello di continuare ad alimentare la macchina dell’ossigeno a un Comune di Venafro in coma da mesi. Stando alle voci di palazzo l’elezione di Ugo De Vivo a Isernia e la sentenza del Tar Molise che ha annullato le elezioni politiche hanno dato quello slancio che prima era venuto a mancare. Disandriani e centrosinistra si sono galvanizzati e hanno praticato quell’eutanasia politica che i cittadini aspettavano da tempo. Chi ha portato alla morte politica del quarto centro molisano? Certo quelle spaccature mai sanate all’interno di un Pdl mai unito.

Prima Iorio – Di Sandro contro Patriciello ora Iorio- Patriciello contro Di Sandro.  E un centrosinistra che, nonostante le affermazioni personali ottime di Massimiliano Scarabeo (più di mille voti alle regionali) non è mai riuscito veramente ad imporsi. Ora Venafro è stata commissariata. Tutto questo fino alla prima data utile per andare alle urne. Potrebbe essere la tornata di novembre, quando con molta probabilità si voterà anche per la Regione Molise. Con quali scenari politici si scenderà in campo? Di sicuro con  un centrodestra forte ma diviso.  Iorio e Patriciello tenteranno di imporre il proprio candidato per il nuovo assalto a Palazzo Cimorelli. Ma visto il fallimento di Nicandro Cotugno (di matrice Ioriana e voluto dal presidente anche quando ha scelto di candidarsi alle regionali) sarà nuovamente la volta dell’europarlamentare Aldo Patriciello di presentare il proprio nome al tavolo delle trattative.

Un nuovo ritorno in campo di Vincenzo Cotugno o Enzo Bianchi? Potrebbe essere ma di nomi certi ancora non ce ne sono. Di Sandro resterà la mina vagante del centrodestra. I suoi potrebbero voler puntare a un successo a tutti i costi. E nell’ottica di liste civiche potrebbero scegliere anche altri collocamenti rispetto a quelli classici del duo Iorio- Patriciello. Ma il centrosinistra, questo illustre sconosciuto. A Venafro due sono gli esponenti di spicco che possono tentare di diventare i nuovi Ugo De Vivo.

Il primo è proprio Massimiliano Scarabeo, forte dei mille voti ottenuti alle scorse regionali, poi c’è Antonio Sorbo, consigliere comunale di opposizione e membro storico di Sel a Venafro. Dovrebbero essere loro due a riorganizzare una coalizione che, nei tempi migliori del centrosinistra non ha mai superato la soglia del 30% dei consensi. Un aiuto esterno gli potrebbe arrivare da Fausto Pompeo dell’Italia dei Valori. Ma questo politico non vive a Venafro ma a Pozzilli. Se non ci si organizzerà bene però sarà difficile eguagliare il risultato di Ugo De Vivo. Venafro è un paese con meno di quindicimila abitanti. Qui la legge elettorale non prevede né il voto disgiunto né tantomeno il ballottaggio. Quindi bisognerà organizzarsi bene per tentare l’impresa che ad oggi sembra impossibile. Alleanza centrosinistra- Di Sandro? In paesi piccoli come Venafro l’inciucio è possibile.

D’altronde c’è già stato quattro anni fa. Ma i benpensanti credono proprio che con queste alleanze trasversali la possibilità di amministrare bene e ridare vita alla cittadina sarà impossibile. Su questo conosciamo bene il pensiero del consigliere comunale Antonio Sorbo. “Per governare bene – ha sottolineato – dobbiamo uscire fuori dalle logiche delle imposizioni. Certo qualche assessore che ha lavorato con Nicandro Cotugno potrebbe essere utile. Ma lo sfascio di Venafro è colpa del sindaco imposto da Michele Iorio”.  La campagna elettorale si annuncia lunga e difficile e parallela a quella per le regionali. Niente esclude che saranno proprio le alleanze per le regionali a condizionare anche gli schieramenti che vedremo alle comunali di Venafro. Ai posteri l’ardua sentenza.