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CRISI SOLAGRITAL/ I lavoratori chiedono a Iorio il rispetto dei patti e scendono in piazza

Produzione ferma da questa mattina alla Solagrital di Bojano. Quattro mesi di stipendio arretrati e incertezza totale sul futuro hanno portato tutti i lavoratori compatti a scioperare. C’è chi blocca i cancelli e chi presidia la Giunta regionale in attesa che gli assessori competenti e il presidente Iorio rispettino i patti del protocollo d’intesa del 27 luglio. Ogni operaio in media deve riscuotere ancora cinquemilacinquecento euro di stipendio. Gli avventizi che non hanno maturato il diritto alla quattordicesima mille euro in meno, ma lo scontro è ormai totale fino a quando non si vedrà una soluzione concreta alle difficoltà esistenti.

di Viviana Pizzi

La possibilità di commissariamento dell’azienda avicola Solagrital. Quasi cinquecento lavoratori che devono ancora ottenere il pagamento delle mensilità di maggio, giugno, luglio e agosto, più la quattordicesima. Gli operai con contratto a tempo indeterminato che devono ottenere circa cinquemilacinquecento euro di stipendio. Mille in meno per gli avventizi che non hanno maturato il diritto alla quattordicesima mensilità.

Lo scenario resta apocalittico e a tinte nere. Per questo motivo i lavoratori, tutti uniti e senza differenza di sigla sindacale, hanno bloccato la produzione della Solagrital e prima hanno manifestato davanti ai cancelli della loro azienda, per poi spostarsi in blocco davanti alla sede della Giunta regionale dove hanno chiesto al presidente Michele Iorio il rispetto degli accordi presi il 27 luglio scorso.

In occasione di quell’incontro, infatti, i lavoratori si erano impegnati a garantire la continuazione della produzione nonostante la forte criticità da parte dell’azienda. Gli avicoli allo stesso tempo avevano garantito le forniture e il presidente Iorio aveva garantito il massimo impegno per la soluzione del problema liquidità nel minor tempo possibile.

A un mese da quel vertice, i lavoratori uniti hanno quindi chiesto al governatore della Regione il rispetto degli impegni presi. La Solagrital non riesce a pagare, ma sono gli stessi operai a gridare al mondo il loro disagio.

Abbiamo lasciato i polli per terra e abbiamo bloccato la produzione – hanno annunciato davanti alla sede della Giunta regionale –, sfidiamo chiunque a continuare a lavorare in queste condizioni. Non è possibile che continuano a chiedere ma in cambio non ci garantiscono nulla. Seicentomila polli non lavorati è un grave danno, ma anche chiedere a noi di lavorare senza essere pagati non è da meno. Abbiamo bisogno di denaro”.

Nel pomeriggio la situazione è diventata ancora più buia lasciando i lavoratori nello sconforto. L’esito dell’incontro col presidente della Regione Michele Iorio non ha lasciato scampo. L’accordo che ne è venuto fuori è stato che entro la fine del mese arriverà l’accredito di cinquecento euro a lavoratore. Per il resto sarà il commissario, che porterà di sicuro l’azienda verso il fallimento a decidere in base alla disponibilità esistente. Di ammortizzatori sociali manco a parlarne. Intanto i lavoratori restano senza  speranza.

La mobilitazione dovrebbe continuare fino a quando non si avranno risposte concrete. Intanto nei giorni scorsi a solidarizzare con i lavoratori ci hanno pensato i consiglieri regionali Michele Petraroia e Massimo Romano. Ognuno di loro aveva presentato un’interrogazione per conoscere i termini della questione.

La mozione urgente di Romano, leader di Costruire Democrazia, punta a far luce su quanto sta accadendo, anche in relazione a quanto si è appreso dal ministero per lo Sviluppo economico in merito alla procedura di commissariamento dell’azienda. Insieme ai lavoratori è preoccupato per la situazione economica di chi non riceve stipendio dal mese di aprile.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’interrogazione del collega Michele Petraroia. Che si rivolge anche agli assessori regionali al Bilancio, all’Agricoltura e alle Attività produttive affinché si attivino. Sottolineando che finora sono rimase inevase le promesse del protocollo d’intesa firmato dalla Regione il 27 luglio scorso, durante il quale si menzionava il ricorso alle procedure previste dalle vigenti norme fallimentari o alla liquidazione coatta dell’azienda.

Petraroia, così come gli stessi lavoratori, ha chiesto un intervento diretto della Giunta regionale per il rispetto degli accordi e per controllare che avvenga il pagamento delle spettanze ai lavoratori.
Insomma, il fronte Solagrital si fa rovente, nonostante l’arrivo della bufera “Beatrice”. Il tutto avviene in un clima di crisi produttiva ormai conclamato.