SAN GIULIANO DI PUGLIA/ L’ombra della doppia morte. Arsenico e piombo nel sottosuolo.
di Pasquale Di Bello e Michele Mignogna
Veleni a San Giuliano di Puglia, anche sotto la nuova scuola. Questa la sconvolgente indiscrezione che sta camminando nelle ultime ore. Quantità pericolose di arsenico e di piombo, a seguito di specifici controlli, sarebbero state rinvenute nel sottosuolo del piccolo centro molisano noto purtroppo al mondo per il crollo della scuola Jovine e per la conseguente morte di 27 bambini e della loro maestra. L’intervento sul posto dell’ARPA Molise e dei carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico sembrano avvalorare in queste ore il grave sospetto di un inquinamento da percolato. Il “modello Molise”, quello tanto caro al governatore Michele Iorio, appare sempre più un esempio in negativo. Oltre agli sperperi per la ricostruzione, oggi s’intravede sul sisma del 2002 anche l’ombra lunga del malaffare, della malavita e delle cricche.
Arsenico e piombo a San Giuliano di Puglia. E’ questa l’indiscrezione, velenosa in ogni senso, che se confermata potrebbe causare un terremoto peggiore del sisma del 2002. Arsenico e piombo in grandi quantità, veleni capaci di uccidere almeno quanto il crollo di una scuola e sicuramente in maniera più silenziosa. Veleni nel sottosuolo, trasferiti negli alimenti, nelle falde acquifere, nei terreni destinati alle coltivazioni. E’ questo lo spettro che alligna su San Giuliano di Puglia, il centro fortorino tristemente noto agli occhi del mondo per la morte di 27 bambini e una maestra uccisi dalla Natura e dalla negligenza umana. C’è il sospetto di un serio inquinamento ambientale dietro al sopralluogo che i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Campobasso e i tecnici dell’ARPA Molise hanno effettuato nelle scorse ore a San Giuliano di Puglia. Dubbi e sospetti, a dire il vero, circolavano già da alcuni giorni, sino a quando le Istituzioni preposte si sono decise a effettuare scavi e sondaggi in loco. Sono stati prelevati, per essere analizzati, campioni di terreno in diverse zone del piccolo centro diventato il simbolo della ricostruzione post sisma, quel tanto sbandierato “modello Molise” infinitamente caro al presidente della Regione Molise, Michele Iorio.
Proprio all’ombra della ricostruzione, per capirci, qualcuno avrebbe fatto affari loschi causando il grave inquinamento che sta venendo alla luce. Fonti accreditate parlano della presenza di un alto quantitativo di arsenico e piombo. L’arsenico è una sostanza chimica velenosa e cancerogena che difficilmente si riscontra in natura, specie in zone dove non esistono grandi insediamenti produttivi. Ma la cosa inquietante è che l’arsenico, in grandi quantità, è contenuto anche nei fanghi di depurazione, quei fanghi cioè che rimangono alla fine del processo di depurazione del percolato da discarica. Secondo alcuni cittadini, durante la ricostruzione delle strade, della nuova scuola e di altre opere pubbliche, alcune imprese avrebbero mischiato rifiuti tossici con altre materie edili, in modo da risparmiare sui costi dello smaltimento. “Si vedevano autobotti in continuazione” – ci dice uno di loro – “e abbiamo sempre pensato che fosse del materiale edile che loro utilizzavano per i lavori, però aveva un forte odore”. Non si tratta semplicemente del liquido che si usa prima di asfaltare una strada, come ci fa capire sempre lo stesso cittadino: “Scaricavano (dalle autobotti n.d.r.) questo materiale e lo mischiavano con la terra ed altri materiali da risulta, dopo di che lo utilizzavano per fare le strade, o la nuova rotonda addirittura”.
Siamo evidentemente davanti a una storia che qualora fosse confermata svelerebbe risvolti davvero inquietanti. Il solo immaginare che a San Giuliano di Puglia, paese simbolo del sisma molisano, qualcuno abbia “sversato” rifiuti tossici è già di per se un orrore nell’orrore, un dramma nel dramma. E poi, se così fosse: da quale discarica o da quale depuratore sono arrivati questi rifiuti che hanno avvelenato i terreni? Insomma, cosa si nasconde dietro al “modello Molise”, quello che ha avuto per protagonista, proprio a San Giuliano di Puglia, quel Claudio Rinaldi ben noto alle cronache giudiziarie? Era proprio lui, l’uomo della “cricca”, il soggetto attuatore per la ricostruzione delle opere pubbliche.