Storytelling su Lifestyle, Sport, Tech e Food

SPRECHI / Polizia, prefetture, PA, sanità. Se il Molise costa più di tutte le altre regioni…

Ieri è stato pubblicato il tanto atteso rapporto del ministro Piero Giarda sulla revisione della spesa pubblica: 295 pagine divise in 13 capitoli con l’elenco minuzioso di sprechi, incongruenze, potenziali truffe. Il quadro che ne emerge è sconvolgente. Alcuni dei numeri più significativi snocciolati nel dossier dimostrano quanto sia necessario tagliare diverse uscite. Ma il tratto più paradossale riguarda il piccolo Molise: in spesa pro capite è quella che costa di più in forze dell’ordine, prefettura, sanità e amministrazione locale. Fino ad arrivare all’assurdo: nella provincia più piccola d’Italia, Isernia,  il corpo di polizia (media nazionale spesa pro capite: 85,8 euro) arriva a costare ben 358 euro a cittadino.

 

di Carmine Gazzanni

In 295 pagine i dati che emergono sono tanti. Alcuni dei quali clamorosi. Il rapporto stilato dal ministro Piero Giarda sulla revisione della spesa pubblica fa uno screening molto interessante per comprendere i tanti sprechi e le incongruenze che si nascondono dietro burocrazia e amministrazioni locali. Non potrebbe essere altrimenti se, ad esempio, leggiamo che, per l’acquisto di beni e servizi, lo Stato ha speso nel 2010 ben 327,7 miliardi di euro. O, ancora, se “il comando di polizia stradale di Crotone registra una spesa per addetto di 44.961 euro, mentre la media nazionale è di 2.547 euro”. Un surplus, dunque, di 42 mila euro che non ha apparente ragione di esistere.

Ma questi sono solo alcuni dei dati paradossali che emergono dal rapporto. Il caso più clamoroso, però, riguarda il Molise. La più piccola regione d’Italia, infatti, vanta la spesa più alta pro capite per quanto riguarda gestione delle prefetture, forze dell’ordine, vigili del fuoco. Senza dimenticare, poi, sanità e amministrazione regionale.


PER IL VIMINALE LA PICCOLA PROVINCIA DI ISERNIA È LA PIÙ COSTOSA – Il caso più eloquente riguarda la piccola provincia di Isernia (90 mila abitanti). Nonostante, come specificato nel rapporto, tale territorio manchi di numerose “sezioni” di polizia (come la polizia ferroviaria, quella che si occupa “della sicurezza dei viaggiatori nei treni e nelle stazioni, della tutela dell’ordine pubblico in caso di spostamenti massicci di persone in occasione di manifestazioni o eventi sportivi, della ricerca di persone scomparse, del soccorso a persone in difficoltà”), a fronte di un valore medio nazionale pari a 85,8 euro, nella provincia pentra la spesa sale a 358 euro per cittadino. Un dato incredibile se si considera, ad esempio, che nella provincia di Bergamo (oltre un milione 100 mila abitanti) la spesa si assesta a soli 25,5 euro.

LA “CASTA MOLISANA” DELLE PREFETTURE E DEI CARABINIERI – Numeri che invitano a riflettere. Anche perché il Molise, vista la sua ridotta estensione, è ovviamente la regione nella quale si concentra un numero di personale del ministero dell’Interno minore rispetto alle altre regioni. È il caso, ad esempio, delle prefetture. Partiamo dal dato nazionale. Nel 2010 queste sono costate allo Stato ben 583 milioni di euro: 463 milioni solo per il personale. Numeri decisamente alti se si pensa che i dipendenti sono complessivamente 9.541.

Ebbene, in Molise sono solo 159 coloro che lavorano negli “uffici territoriali” contro, ad esempio, i 902 della Lombardia. Eppure, se in quest’ultima regione i dipendenti delle prefetture costano 5,93 per abitante (il minimo assoluto), in Molise si arriva a 29,35 euro. Una cifra piuttosto elevato se si conta che la media nazionale è pari a 9,77 euro per cittadino.

La musica non cambia anche se passiamo ad analizzare il costo dei Carabinieri. Spesa media: 109 euro pro capite. Ma ci sono regioni assolutamente virtuose. È il caso ancora della Lombardia (59 euro) o del Veneto (69). Costo massimo? In Molise, manco a dirlo: 176 euro per abitante. Eloquente l’analisi di Giarda: “il massimo dei costi per abitante (nel Molise) è pari a circa tre volte il valore minimo (in Lombardia)”.


POLIZIA: OLTRE 5 MILA ADDETTI IN ECCESSO. E A PARMA QUASI UN MILIONE SPESO “MA NESSUN AGENTE” – Gli sprechi più assurdi, però, li ritroviamo se ci soffermiamo sulla polizia di Stato. E qui le incongruenze – oltre al caso già menzionato della provincia di Isernia – non toccano solo il piccolo Molise. Basti pensare, ad esempio, che sarebbero ben 5.468 gli addetti in eccesso sul territorio nazionale tra polizia stradale, di frontiera, ferroviaria e postale.

Oltre cinque mila uomini, in altre parole, che paghiamo ma che, nei fatti, non servono. Non solo. Si legge ancora nel dossier: “Alcune province (Massa, Lecce, Cosenza, Oristano, Ravenna), pur non avendo né organico né effettivi di polizia di frontiera, attribuiscono alcune spese a questo settore”. Clamoroso anche il caso della provincia di Parma, dove si registrano “spese di personale per 996.768 euro ma nessun agente”.

Si dirà: almeno avranno stipendi corposi. Niente affatto. Il rapporto parla chiaro: “in termini quantitativi, le retribuzioni reali dei dipendenti pubblici sono calate del 5 per cento tra il 2008 e il 2012 e del 13 per cento tra il 1991 e il 1995”. Insomma, si spende tanto ma gli stipendi – anche e soprattutto quelli dei dipendenti pubblici – dimagriscono. E non di poco.

LE “TRE ANOMALIE” DEL COSTO DEI VIGILI DEL FUOCO – L’antifona non cambia nemmeno se passiamo ad esaminare i numeri relativi ai Vigili del Fuoco. La media nazionale conta circa 51 sedi per regione. I numeri in assoluto, ovviamente, lievitano per regioni come la Lombardia (111 sedi) e calano drasticamente per quelle piccole come il Molise (solo 5). Eppure se andiamo ad analizzare i numeri relativi al personale, la situazione è paradossale: la media nazionale è di 39 addetti per sede; in Lombardia è di 32,4; in Molise, invece, raggiunge il 69,6. Accanto a questi dati, poi, quelli relativi ai costi: “in media – si legge nel rapporto – la spesa di personale è pari a 28,4 euro per abitante: il valore maggiore si osserva in Molise (45 euro), il valore minore in Campania (15 euro)”.

Ma anche per quanto riguarda il corpo dei Vigili del Fuoco le anomalie si ritrovano un po’ in tutto il territorio nazionale. Nel dossier si parla di ben tre anomalie. La prima è derivante dalla “costituzione dei comandi presso le Province e quindi in aree con bacini di utenza che possono essere di dimensioni troppo modeste”. L’eccesso che ne deriva è valutabile in circa 6.600 unità di personale operativo non dirigente, 229 unità di personale operativo non dirigente e 942 unità di personale amministrativo. La seconda anomalia riguarda la regioni a statuto speciale. L’eccesso stimato qui è di 636 unità personale operativo non dirigente (36 di personale amministrativo), pari addirittura al 14 per cento del personale operativo dei comandi di queste regioni. L’ultima anomalia è derivante da strutture “con inefficienze superiori agli standard” ed è valutabile in 1.400 unità di personale operativo non dirigente e interessa 16 comandi, tra cui tre dei quattro comandi liguri, tre comandi calabresi, due comandi.


SANITÀ E PA: UNA VITA DA PASCIÀ – Infine, i dati che riguardano la pubblica amministrazione. Anche qui è il Molise che riesce a far parlare di sé. Partiamo, ad esempio, dalla sanità. Nel 2009 (ultimi dati disponibili) la spesa pro capite in media è di 1.722 euro. Il Molise – una delle regioni in cui la sanità è in grave dissesto finanziario – tocca quota 1.929 euro. E l’ente regione, invece? Anche qui medaglia d’oro (si fa per dire). Media nazionale: 171 euro; Molise: 360 euro per cittadino.

Una cosa è certa: i dipendenti del Viminale e gli amministratori pubblici non possono lamentarsi nel piccolo Molise. Gli abitanti, forse, sì.