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McDonald’s è in crisi nera: dopo due anni in calo licenziato l’amministratore delegato

Anche il McDonald’s è in crisi nera. E non c’è da stupirsi, visto quanta pubblicità negativa ricevano quei panini da chi li consuma e quanto male facciano. Il vento è cambiato e le vendite sono in netto calo: sempre più persone preferiscono cibo fresco e salutare a certi abominevoli intrugli. A pagare è l’amministratore delegato di McDonald’s Don Thompson.

Il re dei fast food, l’emblema della cultura americana usa&getta, il simbolo del capitalismo più sfrenato e della globalizzazione cannibale è in crisi.

Crisi nera, per la precisione, visto che da circa due anni le vendite hanno subito una fortissima contrazione.

Sarà che grazie a internet tanti hanno cominciato ad informarsi su cosa contengono gli intrugli McDonald’s; sarà che sempre più persone preferiscono mangiare prodotti freschi e salutari; sarà che l’attenzione alla salute è sempre più alta; sarà che se il 30% dei tumori è causato da una cattiva alimentazione, tanto vale la pena smettere subito di andare da McDonald’s. Sarà quel che sarà ma la notizia è davvero deliziosa.

Come racconta l’Ansa, “l’hamburger è in crisi. E il re dei panini cambia i suoi vertici nel tentativo di rilanciarsi e aumentare le vendite. McDonald’s annuncia l’uscita del suo amministratore delegato, Don Thompson, dopo tre anni alla guida del colosso dei fast food. Il suo incarico sarà assunto da Steve Easterbrook, veterano di McDonald’s, finora a capo del global brand, che diventerà il terzo amministratore delegato della società nell’ultimo decennio”.

L’utile netto di McDonald’s è calato nel 2014 del 15%, a 4,76 miliardi di dollari e da due anni c’è un inarrestabile calo nelle vendite.

I più giovani, il target principale per McDonald’s, preferiscono catene di fast food più piccole, che conquistano con l’offerta di prodotti più freschi, personalizzati e soprattutto più salutari.

Uno dei nostri articoli più letti e condivisi – oltre 50mila condivisioni su facebook – raccontava i segreti di McDonald’s svelati da un ex dipendente, che spiegava come “la cucina di un McDonald’s, alla fine, funziona come una catena di montaggio”: peccato che il cibo, per essere buono e di qualità, non vuole una catena di montaggio ma un’officina artigianale.

Chissà che la crisi del McDonald’s non coinvolga il mondo dei fast food più in generale e non sia un segnale dei tempi: uno stile di vita meno usa&getta, più riflessivo, più consapevole di sè.

C’è una storia (vera) che rivela più di ogni altra motivazione perchè è meglio non frequentare certi fast food.

Il 31 ottobre 2009 è il giorno in cui McDonald’s ha chiuso i battenti in Islanda. Ed è anche il giorno in cui il signor Hjörtur Smárason ha acquistato il suo ultimo panino nel fast food, con l’intento di conservarlo il più a lungo possibile. Un esperimento, insomma, per capire quanto il cibo avrebbe resistito nel tempo.

Sei anni dopo quel panino (accompagnato da patatine fritte) non è messo poi così male. Non presenta muffe, sembra quasi intatto. E viene conservato, come un cimelio, in un ostello della cittadina di Skógarhlíð.

Questa è la foto di come si presenta quel panino dopo 6 anni dall’acquisto.

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