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ESCLUSIVO/ La relazione integrale della DDA di Campobasso: dalle mafie alla tratta di esseri umani, è un Molise dal volto tumefatto

di Andrea Succi

DDA sta per Direzione Distrettuale Antimafia. Oggi proponiamo, in esclusiva per i lettori di Infiltrato.it , un documento sconcertante, che fotografa la realtà di un territorio – il Molise – piagato da mafie italiane e straniere, estorsioni, usura. Appalti truccati. Traffico di sostanze stupefacenti a livelli metropolitani (vista la densità demografica) che sta distruggendo un intero tessuto sociale, intaccando persino il futuro delle nostre terre. “I dati acquisiti consentono di valutare, con approssimazione, che nel capoluogo vengono cedute non meno di 500 dosi di eroina al giorno.” E per non farsi mancare niente, il piccolo Molise –lo stesso che tanti ancora si azzardano a definire “isola felice” – diventa persino luogo ospitale per “un’associazione per delinquere operativa in Campobasso, finalizzata alla tratta di esseri umani”. Clicca, scarica e diffondi il documento della DDA. Che in un passaggio cita il procedimento penale “Piedi d’Argilla”, in cui è stato coinvolto e assolto l’europarlamentare molisano del Pdl Aldo Patriciello.

“La Direzione Distrettuale antimafia di Campobasso ha competenza su tutto il territorio del Molise ed in particolare, sulle Province di Campobasso ed Isernia; i Circondari sono articolati in Campobasso, Isernia e Larino.”

Chiarito questo, possiamo facilmente comprendere sia l’assoluta veridicità del documento che vi proponiamo sia quanto lo stesso estenda la propria influenza dal confine campano, quindi dal venafrano, fino al versante adriatico, quel basso Molise troppo spesso scenario di episodi criminosi.

La relazione presentata nel dicembre 2010 tocca vari aspetti interessanti, che vanno oltre la semplice denuncia e che riguardano la struttura stessa della DDA e il suo funzionamento, sia in loco che di raccordo con altre procure, le strategie investigative e – chiaramente – l’analisi dei fenomeni criminali, inseriti in un contesto locale ma affrontati secondo dinamiche globali.

Quello che viene fuori è uno scenario inquietante, schoccante, di una gravità assoluta. E la prima domanda che viene da porsi è: perché nessuno ci dice niente? Perché, nonostante quello che proponiamo sia un documento pubblico, a disposizione di quanto abbiano voglia di consultarlo, nessun politico fino ad ora ci ha mai raccontato la vera realtà dei fatti?

Lo sa il sindaco di Campobasso, Gino Di Bartolomeo (in quota Pdl) che nella sua cittàvengono cedute non meno di 500 dosi di eroina al giorno” e che un buona parte di queste finiscono nelle mani di minorenni?

Lo sa il Presidente della Provincia di Isernia, Luigi Mazzuto (in quota Pdl) che la sua provincia “è territorio di elezione di appartenenti a clan camorristici, quali esponenti del clan La Torre”?

Lo sa il Presidente della Regione Michele Iorio (in quota Pdl) che “il Molise è fortemente esposto ai tentativi di espansione di clan operanti nelle regioni limitrofe”, tanto è vero che si parla in maniera esplicita di “allarmante presenza di soggetti intranei ad organizzazioni mafiose con sede operativa in altri territori”?

Chi scrive ritiene che certi segnali, negli ultimi anni, siano stati così tanti da non consentire l’ignoranza in materia, soprattutto da parte di esponenti politici che governano da diversi lustri oramai. Perché hanno taciuto? Probabilmente per non “terrorizzare” l’elettore, sempre pronto a voltare le spalle di fronte alla cruda realtà.

E allora meglio raccontare la favoletta dell’isola felice, cui oramai nessuno più crede.

La relazione della DDA di Campobasso si spinge oltre i dati generali e quando affronta il particolare mette i brividi. Come in questo passaggio: “Analogo caso di infiltrazioni camorristiche in pubblici appalti riguarda i lavori di completamento del 2^ lotto della strada Isernia Castel di Sangro Comuni di Forli’ del Sannio (Is) e Rioneo Sannitico (Is). Da accertamenti svolti, è risultata la presenza sul cantiere, con mezzi e personale, di società ritenute in collegamento con alcuni soggetti gravitanti in clan camorristici. Nel corso degli accertamenti sono emerse prassi fraudolente intese ad aggirare le inibitorie connesse alla legislazione antimafia.

Chissà se avrà pensato a queste parole il Presidente Iorio, quando il 28 dicembre 2011 ha inaugurato – insieme all’Assessore ai Trasporti Luigi Velardi – il 2° lotto della Isernia Castel Di Sangro. Probabilmente no, visto che – con uno scatto in avanti degno di Usain Bolt – già pregustava un’altra grande opera: “Il 2012 sarà l’anno dell’autostrada del Molise”, diceva gonfiando il petto. E poi la chiosa finale: “Le infrastrutture viarie sono elemento e fattore di sviluppo.”

Questo concetto è vero fino a prova contraria, ma tocca fare attenzione. Molta attenzione. Perché le mafie sono sempre in agguato e, come abbiamo visto, si rischia di inaugurare un’opera che secondo la DDA di Campobasso è stata infiltrata dalla Camorra.

O dalla ‘ndrangheta, com’è successo nell’inchiesta “Piedi D’Argilla” per la cosiddetta Variante di Venafro che ha visto coinvolto l’europarlamentare del Pdl Aldo Patricielloassolto con formula piena nel procedimento penale, in cui si è richiesta l’archiviazione (dal Procuratore D’Angelo, il 20 febbraio 2007) anche per il reato di 416 bis, per “prove insussistenti o quantomeno inidonee a sostenere l’accusa in giudizio” e cioè “il collegamento con la criminalità organizzata”. Eppure nella relazione della DDA di Campobasso, proprio in riferimento a “Piedi d’argilla”, si fa un’ulteriore specifica: “Al di là della prova processuale non raggiunta, sul piano dell’analisi e della prevenzione tale procedimento è sintomatico di interessi nella regione di persone comunque vicine a consorterie mafiose.”

Tralasciando per un attimo il piano politico della vicenda, anche perché Patriciello è stato assolto, è interessante vedere come la DDA sottolinei, comunque, la presenza di “interessi nella regione di persone vicine a consorterie mafiose.”.

Insomma, la mafia c’è, si vede, se ne conoscono metodi, procedure, persino nomi e cognomi, eppure la politica dei palazzi continua – imperterrita – a far finta di niente. “Va tutto bene” è un mantra da voltastomaco. “L’isola felice” è un concetto che il pensiero non può permettersi oltremodo di considerare.

Il futuro di un’intera regione è a rischio, considerata la diffusione capillare delle sostanze stupefacenti – sempre ad opera delle mafie – e persino la dignità presenta un volto tumefatto, schiacciata sotto il peso insostenibile della tratta di esseri umani.

Non serve più la finzione della chirurgia plastica applicata dai professionisti della censura. Il Molise è oramai una regione ad orologeria, pronta ad implodere. E il vero problema è trovare artificieri coraggiosi che disinneschino la bomba.

SCARICA LA RELAZIONE DELLA DDA DI CAMPOBASSO